Milano celebra Gabriele Basilico, a dieci anni dalla sua scomparsa, con Le mie città, una doppia mostra, in Triennale e a Palazzo Reale: è il primo grande omaggio che la città in cui Basilico è nato, e ha vissuto, rivolge al fotografo e a al suo sguardo cosmopolita.

Promossa e prodotta con il Comune di Milano-Cultura, insieme a Electa, e con il contributo scientifico dell’Archivio Gabriele Basilico, la mostra Gabriele Basilico. Le mie città propone complessivamente circa 500 opere, partendo dall’attraversamento di Milano, in Triennale, per guardare e arrivare al Mondo, a Palazzo Reale.

Milano in Triennale…
«Negli anni Milano è diventata per me come un porto di mare, un luogo privato dal quale
partire per altri mari, per altre città, per poi ritornare e quindi ripartire». Così Gabriele Basilico racconta il rapporto con la sua città, un rapporto che, attraverso 13 serie fotografiche e centinaia di opere, di cui 180 fotografie a parete e un’ampia selezione di immagini d’archivio in teca, viene approfondito in Triennale (fino al 7 gennaio 2024).

Le 13 serie esposte in Triennale ripercorrono la carriera di Basilico dagli esordi, , iimmersi nel clima del reportage sociale, fino agli ultimi e più spettacolari lavori, in una traiettoria che descrive per frammenti la trasformazione di Milano. Un racconto che spazia dall’architettura al tessuto edilizio, passando per i monumenti, lo sviluppo urbano e le trasformazioni di Milano e della sua area metropolitana.

…il Mondo a Palazzo Reale
Circa 200, invece, le opere esposte a Palazzo Reale (in mostra fino all’11 febbraio 2024): si tratta di una ricca selezione dall’Archivio Basilico tra i più importanti lavori dell’artista nel corso della carriera, realizzati in occasione di eventi internazionali nei quali è stato spesso l’unico autore italiano presente.

Lo spazio del Lucernario è occupato da Sezioni del paesaggio italiano, mentre la Sala delle Cariatidi ospita 100 fotografie di oltre 40 città realizzate in occasione di prestigiosi incarichi internazionali, fra cui Shanghai, Rio de Janeiro, San Francisco, Mosca, Londra, Parigi, Istanbul, Tel Aviv, Hong Kong…
Città e metropoli del mondo che compongono una foresta di visioni che lo spettatore scopre come fosse perduto dentro un film, dove ogni fotogramma è simile eppure diverso.

Ordinare gli spazi di luoghi affollati non solo dalle architetture urbane, ma anche da tutti quei segni che specificano la natura e l’appartenenza di un luogo a un determinato contesto sociale e culturale, scegliendo una prospettiva frontale oppure verticale, privilegiando la veduta panoramica o sezionando un pezzo di città come fosse uno studio anatomico: la pratica fotografica di Basilico è sempre la somma di un’esperienza, di un insieme di informazioni che il fotografo ha raccolto e trasformato in immagini.
