28 opere di Johannes Vermeer per la prima volta in mostra al Rijksmuseum di Amsterdam. Un percorso che svela la vita del misterioso maestro olandese
La Ragazza con l’orecchino di perla, uno dei dipinti forse più noti al pubblico (qui sopra), rivolge il suo sguardo disarmante al visitatore. È una delle 28 opere che il Rijksmuseum di Amsterdam propone nella sua prima mostra antologica, dal titolo Vermeer, dedicata al grande maestro olandese (fino al 4 giugno).
Un’esposizione epocale per il numero di dipinti riuniti, prestati da musei e collezioni di tutto il mondo, e per le novità intorno a questa figura enigmatica. Di Johannes Vermeer (1637-1675), genio nel rendere sulla tela atmosfere intime e intense in un miracolo di colori e luce, restano solo 37 dipinti e pochi documenti con scarse notizie sulla sua vita.

Un’aura di mistero che ha portato a definirlo laAmsterdam, , la città dove era nato e aveva trascorso l’intera esistenza, immerso nell’arte e alle prese con gravosi doveri famigliari. Dal suo matrimonio con Catharina Bolnes, di famiglia cattolica, erano nati 15 figli, di cui 11 arrivati all’età adulta. Un percorso segnato dal successo, era stato due volte a capo della Gilda di San Luca, la corporazione degli artisti e da rovesci di fortuna.
Le ultime analisi condotte su alcuni dipinti con tecniche scientifiche d’avanguardia hanno permesso di scoprire nuovi aspetti del processo creativo alla base dei suoi dipinti, mentre la ripresa delle ricerche negli archivi ha aperto inaspettate prospettive sulla biografia e le scelte artistiche dell’artista.

Vermeer era aperto alle tendenze culturali e scientifiche del periodo, come gli studi sull’ottica, un riferimento importante che si riflette nelle sue opere. Alla sua morte, a contrasto con un funerale lussuoso, come emerso dalle ultime scoperte, la moglie fu costretta a vendere tutti i dipinti in suo possesso per pagare i debiti.