
Modelli sold out e richieste da tutto il mondo. I cantieri Azimut-Benetti lavorano a tutto regime rivoluzionando standard e concept
Azimut rivoluziona il concept nel mondo. È entrato in azienda da ragazzo «facendo le fotocopie», come racconta sorridendo. Oggi è il primo manager nella storia del gruppo a guidare i due cantieri insieme, Azimut e Benetti. Riservato, pragmatico, con il mare nel dna (non a caso è triestino), Marco Valle, 53 anni, è cresciuto professionalmente ad Avigliana (Torino) sotto la guida di Paolo Vitelli, fondatore del gruppo Azimut Benetti.
Lavora in team con Giovanna Vitelli, figlia del visionario imprenditore e vice presidente operativo. A lei fanno capo le strategie aziendali, di cui Valle è poi il braccio operativo. E così, questa family company, una delle poche rimaste nel panorama della yacht industry internazionale, che da 21 anni è il primo produttore al mondo di superyacht da diporto (oltre i 24 metri di lunghezza), ha segnato con successo a inizio anno l’over booking per i nuovi modelli.
Gentleman ha incontrato Marco Valle all’interno della sede Benetti Yachts di Livorno, gli ex Cantieri Orlando, una struttura enorme nella quale si costruiscono sia motoryacht in composito sia in metallo: vederla lavorare a pieno regime, lascia intendere, quanto il momento sia favorevole per l’azienda.

Gentleman. Avete i capannoni pieni, come poche altre realtà anche rispetto ad altri settori produttivi.
Marco Valle. L’elemento nuovo è stato il clima d’incertezza, tutti hanno pensato alla barca come estensione della propria casa, un luogo circoscritto e sicuro. Il 2020 e il 2021, pertanto, sono stati anni ottimi, da sold out per tutto il settore della nautica da diporto. Nello specifico di Benetti, ed è lo stesso per Azimut.
G. Già al Salone Nautico di Genova per Oasis, il 40 metri che avete lanciato all’esposizione, si parlava già di parecchi ordini…
MV. Benetti Oasis ha avuto un successo straordinario, solo mostrando il progetto ne avevamo vendute già diverse. A oggi siamo arrivati a 15 unità e abbiamo ancora una serie di armatori che vorrebbero acquistarla per usarla da subito, già quest’estate. È ovvio che numeri del genere sono giustificati dalla bontà del progetto, da come la barca riesce a soddisfare le necessità degli armatori.

G. All’interno lo yacht è bello, ma gli esterni sono spettacolari…
MV. Oasis interpreta perfettamente il concetto di «isola felice», solare e sicura sotto tutti gli aspetti, che dà all’armatore e ai suoi ospiti un totale contatto col mare, con la poppa che, grazie alle murate abbattibili, si apre per favorire la totale integrazione con l’elemento acqua. Questa è d’altronde la cifra concettuale che caratterizza anche il Verve 47. Solitamente le barche walkaround motorizzate fuoribordo come il Verve 47, sono molto sportive ma con poca personalità, con un allestimento non troppo curato, talvolta con scafo sport utilizzabile anche per la pesca.
Noi abbiamo ripensato il concept secondo gli standard Azimut Yachts e lo abbiamo trasformato in uno yacht lussuoso, che si distingue stilisticamente e in grado di regalare un livello di allestimento di rango superiore, con le murate abbattibili e il pozzetto wide.
G. Il Verve 47 sta spopolando in Usa.
MV. Per averne uno bisogna attendere fino all’estate 2022. Tutte le barche disponibili sono state vendute attraverso Marine Max, il nostro distributore negli Usa.
G. Finora abbiamo parlato solo di barche in composito, qual è la situazione degli yacht in metallo, quelli full custom?
MV. Anche nelle costruzioni in metallo stiamo andando molto bene. In Benetti abbiamo, fra scafi in ordine e unità in produzione, dieci barche fra 48 e 50 metri, mentre altre sei navi le dobbiamo costruire fra 60 e 67 metri… Il cantiere è praticamente saturo per i prossimi due anni.