Daphné, la Sanremo che non ti aspetti

di Chiara Bottoni

Fondata nel 1950 dalla giovanissima sarta Dafne Carlo, la boutique della riviera di Ponente conserva i tesori di un’imprenditoria tutta al femminile. Che oggi sta vivendo una nuova giovinezza grazie alla seconda generazione di famiglia. Nel segno dell’impegno sociale e della difesa del Made in Italy

Daphné Sanremo
Salone delle prove Atelier

È la città del Festival, è la città dei fiori ma pochi sanno che Sanremo racchiude tra le sue vie anche un piccolo tesoro legato alla moda. Un luogo speciale che protegge un patrimonio creativo unico e racconta ai suoi visitatori il sogno di affermazione di un artigianato tutto al femminile e nel segno del Made in Italy.

Daphné Sanremo
Barbara e Monica Borsotto con in mezzo la Sig Daphne. (Foto Stefano Borea)

L’insegna di questo luogo è emblematica: Daphné. Francesizzazione di Dafne, nome di battesimo di Dafne Carlo, sarta che nel 1950 aprì l’omonima boutique a due passi dal Casinò, in corso Giacomo Matteotti 17, diventata presto un punto di riferimento per nobildonne e reali, una su tutte Grace di Monaco, per celebri cantati, come Maria Callas o Dalida, e per le clienti italiane e internazionali desiderose di sfoggiare un vestito su misura.

Daphné SanremoL’elegante signora Dafne, ancora oggi, accoglie le sue clienti al banco di questa boutique, impreziosita da mobili d’epoca e da lampadari di cristallo, affiancata dalle figlie Barbara e Monica, seconda generazione di una storia imprenditoriale tutta al femminile, pronta a intervenire con il suo puntaspilli sulle creazioni made to measure, confezionate e rifinite negli atelier del piano superiore.

Daphné Sanremo
Dafne e Renzo Borsotto fondatori della sartoria.

Un sogno che oggi continua a vivere sia grazie alla sartoria sia grazie a un museo d’impresa. Lo spazio, allestito anche grazie al contributo del marito di Dafne, Renzo (erede di una famiglia profumiera la cui tradizione è tutt’ora conservata nell’adiacente punto vendita dedicato alle fragranze), accoglie in una dimora che nel XIX secolo appartenne ai Duchi di Galliera (ex convento del 1200 eretto su antiche mura romane) un mosaico di tradizioni regionali e non solo: antichi telai, alambicchi da distillazione e una ricca collezione di abiti, accessori e flaconi da profumo appartenuti a nobildonne e principesse che hanno frequentato il Ponente ligure negli ultimi due secoli. Visitarlo è vero un piacere per gli occhi.

Daphné Sanremo
Il Museo.

Il passato come fonte di ispirazione per il futuro. Le figlie di Dafne infatti stanno lavorando per proiettare la tradizione materna nella contemporaneità. Da una speciale attenzione verso le produzioni sostenibili, realizzate con tessuti organici come fibra di ginestra, fibra di legno, Orange fiber e seta biologica, al desiderio di preservare e valorizzare le tradizioni del territorio fino alle iniziative rivolte alla parità di genere.

Daphné Sanremo
Lavorazioni. (Foto di Fulvio Martello).

Qualche esempio? Il progetto Scarpette rosse per la lotta contro la violenza sulle donne (foulard e capi decorati con il simbolo dello stiletto vermiglio), l’iniziativa legata al Santuario Pelagos, realizzato in collaborazione con Tethys institute per la salvaguardia della fauna marina e la lotta contro la plastica in mare, il progetto Couture suture avviato con i licei francesi per la sensibilizzazione del tema razziale e, infine, il progetto del Rispetto, portato avanti in collaborazione con la casa circondariale di Sanremo in cui la sezione maschile dei “sex offender” ha imparato l’arte dell’orlatura per un riscatto sociale.

Daphné SanremoUn luogo da visitare per portarsi a casa un pezzo di tradizione della riviera e un simbolo del Made in Italy.

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