Urban Cowboy come Kevin Kostner

di Gioia Carozzi - foto di Andrea Varani

Giuseppe Zeno, coraggioso leale e solitario, da vero cowboy, l’attore si racconta a Gentleman attraverso una carrellata di classici film western

Giuseppe Zeno sembra contenere questi e altri topoi che hanno reso grandi gli eroi del Western. Cresciuto tra Napoli e Vibo Marina, per sua ammissione è diventato attore perché, sin da bambino, erano troppi i lavori che avrebbe voluto fare. «E recitare mi ha dato l’opportunità di svolgerli quasi tutti». Sposato con la bellissima collega Margaret Madè, padre di due figlie di tre anni e di tre mesi, Zeno è diventato un punto di riferimento del teatro italiano, passando dalla tragedia greca alla commedia italiana, a quella shakespeariana, fino a un recente Faust, scritto e diretto da Stefano Reali. Ma la notorietà, quella del grande pubblico, è arrivata con la televisione, grazie a un’infilata azzeccata di serie: Assunta Spina, Il clan dei camorristi, Scomparsa, Mentre ero via. E, se il 14 febbraio, si è concluso un altro successo, Mina Settembre, rivelazione di RaiUno, questa stagione i suoi fan aspettano di vederlo anche nel thriller Luce dei tuoi occhi su Canale 5 e come protagonista di Blanca, altra serie Rai per la regia di Jan Michelini. Nel frattempo, per Gentleman, si è divertito a interpretare il servizio di moda in queste pagine, trasformandosi in un cowboy urbano. E accettando di raccontarsi in un’insolita intervista nella quale ha scelto di abbinare a dieci capolavori del genere Western, dieci temi che spaziano dall’attualità a una sfera più personale e riflessiva.

 

Giuseppe Zeno, fotografato da Andrea Varani, indossa un total look Tod’s.


Gentleman. Iniziamo dal film Corvo rosso non avrai il mio scalpo, nel quale è predominante il rapporto tra uomo e donna: lei come lo vive?

Giuseppe Zeno. Nella mia esperienza di vita, molto diversa dal film, lo vedo come consolatorio. Veniamo al mondo sostanzialmente da soli, nudi e in mezzo al nulla. A darci la vita, almeno per il momento, è ancora solamente la donna. La prima nostra fonte di nutrimento è il seno materno. Diciamo che gli uomini sono indissolubilmente legati alla figura femminile sin dall’inzio.

 

G. Passiamo a un altro grande classico, Mezzogiorno di fuoco, e il tema della solitudine, forse mai così attuale come oggi.
G.Z. Rapportata al film, la solitudine è quella dello sceriffo Will Cane, interpretato da Gary Cooper, che sceglie di restare da solo. La solitu- dine di questo nostro periodo è diversa. Io non ne ho mai sofferto, ma la sento nelle persone più fragili a me care, nella loro gioia alla sola idea, non uscendo per la paura, di poter scambiare anche una telefonata di cinque minuti. Temo che la paura sia il vero problema. Persino una cena oggi può trasformarsi in diffidenza.

Clint Eastwood ne l’uomo dalla cravatta di cuoio

G. Consoliamoci con l’ironia del capolavoro Piccolo grande uomo. Che cosa rimane di Dustin Hoffman trasformato in un vecchio di 121 anni?
G.Z. Quell’ironia mi appartiene. Ho dovuto lavorare però sull’autoironia. A un certo punto della vita ho capito che non dovevo prendermi troppo sul serio, nel privato e anche sul lavoro.

 

G. Ne L’ultimo dei mohicani c’è un altro grande tema attuale, lo sfruttamento delle risorse…
G.Z. Quello che abbiamo fatto al nostro pianeta negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti. Lo abbiamo sfregiato e continuiamo a farlo. Basti pensare che a Roma non siamo ancora arrivati alla raccolta differenziata. Nel mio piccolo cerco di fare quello che posso. Mia moglie e io abbiamo un oliveto in Sicilia comprato con grandi sacrifici, fortemente voluto per potere un giorno lasciarlo incontaminato alle nostre figlie.

Kevin Kostner sul set della serie tv Yellowstone

G. Si evincerebbe che lei abbia un senso della lealtà molto sviluppato. Penso a un classico Western, come Il mucchio selvaggio…
G.Z. La lealtà è un sentimento che cerco di coltivare. Ha molto a che fare con la coerenza. Per fare un esempio, tornando ai miei ulivi, devo essere leale, non posso dimenticare di potarli.

 

G. Però esiste anche la vendetta, forse mai raccontata così magistralmente come in Ombre Rosse.
G.Z. Non sono vendicativo, ma non dimentico. La vendetta, come tutti i sentimenti, va contenuta, ma poi arriva un momento in cui si deve lasciare andare. Detto ciò, non so come potrei comportarmi davanti a un atteggiamento lesivo nei confronti di mia moglie o delle mie figlie.

Peter Fonda sul set di C’era una volta il west di Sergio Leone

G. Crede anche lei, come nel film di Tarantino, The hateful eight, che viviamo in una società nella quale regna la legge del più forte?
G.Z. Alla nostra società è venuta a mancare la forza, rimpiazzata dalla potenza. Quella del più ammanicato, dell’intrallazzatore, del più scaltro.


G. Ci possiamo consolare con la ricerca dell’Eden, tema di C’era una volta il West di Sergio Leone?

G.Z. Il mio paradiso terreno l’ho trovato con la mia famiglia. Mia moglie è l’unica persona con la quale riesco a essere veramente me stesso. E le nostre due figlie sono la cosa più bella che abbiamo.

Sul set di Il mucchio selvaggio

G. Ne La ballata di Buster Scruggs, il western del 2018 dei fratelli Cohen, si torna all’importanza della tradizione orale: crede che l’abbiamo dimenticata?
G.Z. Viviamo in una società di smart- working, smart-phone, smart-tutto. Ci hanno tolto la lentezza e questo danneggia la creatività. La cultura, la conoscenza, la curiosità, il tempo per approfondire sono le uniche cose che ci salveranno. E sarà questo che insegnerò alle mie due figlie.

 

G. L’ultima pellicola è Butch Cassidy, con Robert Redford e Paul Newman, diretti dal premio Oscar George Roy Hill.
G.Z. Qui i temi sono l’anticonformismo e la libertà. Diciamo che non sono strettamente anticonformista. Però la libertà per me è fondamentale. «La mia libertà finisce dove comincia la vostra», diceva Martin Luther King. Cerco di metterlo in pratica e di essere libero nella misura in cui la libertà mi permette di essere me stesso.

Giuseppe Zeno indossa impermeabile macro logo, Herno; polo in fresco di lana e camicia con bottoni automatici, Salvatore Ferragamo; jeans 5-tasche, Won Hundred (in vendita su Zalando); cintura, Orciani; boots di pelle, Tod’s.

gentleman editoraile aprile 24

Iscriviti alla nostra newsletter per essere aggiornato
sul lifestyle del Gentleman contemporaneo