Il mondo secondo Richard Mosse

di Giuliana Di Paola

Clima, conflitti e migrazioni questi i grandi temi del fotografo irlandese. Alla Fondazione Mast di Bologna la sua prima retrospettiva aperta fino a settembre.

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Richard Mosse, Platon, Congo Serie, Republica Democratica del Congo orientale, 2012.

Il mondo secondo Richard Mosse. La Fondazione Mast di Bologna ospita la prima grande mostra antologica del fotografo irlandese che da anni è impegnato a far uscire il genere documentario dalla stretta cornice in cui è stata confinato.

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Richard Mosse, Nave mineraria, fiume Crepori, Stato di Para, Brasile, 2020.

Displaced mette in mostra 77 fotografie di grande formato dai primi lavori fino alle serie più recenti come Tristes Tropiques (2020), realizzati nell’Amazzonia brasiliana. Richard Mosse ha immortalato l’arco del fuoco nel Pantanal, seguendo il fronte di deforestazione del più grande polmone verde del mondo.

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Richard Mosse, Lost Fun Zone, Republica democratica del Congo orientale, 2012.

Dalla deforestazione amazzonica ai conflitti in Congo e in Iraq, fino ai campi profughi in Grecia l’obiettivo di Richard Mosse è sempre stato mostrare il sottile confine su cui si scontrano i cambiamenti sociali, economici e politici.

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Richard Mosse, Piscina del palazzo di Uday, provincia di Salah-a-Din, Iraq, 2009.

“L’artista è determinato a rilanciare la fotografia documentaria, facendola uscire dal vicolo cieco in cui è stata rinchiusa”, ha spiegato il curatore Urs Stahel. “Vuole sovvertire le convenzionali narrazioni mediatiche attraverso nuove tecnologie, spesso di derivazione militare, proprio per scardinare i criteri rappresentativi della fotografia di guerra”.

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Richard Mosse, Souda Camp, Isola di Chios, Grecia, 2017.

Tra le tecniche militari usate c’è la termocamera, nota fin dai tempi della Corea, in grado di cogliere le differenze di calore nell’intervallo degli infrarossi: invece di immortalare i riflessi della luce, registra le mappe termiche. Mosse le ha usate per la serie Heat Maps scattate nei campi profughi in Grecia e Turcha e la video installazione Incoming. 

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Un’altra foto scattata in Congo da Mosse con la tecnica Kodak Aerochrome che trasforma

Anche la scenografica serie del Congo è frutto di una tecnologia usata in campo militare: e ormai fuori produzione: Kodak Aerochrome, una pellicola da ricognizione sensibile ai raggi infrarossi, per individuare le persone mimetizzate. Mosse ha catturato, invece, la clorofilla presente nella foresta pluviale trasfigurandola in un surreale paesaggio dalle tinte rosa.

RICHARD MOSSE, Displaced. Migration, conflit, climate change – fino al 19 settembre 2021

Fondazione MAST, via Speranza 42, Bologna

Ingresso gratuito con obbligo di prenotazione

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