Il top manager Vivian Stauffer, ceo di Hamilton, incarna la mission del brand. Sia nel business, sia quando atterra sui ghiacciai
«Non sono il solo Ceo che ama volare. Per esempio Mr. Hayek, il presidente di Swatch Group, ha volato per anni con il suo elicottero. Il fatto che guidi un brand con un forte legame con l’aviazione è una coincidenza, non una scelta, ma è anche un grande piacere perché mi dà l’opportunità di unire una passione personale e il grande attaccamento al lavoro».
Vivian Stauffer è dal 2020 al timone di Hamilton, un marchio di orologeria la cui storia è strettamente legata al mondo dell’avventura, dell’esplorazione, dell’aviazione (non a caso parte del gruppo Swatch). Ed è anche un aviatore esperto, abile nel volo acrobatico, in montagna e persino nell’atterrare sulle nevi perenni ad alta quota. Insomma, il numero uno di un brand che ne è anche il primo ambassador.
Gentleman. L’aiuta, nel suo ruolo, il fatto di condividere lo stesso spirito del brand?
Vivian Stauffer. È un valore aggiunto, specialmente nel nostro settore; l’orologio è un oggetto emozionale, che può essere regalato in occasioni che danno emozioni. Poter legare il mio lavoro a un hobby che per me è fonte di emozioni è una combinazione perfetta.
G. Qual è la collezione che meglio esprime la vocazione di Hamilton all’esplorazione?
V.S. Direi la Khaki, con le linee Field, Navy e Aviation. Vengono dalle nostre radici, da quando fornivamo orologi alle Forze armate americane. Tutti i Khaki sono i più legati al mondo dell’avventura, dell’esplorazione, dell’outdoor.
G. Tornando al suo hobby: quando è nata la passione per il volo?
V.S. Penso già da quando ero nella pancia di mia madre. Mio padre è stato pilota militare nell’esercito svizzero e poi pilota commerciale, sono cresciuto nel mondo dell’aviazione. Ho due fratelli, ma sono l’unico a volare. Oggi ho 48 anni e ho cominciato a 16, con il parapendio. Diventare pilota è sempre stato uno dei miei sogni: però passate le selezioni per diventare pilota militare purtroppo mi sono fermato allo step immediatamente precedente. Ma ho ottenuto comunque il brevetto di volo e diverse abilitazioni, tra cui quella acrobatica e quella che in Svizzera si rilascia per volare in alta montagna e atterrare sui ghiacciai.
G. Quale è stata l’esperienza più bella ai comandi di un aereo?
V.S. La prossima. Scherzi a parte, ogni volta che volo mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli. Non ho mai avuto paura e piloto diversi apparecchi, a partire da un aereo del 1936: ha presente quello in cui sei con la testa all’aperto, casco di pelle e occhiali? Ecco, sono i voli che preferisco fare, in assoluto, specialmente al tramonto, con quella luce morbida e particolare. Ma anche atterrare su un ghiacciaio è qualcosa di speciale.
G. Con al polso un Hamilton, immagino.
V.S. Sempre. Nello specifico il Khaki Flight Timer, lanciato nel 2010: lo indosso quando volo, non nella vita di tutti i giorni. È un orologio al quarzo che consente di tenere traccia del tempo e dei dati di volo. Quando si è ai comandi di un aereo bisogna compilare tabelle per registrare questi dati, ma se si vola su un vecchio apparecchio scoperto, con l’aria sul volto, non si riesce a scrivere, a impugnare una penna: così registro tutti i dati utilizzando le funzioni dell’orologio.
G. Quanto conta nelle strategie e nello storytelling del marchio l’heritage di Hamilton?
V.S. È il punto di partenza. La storia e il passato sono fonti di ispirazione per il team di prodotto. Abbiamo la possibilità di usare la nostra storia per creare noi stessi la storia del marchio.
