La fabbrica dei valori

di Gioia Carozzi

Etica. Cultura. Gentilezza. Si chiama Born in Oasi Zegna ed è il libro multisensoriale che racchiude lo spirito del gruppo del lusso maschile biellese e del suo visionario fondatore, Ermenegildo Zegna

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Come si racconta un brand che scrive e riscrive la storia del lusso maschile, dell’artigianalità, dell’etica e della bellezza da oltre 110 anni? Se ci si chiama Zegna e si è fondato il proprio gruppo (quotato nel 2021 alla Borsa di New York) sulla ricerca infinita dell’eccellenza, lo si fa pubblicando quell’oggetto che, per chi si fosse dimenticato, si chiama: libro.

Già, Born in Oasi Zegna (edito da Rizzoli), che viene presentato a Milano, durante il Salone del Mobile, con una serie di iniziative in giro per la città, è la risposta educata all’era della rivoluzione digitale, alla freddezza di uno schermo, alla schiavitù di parole chiave, indicizzazioni, posizioni serp, foto ottimizzate e testi semplificati per diversamente colti.

Questo è un libro multisensoriale, a tratti persino carnale, il cui profumo scatena inevitabilmente l’effetto madeleine di Proust. È lo strumento scelto per raccontare la storia di un fondatore visionario, Ermenegildo Zegna (1892-1966), del suo impero della bellezza diventato uno degli esempi di successi imprenditoriali italiani più citati negli atenei di tutto il mondo.

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Ma questa non è solamente la storia di un produttore tessile che, da Trivero, paesino del Biellese, è riuscito a sfilare lo scettro dei migliori tessuti al mondo ai britannici.

O di come il gruppo Zegna, arrivato alla quarta generazione, sia diventato un polo del lusso che oggi include anche Thom Browne, Tom Ford Fashion (gestito in accordo di licenza a lungo termine con The Estée Lauder Companies. Inc.), oltre alla Luxury Textile Platform, una piattaforma di realtà tessili del lusso Made in Italy che ha come obiettivo la salvaguardia della filiera artigianale italiana (e che, oltre al Lanificio Zegna comprende: la manifattura Bonotto, gli arredi tessili Dondi, Pettinatura di Verrone, Filati Biagioli, le tessiture Ubertino e di Novara).

Questo è un libro che, come si può evincere dal titolo, prima di tutto, celebra ciò che distingue Zegna da tutti gli altri: l’Oasi Zegna. Ossia, quel progetto nato negli anni Trenta dal desiderio di giving-back di Ermenegildo alla sua comunità e territorio di origine.

Dove il Lanificio non era confinato dal suo cancello ma andava bene oltre, sino alla biblioteca, l’asilo, la palestra, la clinica della maternità e dell’infanzia, a tutte quelle infrastrutture costruite per i dipendenti e per il benessere della comunità.

E proseguiva fino alla strada 232, lunga 26 km, disegnata dallo stesso Ermenegildo e fatta realizzare per unire l’azienda con la famosa Oasi, un territorio che si estende per 100 km quadrati, da Triverio alle Alpi Biellesi, con 1.420 ettari di boschi, 170 ettari di pascoli, patrocinio del Fai (Fondo ambiente italiano) dal 2014 e aperta al pubblico.

Una strada che parla di una filosofia etica di vita che percorre anche tutto questo coffee table book, questo libro che è: «La casa dei nostri valori: che racconta la nostra storia, la visione di Ermenegildo Zegna, di come ha trasformato le sue idee in tessuto, creando una foresta, una strada, una comunità.

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Il suo green-thinking è ancora oggi alla base dell’etica della nostra azienda, la nostra strada verso il futuro. Questo è un libro innovativo, tattile, emozionale», si legge nell’introduzione di questo strano oggetto che si pensava obsoleto, che di convenzionale non ha proprio nulla, che non segue nessuna storia cronologica, che non è neppure una biografia del suo fondatore, che non parla mai di moda ma al massimo di lifestyle.

Ma che è un inno alla bellezza, stampato su carte diverse, tutte con certificazione Fsc, nel rispetto dell’ambiente e di quella biodiversità tanto cara a questo impero nato sotto il segno del cardo.

gentleman editoraile aprile 24

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