Nomadi digitali

di Enrico Dal Buono

Millennial e generazione z aspirano ad essere sempre in posti diversi. Per raggiungere un altrove mai abbastanza lontano… come il protagonista del libro di Yasmina Reza

gentlman tendenze protagonisti nomadi digitaliSono mossi da un’insofferenza febbrile, una smania incessante di nuovi punti di osservazione, vorrei dire di nuove attività ma spesso non fanno altro che posarsi in un punto per poi andare a posarsi altrove (…). Incubo dell’immobilità. Orrore dei tempi morti». Yasmina Reza, in questo passo del suo ultimo libro, Serge (Adelphi), non sta parlando degli umani contemporanei, ma dei piccioni parigini. Che però diventano l’animale totem del suo protagonista, «Serge, incapace di rallegrarsi di essere in un posto senza aspirare subito a non esserci più (…). Io non ho mai creduto che si trattasse di semplice irrequietezza. Gli uccelli non sono né irrequieti né pazzi. Cercano il posto migliore e non lo trovano. Tutti crediamo che esista un posto migliore».

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Basta alzare gli occhi dal proprio smartphone in metropolitana per accorgersi di come anche gli altri, con le teste reclinate sugli schermi, siano agitati dalla stessa fame di altrove di Serge, dal nostro stesso horror vacui. Il posto che occupiamo in un dato momento, per una legge fisica non ancora codificata, non è mai il posto migliore nel quale potremmo trovarci. Ecco che i piccioni diventano il totem di tutti noi e, in particolare, di Millennial e Generazione Z.

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Per uno studio di WhistleOut, i Millennial passano in media di 3,7 ore al giorno davanti a uno schermo, la Generazione X ci passa tre ore e i Boomer due ore e mezza. Il che significa, per i nati tra il 1981 e il 1996, 56 giorni all’anno trascorsi con l’anima collocata in un posto diverso dal corpo. Sciamanesimo usa e getta, metempsicosi tascabile, la middle class che diventa medium class.
Però l’orpello anatomico non ha perso del tutto il proprio fascino, neanche per Millennial e Z, che evidentemente mandano l’anima in avanscoperta a cavallo del web ma poi ci terrebbero molto a spedire a rimorchio il corpo, con tanto di cervello attaccato.

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Secondo il Referto sul sistema universitario 2021, in otto anni i cervelli in fuga dall’Italia sono aumentati del 41,8%: studenti, studiosi, scienziati, ricercatori. «Libero da che cosa? Che importa ciò a Zarathustra! Il tuo occhio deve annunciare sereno: libero per far che cosa?». A questa domanda di Nietzsche risponde il Rapporto 2021 della Fondazione Visentini/Luiss: al primo posto, tra le motivazioni che spingono il 29% dei ragazzi della scuola secondaria di secondo grado a immaginare un futuro oltre confine, c’è un «lavoro soddisfacente», seguito da «autonomia finanziaria», «benessere della famiglia», «difficoltà di fare carriera», «degrado ambientale», «salute mentale e fisica».

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Mentre i loro nonni erano radicati nella terra come ortaggi, complice l’ormai pluridecennale successo delle compagnie low cost, i ragazzi svolazzano nel cielo come colombi. Se una vita lontana, una vita che si spera lunga, può spaventare, una vacanza è sempre troppo corta. Per la Iata, associazione internazionale dei vettori aerei commerciali, con l’auspicabile fine della pandemia, nell’aprile 2022 la domanda di biglietti per tratte internazionali di medio e lungo raggio è cresciuta del 78,7% rispetto all’aprile precedente, mentre quella per le tratte nazionali è addirittura calata dell’1%. Perché il posto migliore non è mai abbastanza lontano.

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Eppure, lungi dall’avere a che fare con i volatili, la radice del termine «nomade» è «némo», cioè «pascolare» in greco antico. Ruminare è l’attività svolta dagli armenti per campare. Per campare, agli umani, quantomeno dal Peccato Originale in poi, tocca lavorare. E però, negli ultimi anni, lo fanno transumando come le mucche. Anche sconfitto definitivamente il Covid-19, si prevede che 4,38 milioni di italiani lavoreranno almeno in parte da remoto.

gentlman tendenze protagonisti nomadi digitaliQuanto ciò sia positivo per i lavoratori poiché l’ufficio è un luogo dell’anima traslocabile perfino in un corpo spaparanzato in spiaggia, o quanto ciò sia negativo poiché pure le catene sono immateriali e quindi allungabili oltre misura, lo scopriremo solo viaggiando nell’altrove per eccellenza: il futuro.

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