Chef pluristellati inaugurano nei luoghi più belli della città. Ecco i nuovi ristoranti che aprono a Milano e le specialità da assaggiare, dalla colazione al dopo cena

Moda, architettura e design sono ripartite di slancio. Tutti vogliono Milano soprattutto i grandi attori della cucina. Il ritorno primaverile del congresso Identità Golose è stato l’antipasto, ora c’è il piatto forte, gli chef stellati sono approdati nei centri più rappresentativi della città. È un settembre ricco di debutti. Gentleman vi apre il suo taccuino.
Il modello di cucina felice fatta a regola d’arte abita a Brusaporto, ma la famiglia Cerea appone il marchio in varie location, 8 stelle Michelin tra Europa e Asia. Vuoi non mettere piede a Milano? Ed ecco il casual dining DaV (sta per Da Vittorio) Milano dove ci si toglie la voglia dei mitici Paccheri e della megacotoletta, pomodorini e patate al forno.
Novità, l’antipasto in condivisione, 9 portate (carne, pesce e veg), più le pizze napule style, alla pala romana o le gourmet con topping firmati da Alessio Rovetta. Non manca il dolce retrò Torta Pavlova, panna, meringa e frutta. I cannoncini sono farciti espresso. Selezione di grandi vini, Champagne e bollicine.
Nella cornice dello storico Palazzo in corso Venezia 52, sede della Fondazione Rovati, è arrivato Andrea Aprea. Lo chef campano (due stelle Michelin e tre forchette del Gambero al Park Hyatt) è patron per la prima volta del ristorante omonimo e del Caffè Bistrot.
Il progetto è dello studio Flaviano Caprotti Architetti, design, installazioni e opere di giovani artisti; sta all’ultimo piano con vista il Parco Montanelli. Qui si accomodano 32 ospiti, volendo c’è il private dining, e si seguono tre percorsi di degustazione dai titoli programmatici Partenope, Signature dove non mancano la caprese dolce salata, l’uovo Purgatorio, risotto sottomarino e Contemporaneità.
Nel giardino segreto prende posto il quick lunch d’autore, con classici e spunti creativi: focaccia con nduja, caponata e pecorino, Club Sandwich Aprea, spaghetti Pastificio Gentile al pomodoro, limone e basilico, gamberi rossi e mela verde.
Norbert Niederkofler è l’interprete della cucina d’alta montagna, il suo St. Hubertus ha tre stelle, una verde, altrettante forchette e cappelli. Ma è volato sul tetto di The Medelan, in Piazza Cordusio. Si tratta di Palazzo Broggi ex del Credito Italiano, un complesso riqualificato con uffici, e con l’ultimo piano (skyline dal Duomo a City Life) occupato dal ristorante Horto, in un giardino pensile disegnato dalla paesaggista Raffaella Colombo.
Lo chef si avvale di Stefano Ferraro (ex capo pasticcere del Noma e co-propretario di Loste Cafe a Milano) e Alberto Toè, già in squadra nell’hub di San Cassiano. La location è diffusa, il ristorante apre dalla colazione, per pranzo e aperitivi sul rooftop, e per cena si trasforma in fine dining.
Comanda l’ora etica: verdure degli orti lombardi, prodotti stagionali, caseifici locali e pescatori lacustri. Tradotto in piatti, due menù percorsi degustazione che vede Spaghetto lievitato zafferano, tartare di salmerino, Tortelli di patate e sambuco. Carta dei vini accessoriata da infusi, kombuche e decotti.
Nel brindisino da sempre esistono i «fornelli», macellerie con cucina. Uno di questi a Ceglie (anno di nascita 1966) è diventato Il Fornello, stellato grazie al talento di Antonella Ricci e il sostegno del marito Vinod Sookar. In fatto di cucina pugliese siamo al top, il nuovo presidio è in via Sottocorno, la Ricciosteria, elegante e su due piani con un piccolo dehors.
La cucina s’ispira alla tradizione quasi sempre: polpette fritte servite nelle ceramiche di Grottaglie, tagliere con l’alfabeto dei salumi, friselle, sott’oli croccanti, gnocchetti di ricotta al pesto di zucchine, pancetta e tartufo nero. Lo spiedo misto con bombette, salsiccia e agnello richiama le origini. I biscotti cegliesi sono presidio Slow Food.
Palazzo Trussardi in Piazza della Scala torna ad essere l’hub del fashion, food e cultura dopo il total restyling dell’edificio. E riparte con lo chef bistellato e forchettato veronese Giancarlo Perbellini che guida due insegne: il Ristorante, moderno e sofisticato al primo piano, e il Café di Trussardi, nel basement.
Il progetto racchiude anche la prima pasticceria by Perbellini, la formula all day dining, consente assaggi dalle colazioni, pranzo dove spiluccare polpette al pomodoro, il delizioso uovo di vetro fino ai cocktail dopo cena e dopo teatro. Al Ristorante moderno e sofisticato si può gustare la ricetta tutelata con brevetto della Milanese cotta e cruda.
Ma attenzione, il fine dining milanese è un’onda lunga, tra chi ha già le tavole apparecchiate, chi è in soft opening e chi ha appena piantato le radici, ecco altre novità in progress: in Corso Venezi,a a Palazzo Bernasconi, apre Casa Cipriani: 15 suite, il suo primo Members Club europeo e il Bar Arrigo al primo piano.
Al civico 8, invece, si istalla il neonato quartiere dell’ospitalità Lungarno Collection Ferragamo: Portrait ha il format di urban hotel, ristoranti e boutique, una piazza e giardini firmati dall’architetto Michele De Lucchi.