Elegante. Talentuoso. Educato. L’essenza di un gentleman. Si chiama Giuseppe Spata ed è la nuova stella del cinema italiano. Il suo segreto? Ricercare la poesia nella normalità

Di lui si sa poco ma si dice molto. Si dice che sia la nuova promessa del cinema italiano. Che sia tanto timido quanto serio. Che abbia ricevuto un’educazione di altri tempi. Che sia affidabile, rispettoso e, come se non bastasse, pure un bravo pittore. Insomma, corre voce che Giuseppe Spata sia un giovane gentleman. Elegante, talentuoso, educato.
Di sicuro c’è che questo sarà il suo anno. E’ appena finita la messa in onda della miniserie Rai, Fiori sopra l’Inferno. Dal 23 marzo è nelle sale con Stranizza d’amuri, il film diretto da Giuseppe Fiorello. E si sono da poco concluse le riprese della nuova serie Sky, L’Arte della Gioia, diretta da Valeria Golino. Una bella soddisfazione per chi, come lui stesso ammette, ha iniziato a recitare in un piccolo teatro in provincia di Ragusa.
«Perché non ero bravo a fare altro, tranne il pittore, ma quello lo faccio da sempre come forma di auto analisi».

Ecco l’intervista completa, in esclusiva per Gentleman.
Gentleman. Gentleman si nasce o si diventa?
Giuseppe Spata. Sono stato cresciuto da mia mamma e mia sorella, se oggi qualcuno mi considera un gentleman il merito va tutto a loro.
Gentleman. Esiste ancora il maschio Alfa?
Giuseppe Spata. Esiste per chi ci crede. Ma c’è ancora chi si definisce così?
Gentleman. Adesso va di moda la parola: fluidità.
Giuseppe Spata. Se per questa s’intende sfuggire alle etichette, allora mi piace molto. Non amo che si riducano le persone ai gusti sessuali.

Gentleman. Che rapporto ha con la moda?
Giuseppe Spata. Ascolto chi ne sa più di me.
Gentleman. C’è sempre un capo preferito nel guardaroba. Il suo?
Giuseppe Spata. Un bel cappotto lungo.
Gentleman. Come c’è sempre qualcosa che si detesta.
Giuseppe Spata. Ho un rapporto complicato con il colore viola.

Gentleman. Lei non è per niente attivo sui social. Sta facendo un po’ alla Nanni Moretti: mi si nota di più se ci sono ma me ne sto in disparte o se non ci sono per niente?
Giuseppe Spata. Mi sto maledicendo perché vorrei risponderle che non sono presente per un motivo profondo, ma non è così. È che, molto banalmente, non sono portato. Li sistemerò un po’ per lavoro ma la mia vita privata resterà privata, anche perché è così noiosa.
Gentleman. Suvvia…
Giuseppe Spata. La poetica dell’attore maledetto non mi interessa: vado a letto presto, dipingo, faccio cose normali. Forse appartengo a un’altra epoca.
Gentleman. O forse il vero gentleman oggi è quello che non vive in una diretta?
Giuseppe Spata. Mi viene in mente Banksy. Ha fatto di questo il suo punto di forza proprio nell’epoca in cui ognuno è chiamato sui social a rappresentare la migliore versione di se stesso. Se proprio la vuole sapere tutta, spero che questa bolla dei social scoppierà, di certo non li stiamo usando bene.

Gentleman. Ho paura a chiederle che cosa ne pensa dell’intelligenza artificiale.
Giuseppe Spata. Mi sembra fantascienza. Stanno ideando degli attori in 3D e noi artisti in carne e ossa saremo sempre più chiamati a cedere i nostri volti, voci, nomi e quant’altro, per far sì che qualcuno realizzi film virtuali. Non voglio giudicare, né dire che sia sbagliato. Ma voglio parlare dei vantaggi del rapporto umano che è qualcosa di meravigliosamente imprevedibile, infinitamente creativo, con delle potenzialità gigantesche. Tutto questo viene azzerato dalla certezza del risultato perfetto di un computer. Però l’arte non si può accontentare della perfezione. La perfezione è per chi si accontenta. E l’anima non si accontenta mai.
Gentleman. Quanti libri leggono lei e la sua anima all’anno?
Giuseppe Spata. Quest’anno devo dire pochi: 30-40.
Gentleman. C’è chi non arriva a 30 in una vita intera.
Giuseppe Spata. E leggo pure lentamente, tutti i giorni, così intensamente che spesso li distruggo i libri: su Delitto e Castigo sembra ci sia passato un tir.

Tutto di Tod’s.
Gentleman. Pièce teatrali preferiti?
Giuseppe Spata. Quelli che per comprenderli non bastano dieci vite. Il gabbiano di Cechov, l’Amleto, sarò banale ma è così.
Gentleman. Attori di riferimento?
Giuseppe Spata. Al di là della bravura, quelli che sono riusciti a coniugare il proprio mestiere con un impegno politico e sociale: Gian Maria Volonté, Elio Germano…
Gentleman. Ma lei è impegnato socialmente?
Giuseppe Spata. Non faccio politica. Ma mi interessa, provo a non avere pregiudizi e ascoltare tutte le voci. Voto, cerco di essere un cittadino onesto e giusto.

scamosciata con suola in gomma. Tutto di Tod’s.
Gentleman. È costretto a vivere il resto della sua vita dentro un film, quale sceglie?
Giuseppe Spata. Devo andare con Novecento di Bertolucci.
Gentleman. Ha un solo dipinto per la sua casa, ma può scegliere qualsiasi opera.
Giuseppe Spata. Il sonno della ragione genera mostri. Goya.
Gentleman. Inquietante…
Giuseppe Spata. Sotto sotto lo sono anch’io. Non si è ancora capito?
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