In occasione dell’evento Agrifood Future, la famiglia Iaccarino ha ricevuto il prestigioso riconoscimento, a suggello di una cucina d’autore e di una storia incentrata sulla sostenibilità ambientale, territoriale e di business. Dopo la ristrutturazione in atto, il ristorante dal prossimo anno entrerà nella sua era total green.
Il passato
Un premio alla carriera: non una qualsiasi, ma quella di Don Alfonso 1890, simbolo di un’ospitalità Mediterranea, di una profonda genuinità e di un rispetto del territorio portati avanti con perseveranza fin dal 1973, quando Livia ed Alfonso Iaccarino hanno aperto il loro ristorante a Sant’Agata sui Due Golfi, sulla Costiera Amalfitana, e già allora portavano cartoni e bottiglie di vetro nei centri di raccolta differenziata.
Il futuro
A 50 anni da quegli esordi e nell’anno di svolta che lo vede oggetto di un completo restyling (che porterà alla riapertura nel 2024) il ristorante, primo del Sud Italia ad essere premiato con tre stelle Michelin, ha ricevuto il riconoscimento nell’ambito di Agrifood Future, una cinque giorni organizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno sugli scenari del settore dell’agroindustria.
La salvaguardia del patrimonio ambientale e umano è da sempre un valore che la famiglia ha veicolato in tutti i momenti cardine di questa avventura umana e gastronomica. Tra questi, l’acquisto, nel 1990 di sette ettari di terreno conosciuti poi come Le Peracciole. Immersa nello scenario di Punta Campanella, nella Penisola Sorrentina di fronte a Capri, l’area, al tempo rovinata ed erosa da pesticidi e diserbanti, è stata coltivata con i metodi dell’agricoltura biologica, ricostruendone l’equilibrio ecologico.
Anche grazie a questo progetto, Don Alfonso 1890 ha ricevuto la Stella Verde Michelin alla sua prima edizione.
“Per noi la sostenibilità è un valore imprescindibile, un mantra recitato costantemente, un progetto a lungo termine a tutela del territorio e della comunità. Sostenibilità però non significa solo conservazione della natura e protezione dell’ambiente, essenziali sono anche management, che punta ad avere un’organizzazione con risorse finanziarie e personale qualificato; l’area socio-economica che si concentra sulla forza lavoro locale; e la sostenibilità culturale che promuove il paesaggio e i prodotti autentici”, ha spiegato Iaccarino.
Nel 2024 il ristorante riaprirà in un’ottica di sostenibilità a 360°, basandosi sui tre pilastri “Zero emissioni”, “Zero waste” e “Gestione delle acque”.