In un angolo della Sardegna del sud, il Conrad Chia Laguna Resort è l’indirizzo per una vacanza all’insegna della natura e del lusso sussurrato

La prima sensazione che si prova quando si arriva al Conrad Chia Laguna Sardinia è quella di essere catapultati in un angolo segreto dell’Isola, fatto di profumi e colori, dove la natura è ancora predominante.

Le dune selvagge che portano verso le spiagge di sabbia fine dell’albergo, la Laguna popolata da fenicotteri rosa, i percorsi naturalistici da percorrere in bike o a cavallo e la Torre di Chia che si staglia sul panorama, visibile da ogni angolo dell’hotel.
Rebranding
L’albergo, gestito da Italian Hospitality Collection, debutta quest’anno con il brand di lusso Hilton Conrad Hotels & Resorts.
Una collaborazione, quella con il Gruppo dell’ospitalità americana, iniziata lo scorso anno con il Baia di Chia Resort Sardinia, Curio Collection by Hilton, una delle tre strutture che compongono il Chia Laguna Resort (la terza è l’Hotel Village).
Restilyng

Oltre il rebranding, il Conrad Chia Laguna è stato oggetto di un restyling realizzato dallo Studio Marco Piva che è riuscito a trasmettere quella sensazione di naturale bellezza e lusso, mista alla tradizione e allo stile locale, che rende unica una vacanza in quest’angolo della Sardegna del Sud.
Camere

Le 107 camere e suite si dividono in due aree, quelle interne all’Hotel, dotate di esclusivi terrazzi panoramici, e l’area Oasi di vocazione family, con piscina dedicata, giardini privati e percorsi nel verde rigoglioso del resort.
L’ultimo piano è interamente occupato dalla Shardana Presidential Suite: 108 mq (area living, studio, zona notte, due bagni) con una terrazza di 228 mq (converanda, area living e jacuzzi).
Experiences

Senza dimenticare poi le varie experiences legate allo sport, al benessere (con Spa, solarium e palestra) e alla gola: dal poolside bar, per un lunch leggero, al ristorante in spiaggia, dove il pesce è protagonista.
Fiore all’occhiello del Conrad Chia Laguna Resort, poi, il Ristorante La Terrazza.

