Moët & Chandon Collection Impériale lo champagne haute couture

di Giuliana Di Paola

Nata per brindare ai 280 anni di Moët & Chandon, Collection Impériale N°1 è l’haute couture dello Champagne racconta lo chef de caves Benoît Gouez

moet chandon imperiale
La bottiglia della nuova Collection Impérial Création No.1 di Moët Chandon.
Come l’alta moda, l’alta orologeria e l’alta cucina, «anche l’enologia ha la sua versione haute couture», racconta Benoît Gouez, chef de caves di Moët Chandon nel suo modo di dire chiaro e suggestivo alla presentazione italiana di Collection Impérial Création No.1.
Per l’anteprima milanese, la maison ha organizzato a Identità Golose una cena firmata da Mattia Pecis di Cracco Portofino iniziata con un aperitivo a base di Brut Impérial e antipasto di Grand Vintage 2013, millesimo scelto non a caso perché è alla base della sua ultima creazione.

Collection Impériale, l’haute œnologie

«È un omaggio al fondatore Claude Moët e ai 280 anni del nostro savoir-vin». Nata per celebrare l’anniversario, la cuvée couture introduce in maison il concetto di haute œnologie introdotto da Benoît Gouez.
Benoît Gouez, chef de caves di Moët Chandon, con l’artista Daniel Arsham, a sinistra.
«Nelle grandi sartorie c’è il prêt-à-porter di lusso, il classico blazer blu o le petite robe noire, quel capo che è come una seconda pelle, che ci fa sentire a nostro agio ed eleganti. Come un Brut Impérial, insomma, la cuvée che dal 1869​​​​​ è l’espressione più compiuta dello stile della maison».
«Mentre il vintage, il millesimato, fin dal 1842 è simile al su misura», uno champagne cucito addosso all’anno e alle sue unicità, continua seguendo il suo filo metaforico lo chef des caves di Moët Chandon.

Il gusto del tempo 

Poi c’è il capo d’effetto, Collection Impériale, appunto. La sua prima creazione di haute œnologie, spiega a cui sta lavorando da 23 anni, è un «assemblaggio di sette annate straordinarie che attinge alla “biblioteca” di vini di riserva, tra le più grandi della regione e mi ha permesso di dare vita a questa creazione tutta la profondità del tempo».
Grazie anche al terza fermentazione in bottiglia, una novità introdotta dal suo predecessore, Dominique Foulon. Come ricorda bene l’attuale chef des caves che all’epoca era già operativo in cantina, per Esprit du Siècle, la mitica cuvée nata per brindare al 2000, dalle dieci migliori annate del XX secolo, una per decennio. Da allora Benoît Gouez ha iniziato a scolpire il proprio tempo.
Le bottiglie in edizione limitata di  Collection Impérial Création No.1 firmate da Daniel Arsham.

Daniel Arsham, l’Archeologo del Futuro

Dare forma al tempo è un concetto base per la nuova Collection Impérial Création No.1. di Moët Chandon. Come conferma anche la scelta dell’artista con cui collaborare per il lancio di questo champagne haute couture: Daniel Arsham. Oltre a essere uno degli autori preferiti da Bernard Arnault, patron di Lvmh, l’artista è infatti noto come l’Archeologo del Futuro, per il suo giocare con le discronie.
Per l’occasione Daniel Arsham ha creato un’installazione monumentale, un bassorilievo in resina bianco gesso di 3 metri per 1,3, ispirato alla figura centrale della vetrata Art Nouveau realizzata da Félix Gaudin a fine 800 per la cantina, intitolata La Renommée, rappresentazione allegorica della fama di Moët & Chandon nel mondo.
Oltre all’opera monumentale che andrà a fare parte della collezione d’arte della maison, Daniel Arsham ha firmato 85 bottiglie in edizione limitata da collezione, ciascuna proprio come lo champagne creato da Gouez è «un’opera realizzata oggi, plasmata dalle tradizioni del passato, ma destinata a proseguire nel futuro».

gentleman editoraile aprile 24

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