Mangiare in una bolla

di Gioia Carozzi

Capacità di adattamento. Resilienza ambientale. Reazione creativa. Il tutto condito con un pizzico di ironia. Ecco gli ingredienti sul menù di alcuni ristoratori che hanno lanciato l’igloo-mania allestendo sui rooftop, ma anche nei giardini e sui marciapiedi, tavoli dentro bolle trasparenti, riscaldati, e nel pieno rispetto delle norme poste a tutela della salute (sono sanificati e areati tra una prenotazione e l’altra).

L’Igloo Garden allestito nel giardino del ristorante Qvinto, a Roma.

Un fenomeno mondiale ma che, in realtà, è partito l’inverno scorso proprio in Italia. E, più precisamente, dal ristorante Qvinto a Roma che ha deciso di trasformare il suo Cool Garden, l’ampio giardino antistante, in un Igloo Garden, con 16 installazioni, ognuna con un massimo di quattro coperti.

Il rooftop dell’O2 Lounge, al Ritz Carlton Hotel, di Mosca.

Così si è attrezzato anche l’O2 Lounge, il famoso ristorante al 12° piano del Ritz-Carlton Hotel a Mosca: una magnifica vista sul Cremlino e la Piazza Rossa, i migliori frutti di mare, sushi e caviale, preparati dallo chef Luis Pedrosa, da degustare dentro a cupole semisferiche.

La terrazza del ristorante 230 Fifth, a New York

Ma il fenomeno dell’igloo-dining è diventato igloo-mania soprattutto a New York. Dove si può passare da una cena sul rooftop del ristorante 230 Fifth (qui ogni igloo è anche dotato di televisione per chi volesse una cine-cena), a un bicchiere di vino sotto le cupole del City Vineyard, ammirando il waterfront di Tribeca; fino a un brunch nelle tante bolle del Cafe de Soleil, nell’Upper West Side, con un menù tutto francese, con tanto di piatto forte a base di cosce di rana per le quali i newyorkesi ultimamente impazziscono.

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