Dal blazer blu ai pantaloni Nantucket, dai penny loafer alla button down, capi che sembrano appena usciti dal guardaroba di uno studente della Ivy League,
per un perfetto stile new preppy
Il ritorno di alcuni look preppy nelle collezioni ha evocato immediatente nella mente il famoso libro Preppy Handbook, manuale satirico di Lisa Birnbach del 1980 dedicato all’ arte di vestire blazer blu, camicie rosa, polo, button down, chinos e penny loafer. Ma la vera origine della moda preppy risale molto più indietro. Si tratta di un racconto antico come la moda americana stessa.
Penny loafer in pelle di Doucal’s
Perché si dice preppy? Il termine lo ha pronunciato per Ali McGraw nel film Love Story (1970). Dramma romantico ambientato nel più tradizionale scenario dei campus americani. Ali, alias Jennifer Cavalleri, studentessa di origini italiane e povere, bolla il suo boyfriend Ryan O’Neil, alias Oliver Barret IV, come «un dannatissimo e stupido preppy».
Polo in cotone di Tommy Hilfiger.
La parola preppy infatti è una contrazione dei sostantivi preparatory e school e, la vera origine di questo stile, risale proprio in quelle prestigiosissime scuole secondarie, come la Roxbury Latin School a Boston nel Massachusetts o la St. Paul’s School a Concorde nel New Hampshire, per prepararsi ad accedere alle autorevoli università di Yale, Princeton, Harvard, Brown, Columbia, Cornell e Dartmouth College.
Giacca in velluto leggero di Aspesi.
Quelle che compongono la famosa Ivy League (la federazione atletica delle otto storiche università private fondata nel 1954 negli Stati Uniti). Luoghi in cui gli studenti erano obbligati a indossare una divisa uguale per tutti e ad avere un certo comportamento etico e morale. Succedeva che negli anni venti del 900, nei salotti di questi illustri campus gli studenti inventarono un nuovo modo di abbigliarsi.
Cappello di Givenchy.
Rilassato. Mixando capi rubati alle unifirmi sportive con classici del guardaroba maschile. Accessoriandolo con cravatte, cappellini di paglia, enormi cappotti di pelliccia e stemmi. Per un risultato un po’ freak e ironico ma elegante con nonchlance.
Mocassino in suede con suola in para di Emporio Armani.
Protetti in un paradiso per pochi, questi studenti hanno dettato le linee guida dello stile preppy: blazer blu, scarpe stringate, le classiche oxford di foggia sportiva, prese dal mondo del golf, pull over e mocassini penny loafer.
Total look Boss.
Ma la rivoluzione è arrivata con Ralph Lauren negli anni 80, quando lo stilista ha disegnato l’intero guardaroba del perfetto preppy, sdoganando la divisa a stile di vita. Una tendenza che non passa mai di moda il preppy. Perchè è caratterizzata da pezzi senza tempo che, più invecchiano e sono vissuti, più diventano belli.
Blazer con tasche applicate di Tagliatore.
E il fascino è sopratutto nel mondo che evoca. Fatto di vacanze con gli amici a Martha’s Vineard, partite di golf, tornei di polo, pic nic e regate in barca a vela a Nantucket, gite a cavallo e ville piene di luce negli Hamptons. I Kennedy insegnano. Una combinazione ideale di intelletto, grazia e gioia di vivere.
Oggi è uno stile che torna sulle scene esclusivo e democratico allo stesso tempo. Con la polo di Tommy Hilfiger, i penny loafer di Doucal’s, il completo di Boss, i chinos di PT Torino, lo spezzato di Aspesi e il blazer di Tagliatore. Tratti distintivi facilmente identificabili, ma understatement al punto giusto da far emergere, non tanto i capi, quanto il modo in cui si indossano.
Sneakers in tela di Marni.