Novara, De Nittis e sorprese inaspettate

di Silvana Rizzi

A Novara per una mostra straordinaria e una città dalle tante sorprese. Aperta fino al 7 aprile, la mostra Boldini De Nittis et les italiens de Paris, vale un giro a Novara, cittadina del Piemonte contornata da risaie, le Alpi sullo sfondo e la Cupola antonelliana di San Gaudenzio, ben visibile da lontano, quasi un faro per chi arriva da queste parti per la prima volta.

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La Cupola di San Gaudenzio

La mostra, curata da Elisabetta Chiodini, si svolge nelle sale del Castello Visconteo, simbolo del passato della città. Dopo varie vicende e un lungo restauro, il maniero è stato finalmente riaperto al pubblico nel 2016 per accogliere mostre ed eventi culturali.

Il progetto della mostra, realizzata in accordo con la Fondazione Castello e il Comune, nasce, come le esposizioni degli anni passati, da un’idea di METS Percorsi d’arte, un’associazione creata da professionisti locali con l’obiettivo di valorizzare pittori e scultori a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

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Le Moulin de la Galette, Zandomeneghi

“Oggi”, sottolinea il presidente, l’avvocato novarese Paolo Tacchini, “le opere di quel periodo sono nelle collezioni private, mentre capita spesso che quelle custodite nei musei vengano trasferite nei depositi per lasciare spazio all’arte moderna e contemporanea”.In sinergia con l’esposizione al Castello di Novara, il Palazzo Reale di Milano presenta fino al 30 giugno 2024 De Nittis pittore della vita moderna.

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Antonio Mancini, Scugnizzo

In tre mesi, la mostra Boldini De Nittis et les italiens de Paris, ha raggiunto 42 mila visitatori. Un successo ben meritato se si pensa al fascino e all’influenza che una città come Parigi ha suscitato sugli artisti italiani di quel periodo. Ad attirarli nella Ville Lumière era l’atmosfera vivace e innovativa che si respirava a Montmartre e nei caffè di Pigalle, ma, soprattutto, la possibilità di confrontarsi con il meglio della cultura artistica degli altri paesi, grazie alla nascita delle Esposizioni Universali.

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Boldini, La contessa Rasty

All’Esposizione del 1850 fa seguito quella del 1867, che confermerà Parigi capitale del lusso e della moda. Collezionisti e mercanti si affollano nelle sale dedicate all’arte, tanto che il valore delle opere in mostra è in continua ascesa. “Una passeggiata lungo gli Champs-Elysées, una visita all’Esposizione Universale, una pausa seduti al tavolo di un caffè alla moda e poi gettarsi nuovamente a capofitto, come insaziabili, onnivori bulimici, nelle sale dell’Exposition Courbet e dell’Exposition particulière di Monsieur Manet. Un vero e proprio paradiso”, scrive Elisabetta Chiodini nel prologo del catalogo.

Giuseppe de Nittis (1846-1884) compare a Parigi nel 1867, a soli vent’anni, per restarci inizialmente solo un paio di mesi, quanto basta per incontrare il grande mercante Adolphe Goupil, che gli compra i primi quadri. Giovanni Boldini (1842-1931) ci arriva nello stesso anno, desideroso anche lui di affermarsi e di scoprire le nuove tendenze dell’arte, tanto che più tardi aprirà uno studio a Montmartre.

Con anche Antonio Mancini, Federico Zandomeneghi, Vittorio Corcos, solo per fare qualche nome. Quest’ultimo si presenta a casa De Nittis “senza nemmeno un biglietto di presentazione”, come scrive Ugo Ojetti nel 1907. Il veneziano Zandomeneghi mette piede a Parigi nel 1874 per non allontanarsene più.

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Giuseppe De Nittis, Le Rüontine in canotto

Le opere esposte nelle otto sezioni della mostra fanno rivivere l’epoca Des italien a Paris, il loro entusiasmo e la capacità di “cambiare registro” per adeguarsi alle nuove esigenze del mondo dell’arte.

Se la prima sezione è dedicata ai pittori italiani alla conquista del mercato internazionale, i protagonisti della seconda sezione sono Giovanni Boldini e Giuseppe de Nittis, diversissimi tra loro, tanto da detestarsi l’un l’altro: il primo celebre ritrattista, grande conquistatore, come rivelano le tele esposte, dalla bionda Berthe, modella e amante, alla mora Gabrielle de Rasty sdraiata sul divano, il secondo è un paesaggista straordinario, dai colori tenui e sfumati, come in Léontine in canotto.

Bellissime le tele di Antonio Mancini, artista di spessore internazionale, dalla luce caravaggesca, così come le opere della sezione VI, Attimi Rubati, una sala quasi privata del castello, dove i ritratti femminili sono colti nell’intimità. Si esce dalla mostra curiosi di vedere come è oggi Novara, la città dei pavesini e della paniscia, un piatto piuttosto sostanzioso, costeau per dirla alla francese, a base di risotto, verza e fagioli.

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Il cortile del Broletto

Il cuore della vita locale è via Rosselli fiancheggiata da portici ottocenteschi, un bel teatro, una libreria in piena attività e qualche negozio. A destra il Duomo, di fronte il Battistero risalente al V secolo, con affreschi romanici all’interno. A pochi passi, il vecchio Broletto del XIII sec., con il cortile circondato da palazzi in mattoni rossi: un luogo eclettico e piacevole, che offre un piacevole bar-bistrot per il pranzo. Sempre che non si voglia provare la celebre fassona piemontese della trattoria “Civico 27”.

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Interno della Cupola di San Gaudenzio

Il viaggio nella Cupola di San Gaudenzio, il patrono della città: un’emozione da non perdere. Da qualche tempo, Kalatà, impresa culturale di Mondovì, propone la visita alla cupola di San Gaudenzio, utilizzando camminamenti fuori dai circuiti tradizionali. Accompagnati da simpaticissime e giovani guide, caschetto in testa, in fila uno dopo l’altro, si sale all’interno della cupola progettata da Alessandro Antonelli, fino ad arrivare alla guglia principale. Affacciati tra una colonna e l’altra, si gode il panorama della città e delle risaie intorno. (booking@kalata.it, tel. 0174 330976).

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San Nazzario e Celso

Un ultimo suggerimento: l’Abbazia dei Santi Nazario e Celso.
A 17km da Novara, lungo una strada che fiancheggia le risaie, nel paesino di San Nazario Sesia, il complesso dell’Abbazia fortificata, aperta tutti i giorni, è una vera scoperta. Dalla chiesa, al campanile, al chiostro, agli affreschi di epoche diverse, tutto vale il “détour”. Soprattutto se a fare da guida compare don Salvatore, da avvertire in anticipo (tel. 0321 834073).

Info sulla mostra: chiusura il lunedi, orari 10/19, tel.0321 1855421

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gentleman editoraile aprile 24

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