L’ora d’arte

di Roberta Olcese

Richard Orlinski è l’artista più pagato al mondo. Con le sue sculture raffiguranti animali neo-pop ha conquistato tutti. Anche il polso di collezionisti con gli orologi creati per Hublot

Eclettico e dinamico. Richard Orlinski è un treno in corsa che passa con facilità dal mondo dell’arte al design, dalla musica agli orologi in serie limitata che realizza per Hublot, di cui è ambassador da otto anni. E ora anche un film-cartone animato che lancerà al Festival di Cannes nel 2025. «Era un sogno che volevo realizzare fin da quando ero bambino. Il mio film sarà proiettato solo nei cinema, senza passare dalle piattaforme».

Il poliedrico artista Richard Orlinski, qui con la scultura Wild Kong Oil Silver Metal, è ambassador di Hublot, per cui ha realizzato degli orologi in edizione limitata. Al suo polso, il Classic Fusion Aerofusion Chronograph Orlinski.

Orlinski, francese, classe 1966, a quasi 40 anni cambia la sua vita e trova il coraggio di crederci sempre e buttarsi a capofitto nel mondo dell’arte. Il tempo gli ha dato ragione: è l’artista francese vivente più pagato e oggi le sue sculture della serie Born Wild, con sculture in resina, alluminio e bronzo, raffiguranti gorilla, pantere, tigri, coccodrilli, lupi, oltre a piacere al pubblico, valgono cifre altissime, e sono considerate simbolo di libertà, potere e passione. Uno dei suoi obiettivi è «rendere l’arte accessibile a tutti».

Cocodrile tag 3

Eppure tutto quello che tocca diventa oro. Il suo record più recente è stato lo scorso dicembre, a Bruxelles, quando ha venduto un monumentale T-rex per 1 milione 100mila euro, mentre gli ultimi due orologi creati per Hublot, i Classic Fusion Tourbillon Orlinski in ceramica azzurra e gialla, contraddistinte dal caratteristico design sfaccettato con cui sono plasmate anche tutte le sue sculture, in edizione limitata a 30 esemplari, costano 103mila euro.

Gentleman. Si aspettava tutto questo successo?

Richard Orlinski. All’inizio è stato molto complicato, nessuno ci credeva, neanche mia mamma, ma non ho pentimenti: sognavo in grande, volevo essere un artista e non volevo stare nel business per sempre.

G. Si considera un artista neo-pop?

R.O. È una buona definizione: Andy Warhol, Jasper Johns… Perché no? Sono stato ispirato da entrambi.

G. Qualcuno la paragona a Warhol, qualcuno a Jeff Koons.

R.O. Sono sempre contento di essere accostato a Warhol, mi sento vicino alla sua ideologia, al suo concetto di pop. Invece, mi sento molto lontano da Koons.

G. Quanto contano i materiali che utilizza?

R.O. Per me la visual experience è anche una touch experience e, di conseguenza, i materiale giocano un ruolo molto importante. Nel processo creativo scelgo anche in base al contesto di dove verrà esibita la scultura. Per esempio, se è un posto con molta luce prediligo il bronzo, altrimenti la resina.

I miei animali riflettono l’animo umano, i suoi difetti, il suo lato animale

G. Perché le sue sculture sono monocromatiche?

R.O. Il colore pieno è più forte, più puro. Quando mischi i colori o i metalli, l’oro giallo con il platino o l’argento, il risultato per me è noioso.

G. Che relazione ha con gli animali, protagonisti delle sue sculture?

R.O. I Born Wild sono un modo per esplorare le differenze tra uomini e animali. Gli uomini seguono un circolo vizioso mentre gli animali, più civilizzati, seguono sempre circoli virtuosi.

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Le due nuove edizioni limitate in ceramica Hublot Classic Fusion Tourbillon Orlinski Yellow Magic e Sky Blue.

G. Parlando delle sue collaborazioni, com’è il suo rapporto con Hublot?

R.O. Per me è una consacrazione. Oltre essere un collezionista di orologi, ho un rapporto fantastico con questo brand, condividiamo la stessa visione, ma mi lasciano grande libertà d’espressione. Le mie sculture sono macro, con loro lavoro nel micro. Hublot lavora con il caucciù per il cinturino, io sono uno dei pochi che ha inserito nelle proprie serie anche il metallo. I numeri confermano, tutte le edizioni limitate sono state vendute in un attimo.

gentleman editoraile aprile 24

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