Tefaf,la Fiera delle meraviglie

di Roberta Olcese

Per la 36ª edizione di Tefaf, Maastricht si trasforma in un’incredibile  Wunderkammer per collezionisti e appassionati. Dall’arte antica, moderna e orientale al design, ai gioielli, qui c’è tutto

gentleman arte tefaf 2023 Maastricht

Viaggiare, vedere, toccare. Non basta più scoprire i capolavori dell’arte via Zoom e seguire le vendite in streaming. I collezionisti, probabilmente stufi delle mediazioni dei consulenti e della tecnologia, hanno ripreso a viaggiare, precisamente in direzione Maastricht, per la 36ª edizione di Tefaf, la fiera d’arte, antiquariato e design più importante al mondo che torna al suo tradizionale appuntamento dall’11 al 19 marzo. Senza che ci siano altre manifestazioni a turbarne la visibilità.

Duecentottanta espositori internazionali, di cui 22 italiani e dieci giovani operatori alla prima edizione nella sezione showcase, hanno selezionato oggetti che vanno oltre le aspettative, per un pubblico sempre più variegato, composto da direttori e curatori di musei, su cui gravitano le aspettative soprattutto dei dealer di arte antica, e da curatori di fondazioni private, attesi invece dai galleristi di arte contemporanea.

Joséphine Baker, del pittore francese Jean-Gabriel Domergue, esposta da Berko Fine Paintings.

Ma come sta andando il mercato dell’arte?

Il vento sembra girare per il verso giusto, le aste americane di Old Master da Sotheby’s e Christie’s a gennaio sono, infatti, andate bene, rinforzando il mercato con nuovi record (10 milioni di dollari pagati per un Bronzino) e cifre importanti (27 milioni sborsati per un capolavoro di Rubens del 1609, dipinto a un anno dal rientro del maestro fiammingo dall’Italia ad Anversa). Ora tocca a Tefaf.

«Speriamo di tornare agli antichi albori», racconta Marco Voena pensando ai potenziali acquirenti, «anche i musei medi possono avere un budget inatteso proveniente da una donazione o da un privato che sponsorizza un acquisto». In ogni caso è certa la presenza di esperti di Getty e Metropolitan Museum.

gentleman tefaf Maastricht voena Fontana White 4 slashes 1965 T 20

Voena, insieme al socio Edmondo Di Robilant, nel 2018 ha venduto un dipinto di Artemisia Gentileschi alla National Gallery di Londra. Da allora l’attenzione per le donne è forte, come spiega: «Investiamo sulle pittrici, i musei americani le cercano insieme ai quadri con la cultura delle isole caraibiche». Nello stand del gallerista si trova anche un inedito Concetto Spaziale di Lucio Fontana (sopra), uno dei primi tagli oro e nero del 1959 con il fondo dipinto: la quotazione è di 1,5 milioni di euro.

La forza della fiera è la specificità, il percorso è organizzato come un piccolo museo con settori dedicati all’arte antica e a quella moderna, l’Ottocento, l’arte orientale, i tappeti, il design, i gioielli, la carta, l’archeologia, le armi e molto ancora. A Tefaf c’è tutto.

«A cercare bene», consigliava Rachele Guicciardi, storica delegata di Christie’s, «si rivedono molti lotti passati all’incanto», con una nuova attribuzione o semplicemente puliti e sistemati.

In un viavai schizofrenico di fiere, l’edizione di Tefaf Maastricht rispetto alle concorrenti, da Seoul a Frieze Master, a Los Angeles, ha un altro punto di forza: la durata.

«È la fiera più lunga, dura dieci giorni, il range degli oggetti da proporre diventa ampio: ci sono i capolavori, ma anche oggetti più piccoli per chi passa in giornata», spiega Adrian Sassoon, riferimento internazionale per le ceramiche contemporanee che mischia con indiscusso sapere alle porcellane francesi del Settecento. Non per niente la sua galleria è al confine tra il settore contemporaneo e quello antico.

Sassoon, gallerista inglese basato a Londra, rappresenta la continuità dei generi, seleziona un pool di artisti con opere già presenti nelle collezioni dei musei, da Kate Malone, capace di intrecciare la ceramica come fosse un canestro da frutta (sopra), a Hitomi Hosono, autrice intuitiva e delicata di ceramiche bianche ispirate alla flora, attualmente in mostra al Minnesota Art Museum.

Come sarà lo stand dell’antiquario milanese Carlo Orsi?

«Eterogeneo», risponde l’interessato spiegando che per questa edizione si va indietro nel tempo, a un fondo oro trecentesco, a un ritratto di Tintoretto riscoperto e appena pubblicato in un catalogo, a un bronzo portafortuna del Seicento e a un altro, più recente, realizzato da Sirio Tofanari, scultore toscano appassionato di animali, capace di attendere per ore la posa giusta.

«È uno scultore che ho già avuto, prima l’ippopotamo con la sua mamma, ora l’elefante», racconta Orsi divertito mentre conferma ancora una volta che «la peculiarità della fiera è soddisfare tutte le curiosità e gli interessi, non per forza a cifre inarrivabili, dipende dal tipo di oggetto». Come il suo stand, dove si incontrano anche amici che non collezionano «rimasti folgorati da bellezza e diversità dei lavori: dall’arte africana all’archeologia, il design, l’arte himalaiana».

Il dialogo tra antico e contemporaneo trova, infatti, spazio a Tefaf.

Ne sono un esempio i galleristi di Continua, che festeggiano i 25 anni di attività, ricordando quando hanno aperto la galleria a San Gimignano, non proprio Times Square. Oggi hanno sedi sparse per il mondo da Pechino all’Avana, passando per Parigi.

Tra gli artisti rappresentati a Tefaf, capisaldi come Ai Wei Wei, presente a Maastricht con lavori della serie Lego che, come i pixel di un NFT, ricreano la Venere dormiente (dopo Giorgione), simbolo del Rinascimento italiano rifatto niente meno che da un caposaldo dell’arte cinese. Costa un milione di euro (sopra).

gentleman editoraile aprile 24

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