Il mio regno per un’acciuga

di Gioia Carozzi

Non capita tutti i giorni un’analogia tra moda e acciughe. Ma neanche incontrare uno stilista come Massimo Piombo. Difficile stargli dietro: le sue parole sono raffiche di vento, veloci, potenti, inaspettate. E le sue passioni, che pratica religiosamente, sembrano infinite: letteratura, arte, architettura, musica, cinema, viaggi. E, naturalmente, la moda. Il suo brand di lusso, quello con le iniziali MP, è conosciuto in tutto il mondo. Ma la svolta, quella si potrebbe chiamare la rivoluzione delle acciughe, è arrivata nel 2017. E, più precisamente, da un incontro che Piombo definisce: «intellettivo, culturale e imprenditoriale» con Stefano Beraldo, amministratore delegato di Ovs, colosso veneto di abbigliamento, quotato alla Borsa italiana nel 2015 che, nel 2020, ha chiuso con vendite nette pari a 1.018,5 milioni di euro. Da questa unione è nato Piombo in Ovs: una missione quasi filosofica. Quella di rendere il bello accessibile a tutti, creando delle collezioni uomo, donna e bambino di alta qualità ma dal prezzo democratico.

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Gentleman. Direi che si potrebbe partire dalle acciughe.
Massimo Piombo. Non sono le acciughe mille volte meglio di un branzino d’allevamento? Costano poco, si cucinano in mille modi. Sono semplici, gustose, democratiche, educate. Ecco, le acciughe sono come la mia moda per Ovs.

G. Quindi, il branzino d’allevamento che cos’è?
M.P. È un capo o un accessorio che costa una follia, tutto logato, che trasforma chi lo indossa nel manifesto di un brand. Non mi fraintenda, credo che i soldi vadano spesi, ma non buttati. Vale per la moda, ma anche per i viaggi, le case, le macchine, i ristoranti…

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G. Un gentleman oggi come si dovrebbe vestire?
M.P. Non ci sono più regole e a me diverte un sacco, come la storia del genderless, che non è certo un’invenzione di oggi. Però devo farle una confessione…

G. Prego.
M.P. Frequento da sempre Annabel’s, un club londinese non proprio a prezzi democratici. Ma, a costo di sembrare contraddittorio, lo prendo come esempio per rispondere meglio. Oggi, da Annabel’s, arrivano uomini con 3mila collane d’oro e pantaloni strappati, su Bentley camouflage. Ma anche signori in blazer blu; oppure con una camicia come quella che indosso in questo momento, di Ovs, da 19,90 euro. Come le dicevo, oggi vale tutto.

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G. Quindi acciughe e branzini convivono in armonia?
M.P. Non sono per i confini ma per gli orizzonti. Che ognuno facesse come meglio crede. Ma chi sa che l’acciuga è più sana e gustosa di un branzino ha la responsabilità culturale di trasmetterlo. Per questo, con Ovs, sto facendo capire che per vestirsi bene non è necessario spendere tanti soldi.

G. Per la collezione invernale della donna ha detto di essersi misurato con l’universo femminile. Ne è uscito indenne?
M.P. Sì, perché amo le donne. Sono più creative, trasmettono una grande energia. Nei miei team, infatti, ci sono quasi solo donne. L’universo maschile m’annoia, anch’io mi stanco di me dopo cinque minuti.

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G. Del colore blu, invece, dice di non annoiarsi mai.
M.P. Il blu è una passione, come quella per le donne. Vesto solo di blu, credo anche di pensare in blu. Il blu è il mare di Varazze, dove sono nato e che, per me, è sinonimo di atleticità. Da lui ho imparato a stare in superficie, a mantenere l’equilibrio, ad avere corpo e mente allenati, a divertirmi, a essere curioso, a osservare la gente come studio i pesci sott’acqua. E tutta questa energia l’ho traslata nel mio lavoro, ma anche nella mia vita privata.

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gentleman editoraile aprile 24

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