Ceselli preziosi

di Luisa Ciuni

L’arte del cesello, incastonare, creare dal nulla oggetti preziosi di assoluta bellezza è da secoli un’arte che in Italia raggiunge vertici assoluti. Il primo è stato Benvenuto Cellini.

Lo dimostrano i marchi

Come testimonia l’ingente numero di marchi orafi nati nella Penisola da Pomellato a Damiani passando per Buccellati, Gismondi 1754 e chi più ne ha più ne metta.

Negli ultimi anni, inoltre, anche brand della moda come Dolce&Gabbana, per non citarne che uno, esplorano la bellezza infinita di collane, anelli, orecchini dando vita a oggetti che ribadiscono la forza e la bellezza del made in Italy.

 

L’ulivo di smeraldi, collier di Dolce&Gabbana.

È diventato necessario cercare i giovani che erediteranno l’altissimo artigianato dei padri.

Nuove leve che devono avere caratteristiche eccezionali, la semplice abilità non basta più a soddisfare il mercato e la complessità degli oggetti che desidera.

Oggi, anche la collana più lineare deve avere un requisito: essere fatta a mano, possibilmente in Italia, un valore aggiunto. Figurarsi quelle complicate.

Basta con la gioielleria di massa importata in un concetto mal digerito di globalizzazione.

L’iniziativa di formazione di Buccellati con la Scuola Orafa Lombarda.

Adesso la tecnologia aiuta nella cernita delle pietre e in mille altre cose, ma non può ancora sostituire l’abilità e la creatività di un grande orefice. Inoltre, da sola, non può certo assicurare l’assoluta sostenibilità del gioiello prodotto, un altro dei must richiesti da un pubblico disposto a spendere ma sempre più esigente.

Per creare valore servono giovani in grado di rendere il proprio lavoro un’opera d’arte

E per cercare e formare le nuove leve sono sempre di più le case che hanno istituito scuole interne o si sono legate a quelle già esistenti se non a strutture particolari.

Gismondi 1754 ha salvato una realtà che era stata acquistata dalla francese LVMH, un pezzo di alto artigianato nazionale che stava finendo all’estero.

E lo ha riportato in Italia al servizio delle proprie creazioni con intenzioni di ampliamento e sviluppo.

L’anello Eternelle in argento con zaffiri, di Buccellati.

L’idea di collaborare. L’ultima novità in fatto di scuola riguarda Buccellati.

«L’artigianato è fondamentale per la nostra azienda», ha spiegato Andrea Buccellati presidente della maison fondata da Mario Buccellati nel 1919, «una volta si imparava nelle botteghe, mentre oggi il mondo è cambiato e ci sono scuole specializzate che ci aiutano a creare generazioni di artigiani, il nostro maggiore investimento».

Detto fatto.

Buccellati (che fa parte del gruppo svizzero del lusso Richemont) ha siglato con la Scuola Orafa Lombarda (una delle più reputate d’Europa) un accordo secondo cui finanzierà dal settembre 2023 il percorso formativo per i primi 12 allievi di un master con 4 specializzazioni: oreficeria, cesello, incisione e incassatura al microscopio. Ogni sei mesi verranno scelti i sei migliori giovani che troveranno lavoro presso l’atelier.

Collana in argento con zaffiri Gardenia, di Buccellati.

 

Ogni pezzo Buccellati di alta gioielleria è rifinito a mano, non ci sono eccezioni: ore e ore di lavoro servono per sabbiare il metallo di un bracciale, formare i trafori sull’oro che renderanno l’ornamento simile ad un pizzo.

Naturalmente, il costo di questi pezzi è elevatissimo, ma basta vedere quelli che la casa eseguì per Gabriele D’Annunzio e che fanno parte della collezione privata della maison per rendersi conto della sintesi fra valore, lavoro e creatività che esprimono.

Sempre all’abilità manifatturiera della cittadina piemontese, si è rivolto l’interesse del marchio Gismondi 1754. Ha acquistato un’intera azienda, la Vendorafa riconosciuta in tutto il mondo per le capacità come la martellatura, l’incisione e lo sbalzo.

Anche in questo caso, l’azienda si è mossa con l’intenzione di garantirsi il meglio dell’artigianato sul mercato proteggendo un patrimonio nazionale sempre più raro da trovare.

«Credo sia sempre più necessario dare uno spazio in cui l’etica del lavoro, il rispetto dell’individuo trovino un ambiente vitale in cui lavorare e crescere»

le parole di Massimo Gismondi, ceo di Gismondi 1754 al momento dell’acquisizione:

«Con Vendorafa diamo continuità e forza a un brand internazionale che, come noi, ha come motto “Fatto a mano da italiani”».

In Lombardia, invece, il luogo di elezione della fucina di Dolce&Gabbana che hanno da poco compiuto 11 anni nel mondo dell’alta gioielleria.

Un esordio coronato da uno straordinario successo, che ha fatto dei propri pezzi l’indispensabile proseguimento dell’haute couture dei due creatori.

Dolce&Gabbana ha avviato una collaborazione con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’arte di Milano per i tirocini formativi per giovani orafi. Il laboratorio è in piena espansione e sono previsti nuovi ingressi.

All’inizio si è partiti da profili specifici (fonditore o pulitore per esempio). Ora l’azienda ha intenzione di trovare ragazzi mossi dal desiderio di fare del proprio lavoro un’opera d’arte.

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