Meta del jet set internazionale, Gstaad è diventata punto di riferimento per il mondo dell’arte. Frequentata da ricchi collezionisti, è oggi più che mai ambita da gallerie e artisti
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Arte a domicilio, chalet con prezzi da capogiro e investimenti in criptovaluta. È questo il futuro dell’Oberland bernese? Considerato che il prezzo a metro quadrato degli immobili a Gstaad, location prediletta del jet set internazionale, ha toccato i 30mila franchi svizzeri, i conti tornano e il panorama dei frequentatori cambia.
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Lo chalet
Se fino a dieci anni fa gli chalet erano in legno antico e alle pareti di quelli più esclusivi erano appese opere di Picasso, Chagall, Balthus, e old master esplosivi come Bosch, oggi si gira pagina: gli autori sono contemporanei e gli arredi minimal (per quanto possibile). E anche le gallerie si adeguano. Gentleman è andato in avanscoperta per capire come si sta muovendo il mercato, facendo visita alle storiche Hauser and Wirth e Patricia Low Gallery, che consacrano la presenza nel villaggio alpino, e da Gagosian, che ha deciso di aprire proprio qui una nuova sede, la ventesima.
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La novità
La vera novità è, infatti, che l’arte dopo il Covid è decentrata. Si compra online perché le fiere sono chiuse o aperte a singhiozzo e i collezionisti acquistano via web o dal vivo nelle case di vacanza, perché «il futuro è phygital, una via di mezzo tra fisico e digitale», come racconta Iwan Wirth, socio fondatore di Hauser & Wirth, società impegnata non solo nell’arte, ma anche nell’immobiliare. E lo si capisce visitando le varie sedi. Quella dedicata alle private view è nientemeno che il Vieux Chalet, la casa di montagna (e delle feste) del playboy e miliardario Gunther Sachs, a due passi dagli hotel del lusso Palace e Alpina, che, all’occasione, si prestano per installazioni site-specific.
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Le mostre
Le mostre, invece, si tengono al Tarmak22, un loft dentro l’aeroporto privato di Gstaad, nella vicina Saanen, dove si è appena conclusa l’esposizione Günther Förg Mostly Landscapes. A queste, si è aggiunta una nuova location, Casa Gstaad, un interior design e art studio dove gli artisti presentano i loro progetti. Senza dimenticare gli spazi digital.
«Le nostre mostre dal vivo sono accompagnate sempre da quelle online per chi non riesce a venire in Svizzera», spiega James Koch, direttore HW a Gstaad. «Il Covid ci ha fatto fare un passo avanti.
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Ci muoviamo più velocemente adattando la nostra presenza digitale. All’inizio della pandemia, il traffico verso le nostre piattaforme è raddoppiato (+80% di nuovi visitatori), abbiamo raggiunto oltre 650mila follower sui social media e, grazie all’integrazione di nuove tecnologie, abbiamo registrato successo nelle vendite online di fiere recenti».
I billionaire a Gstaad, infatti, scalpitano: aprono wallet per comprare digital art e speculano in criptovaluta. «Non trattiamo ancora NFT, ma la strada è quella: c’è interesse da parte dei nostri artisti, ci chiedono aiuto perché hanno capito che è un mondo che fa gola a una nicchia di collezionisti che esula dai circuiti tradizionali», conclude Koch.
Le esclusive montagne di Gstaad hanno conquistato anche un californiano, uno dei più influenti galleristi del mondo, Larry Gagosian.
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Cifre a 7 zeri
Il dealer di investitori con patrimoni a 7 zeri, dopo cinque anni di pop-up gallery a Gstaad, ha deciso di aprire una galleria: si tratta di uno spazio di 200 metri quadrati in un nuovissimo chalet in legno di pino su Promenade 79. «È un’occasione imperdibile per entrare a far parte della comunità», racconta Millicent Wilner, direttrice di Gagosian a Londra e Gstaad.
«Con il lockdown, infatti, molte famiglie di collezionisti si sono trasferite a vivere qui. E i nostri artisti sono entusiasti di esporre in questa location». Meno di 10mila abitanti che diventano 30mila in alta stagione, sono, infatti, una motivazione convincente per presentare le proprie opere.
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Le novità
L’inaugurazione della nuova galleria, lo scorso 14 febbraio, non poteva che essere all’altezza delle aspettative, con una mostra in anteprima mondiale di Damien Hirst, Myths, Legends and Monsters: una serie di dipinti a olio monocromatici realizzati dall’artista negli ultimi 15 anni che raffigurano personaggi iconici. «Volevamo inaugurare con un artista in grado di suscitare molto interesse, e Damien ben si adatta al pubblico di Gstaad», spiega soddisfatta Millicent.
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Chi conosce molto bene gli habitué di Gstaad è sicuramente Patricia Low, che ha aperto per prima qui 15 anni fa: la sua è la più local tra le gallerie, con un approccio anticonvenzionale e autentico. «Penso agli artisti e non al denaro di chi vive qui», spiega Patricia Low, «prima li porto a sciare e poi a vedere le collezioni». Tra questi, Maurizio Cattelan e Alex Katz. Per la nuova sede, la scelta è andata su Peter Halley e Slim Aarons.
Perché, come scriveva Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».