Versatile, contemporaneo, in grado di soddisfare il desiderio di spensieratezza e sicurezza, il rosa si conferma il colore più amato dalla moda e dal design. E conquista anche il metaverso

Jay si presenta vestito di tutto punto, con un abito rosa. Sono gli anni Venti e lui è il protagonista de Il Grande Gatsby, il capolavoro letterario di Francis Scott Fitzgerald diventato un film nel 1974 e, successivamente, nel 2013.

Fino alla prima metà del ’900 questa tonalità era considerata maschile perché derivante dal rosso, il colore delle guerre o delle alte uniformi, e quindi carica di significati simbolici come la forza, la passione, la virilità. Nel 1959, Barbie ha sottratto il pink all’universo degli uomini per consegnarlo alle ragazze: nel suo mondo tutto è rosa, compreso il marchio.

La storia
Nei decenni successivi la sua nuova accezione è stata oggetto di molte battaglie sugli stereotipi femminili e sull’emancipazione delle donne, fino a quando i Barbapapà hanno segnato un momento di svolta: il papà della famiglia creata da Annette Tison e Talus Taylor è, infatti, tutto rosa. Oggi, nell’epoca in cui l’identità di genere è al centro del dibattito culturale, questa tinta torna a definire l’immaginario comune, dalla moda alla casa, fino al digitale.

«Il rosa è decisamente versatile perché ha un’ampia gamma di sfumature, che va da quelle più fredde, in cui predomina il blu, a quelle scaldate dal rosso o giallo». Racconta Manù Bonaiti, fondatrice con Emma Clerici di Baolab, l’agenzia di trend forecasting specializzata nella ricerca sui colori e i materiali nel design, nell’automotive e nella tecnologia.

«Il rosa è il colore della contemporaneità perché nel suo presentarsi come molto tattile risponde ai bisogni sensoriali ed emozionali delle persone. Questo tono rimanda al corpo e alla pelle, suggerendo una sensazione di morbidezza esaltata nell’ambito tessile, in particolare nei velluti».

Che sia zuccherino e rievochi atmosfere fanciullesche, che sia cipriato e avvolgente, che sia scaldato dal rosso, il rosa è in grado di soddisfare il desiderio di nido, di spensieratezza e di sicurezza accentuato dall’esperienza pandemica.

«Accanto al verde, è il nuovo colore della sostenibilità. Per comunicare tematiche green si utilizzano sempre più spesso i toni caldi delle terre in cui sono compresi i rosa. Si tratta di nuances che seducono per la loro matericità, rievocando le texture di alcune rocce». Tali gradazioni richiamano le distese sconfinate della savana, della tundra, dei deserti, suggerendo un ritorno alla primordialità: sono luoghi naturali e incontaminati che diventano un rifugio per la mente.

Dualismi
«Il rosa è una delle sfumature che funziona anche nel mondo smaterializzato. È uno dei toni più utilizzati nel metaverso perché ha la capacità di attirare l’attenzione».
Nello spettro elettromagnetico, infatti, l’occhio percepisce meglio i colori caratterizzati da onde lunghe.
Sembrerebbe, dunque, che questa tinta riesca a interpretare perfettamente il dualismo contemporaneo, dando un senso a quel continuo passaggio fra esperienze reali e metafisiche.

Le sfumature
Il rosa dell’universo digitale è interpretato con sfumature intense, tonalità baby e nuances che tendono al viola, come il Pantone 2022, il Very Peri. Ottenuto dall’incontro di rosso e blu, questo tono racconta la fusione della vita reale con quella virtuale, in cui si creano costantemente nuove possibilità perché i confini esplorativi si estendono all’infinito.

È ciò che accade su Tik Tok, il luogo non-luogo in cui nascono trend e sottoculture come quella delle Soft girls che, con la loro estetica ispirata ai manga e agli anime giapponesi, conquistano la Gen-Z a colpi di lilla, fucsia e rosa baby.