Il lusso per i veri gentleman non è questione di logo, quanto di cultura. non solo di chi il prodotto lo crea, ma anche di chi lo sceglie. Ecco la top ten

Il lusso non è questione di logo, ma di cultura. Di chi il prodotto lo crea, ma anche di chi lo sceglie. Ecco la top ten per veri gentleman. Dal coltello con manico tempestato di zaffiri al tessuto più pregiato e più sottile al mondo.
Record Bale di Loro Piana
Spaccare il capello in quattro si dice, anche in francese e inglese, per indicare qualcuno pignolo fino alla pedanteria. Figurarsi dividerlo in otto, ma è proprio quella la dimensione del tessuto più pregiato al mondo: 10,6 micron, ossia un milionesimo di metro o millesimo di millimetro, quando un capello umano si aggira sugli 80 micron. Tanto misura la Record Bale della fattoria australiana Pyrenees Park, vincitrice per il sesto anno consecutivo del concorso lanciato a fine anni 90 da Loro Piana.

Una gara sul fil di lana, quella del Record Bale, ma di certo non questioni di lana caprina perché, diceva Leonardo: «I dettagli fanno la perfezione, ma la perfezione non è un dettaglio». La lana del Record Bale è così fine da diventare una seconda pelle e, come tale, si adatta ai movimenti del corpo e alle variazioni di temperatura.

Dai 150 metri tessuti con la Record Bale si confezionano 40 abiti, giusto Pier Luigi Loro Piana, vicepresidente della maison, parte della galassia del lusso Lvmh, e pochi, molto happy few possono vantare un vestito con la scritta 10,6 micron. Ma una volta entrati nel giro, non se ne esce: perché agli acquirenti del Record Bale è riservato il diritto di prelazione sulle produzioni future. E perché quando ci si abitua all’ottimo, difficile accontentarsi del buono.
Tokyo 2023 di Patek Philippe
Perché il lusso non è tanto questione di soldi, quanto di cultura, di savoir faire. Di artigiani e produttori che il bene lo creano, certo, ma anche di chi lo sceglie. Non a caso i brand investono sul made to measure e lanciano collezioni ad hoc per mercati di nicchia come Tokyo 2023 di Patek Philippe.

Presentata a giugno, è una collezione in esclusiva per il Giappone, di 40 creazioni tra pendolette da tavolo, orologi da tasca e da polso, che condensano il virtuosismo tecnico, tra incisione, guillochage e cinque diversi tipi di smaltatura, dell’ultima manifattura familiare ginevrina rimasta indipendente dal 1839 a oggi.

Brugal x Orsoni Venezia 1888
Un’eccezione con parecchi esempi nel settore del lusso, dove la sapienza si passa di generazione in generazione. Come dimostra la collaborazione Brugal x Orsoni Venezia 1888. Due aziende, due famiglie, una sola storia che inizia nello stesso anno, in due continenti diversi.

Brugal, il rum super premium della Repubblica Dominicana, e la storica fornace di Cannareggio, l’ultima a lavorare il mosaico a foglia d’oro 24 carati e smalti veneziani in più di 3.500 tonalità. La Libreria del Colore, presentata da Orsoni all’Expo di Parigi del 1889, ha ispirato Gaudí per la sua Sagrada Familia, per dire.

Il risultato è una collezione di 18 pezzi unici, realizzati a mano, di cui uno, come da tradizione per Brugal, venduta all’asta per beneficenza (a settembre, da Bolaffi): Liquid Gold, in omaggio al retaggio comune.
Nel settore dl lusso sono molte le aziende familiari, dove la sapienza si passa di generazione in generazione
I gemelli da polso di Barbarulo Napoli 1894
Alcuni hanno il coraggio di deviare dalla tradizione familiare, com’è stato per Cristiano Barbarulo, ultimo erede dell’omonima gioielleria fondata nel 1894 a Napoli, che dal 2012 ha incentrato il business sui gemelli. Oggi, al polso di Toni Servillo, Michael Caine e Geoffrey Rush.

Napoli contende a Savile >Row il ruolo di capitale dello stile maschile
Le scarpe su misura di Paolo Scafora
Napoli contende a Savile Row il ruolo di capitale dello stile maschile. Qui, l’alto artigianato è di casa e la scuola sartoriale partenopea veste da sempre i gentleman nostrani. Lo stesso vale per la tradizione delle calzature fatte a mano. Un nome su tutti: Paolo Scafora, anche se il nome, a dir il vero, è sulla suola e non in bella vista. Lo stesso vale per tanti brand del lusso universalmente noti, senza diventare loghi.

Giardino dell’Eden di Bianchi e Nardi 1946
Bianchi e Nardi 1946, per esempio, dal dopoguerra è un’eccellenza nella lavorazione del pellame esotico. Fiore all’occhiello il coccodrillo agatato, così detto per il cilindro in agata del macchinario che lo lucida a specchio dando eccezionale brillantezza ai colori. Come nella prima collezione limited edition creata da Alessandro Fumagalli, direttore creativo di Bianchi e Nardi 1946.

Seguendo le nuove vie del lusso, si arriva nel comfort zone dei distretti: dal vetro veneto ai pellami toscani
La quercia di Vitolupo
Seguendo le nuove vie del lusso ci si ritrova spesso nei rassicuranti confini dei distretti, ricchi bacini di antica sapienza da interpretare secondo canoni moderni del gusto.

Esempio perfetto, Vitolupo, spin off dell’azienda che del fondatore aveva solo le iniziali: Ellevi, eccellenza brianzola nel design per hôtellerie e yachting per decenni noto più all’estero che in Italia.
Blue Sky di Massimo Manca
Com’è ancora Massimo Manca, maestro del coltello di Pattada, che ha elevato ad arte la manifattura delle lame di questo paesino del sassarese. Una tradizione arrivata in Sardegna grazie alle dominazioni arabe e spagnole e affinate da Manca tanto da sedurre proprio il mercato arabo più esigente.

La linea di coltelli a serramanico di Massimo Manca ispirata alle vele del Burj Al Arab è in vendita nello shop dell’hotel icona di Dubai accanto a gioielli e pezzi unici.
Tuttoattaccato
Tuttoattaccato è invece il nome del brand creato a Bassano del Grappa (Vicenza) dell’architetto Carlo Guazzo nel 2006 per recuperare la tradizione veneta di vetro e ceramica con tanto di manifesto.

Il profumo personalizzato di Maria Candida Gentile
Come si diceva, il lusso è cultura, e spesso i confini tra artigianato e arte sono sfumati. Lo si capisce sulla scia della carriera di Maria Candida Gentile, maître parfumeur delle star, da Madonna a Carolina di Monaco, che ha creato le linee di profumazione per cinque stelle come Albereta e Borgo Egnazia, ma che ha anche esposto le sue opere alla Biennale di Venezia e alla Neuer Berliner Kunstverein a Berlino.
