Tiffany Out of the Blue un mare di gioie

di Stefania Spatti

Out of the Blue di Tiffany & Co. è la collezione d’alta gioielleria della maison che s’ispira alle profondità degli Oceani 

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Orecchini in platino e oro giallo con zaffiri, pietra di Luna, tanzaniti e diamanti.

All’improvviso, in modo inaspettato, questo il significato letterale di Out of the Blue, il titolo scelto per l’edizione 2023 del Blue Book di Tiffany & Co. La linea di alta gioielleria di quest’anno è dedicata al mare ed è davvero più sorprendente che mai.

Per gemme, tagli e disegni, non sfigurerebbe in un museo, ma la si può ammirare all’ottavo piano dell’iconico negozio sulla Fifth Avenue, The Landmark, com’è chiamato lo storico palazzo fresco di uno spettacolare restauro durato ben cinque anni che, per l’occasione, si è popolato di stelle marine, conchiglie, coralli, meduse e ricci di mare.

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The Landmark, il palazzo di Tiffany sulla fifth avenue a New York riaperto dopo un restauro di cinque anni. 

Out of the Blue annovera una lunga serie di prime volte. È la prima collezione a essere firmata da Nathalie Verdeille, la chief artistic officer of jewelry e high jewelry dell’azienda fondata nel 1837. È la prima a essere stata concepita e realizzata tutta sotto l’egida di Lvmh, il colosso francese del lusso che, nel gennaio 2021, ha completato l’acquisizione del brand.

«Ed è forse la più speciale», parola di Victoria Reynolds, chief gemologist e vice president of global merchandising, high jewelry di Tiffany & Co., lei stessa incarna un primato perché è prima donna a ricoprire il ruolo nel gruppo. «Senza nulla togliere a quanto facciamo ogni anno, in questo caso ci siamo spinti oltre per via di una combinazione molto particolare di gemme, di una maestria straordinaria e di uno storytelling sublime. Non potrei esserne più orgogliosa».

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Victoria Reynolds, Chief Gemologist and Vice President of Global Merchandising, High Jewelry di Tiffany & Co.

In Tiffany & Co. da 36 anni e da oltre tre nel ruolo di gemmologa, Victoria Reynolds è la guida migliore per questo viaggio tra le creature acquatiche di una collezione ispirata a Jean Schlumberger, il famoso designer francese di gioielli che, dal 1956 a quando è mancato nel 1987, ha collaborato con il brand. «Lui ha costruito il palazzo. Noi stiamo aprendo le finestre permettendo al design di fluire», spiega Vicky Reynolds.

«Queste creazioni hanno la qualità e la personalità di Schlumberger, ma il design è completamente nuovo», le fa eco Anthony Ledru, ceo di Tiffany & Co. «Siamo certi che sarebbe stato felice quanto noi di ogni singolo capolavoro».

La prima a rendergli onore è il direttore creativo Nathalie Verdeille: «Il mio primo Blue Book è un tuffo nella vita acquatica che onora e reinventa la visione di Schlumberger, nell’immaginazione del designer francese, il mare rappresentava un mondo infinito e sconosciuto». La sua missione dichiarata, spiega, era catturare le irregolarità dell’universo trasformandole in creazioni naturali e in movimento.

«Schlumberger avrebbe potuto immaginare una collezione così? Molto probabilmente sì, ma», continua Reynolds, «tecnicamente parlando, non avrebbe potuto realizzarla. Noi abbiamo lavorato con il CAD, software di simulazione in 3D e con tecnici specializzati nel taglio di gemme. La composizione è molto complicata e super precisa. Credo che ogni pezzo di questa collezione sia davvero una bellissima opera d’arte».

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La lavorazione del pendente del collier in platino con opale nero e diamanti dal design trasformabile.

Ma la tecnologia, l’AI di cui tanto si parla, in questo settore la si vede come una risorsa, non una minaccia. Per creare la collezione Out of the Blue ci sono voluti due anni e il lavoro di centinaia di persone. «Natalie ed io coi nostri team abbiamo lavorato in modo molto collaborativo per trovare le gemme perfette per la storia di ogni capitolo che voleva raccontare».

«L’intelligenza della gemmologia sta nell’esperienza umana», dice Reynolds che sintetizza così il proprio mestiere: «Dipingere con le pietre preziose». Il suo pennello? Non ha dubbi e mostra la lente di ingrandimento che porta al collo, «è un regalo dell’uomo (Melvyn Kirtley, ndr) che prima di me è stato chief gemologist per tre decenni».

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Anello in oro bianco con tanzanite, calcedonio intagliato a mano e diamanti.

La storia di Out of the Blue è divisa in sette capitoli: Shell, Coral, Jellyfish, Pisces, Starfish, Sea Star e Sea Urchin. Per spiegarne la ricercatezza, Reynolds indica la pietra blu al centro di una stella marina di diamanti, parte di una collana in platino con perle Akoya.

«Si tratta di uno Spinello, una gemma da collezione, molto rara e nota per lo straordinario blu elettrico. Ne avevamo trovati due bellissimi. A Natalie sono piaciuti così tanto che per questa collezione mi disse: “Devi trovarmene altri due dello stesso colore”. Le risposi: “No è impossibile!”. Due settimane dopo ci sono riuscita. Sono stata estremamente fortunata. Era destino».

Spesso, spiega, ci vogliono anni per scovare le gemme desiderate, «specialmente se si sta lavorando a una collezione da cinque o sei pezzi. Bisogna essere molto pazienti per essere sicuri che il colore sia quello giusto». A rendere ancora più complicata la ricerca, è il fatto che tutte le pietre preziose usate sono così come Madre Natura le ha create. Nessun trattamento termico è stato usato per farne risaltare i colori.

Altro motivo di orgoglio per Reynolds è la meccanica celata in alcuni di questi gioielli, dice mostrando una collana della serie Jellyfish: «Non solo è bellissima, ma ha tentacoli che si muovono proprio come quelli di una medusa: il lavoro artigianale che c’è dietro è davvero meraviglioso. Ecco, per noi lusso non significa che qualcosa debba essere costoso, ma indica una creazione che ha un design ottimo e un lavoro artigianale incredibile».

Sono gli ingredienti che hanno portato Audrey Hepburn a fare Colazione da Tiffany, la first lady Jackie Kennedy a indossare i gioielli ideati ad hoc per lei da Schlumberger e ha convinto Beyoncé a essere il volto di una campagna che celebra la gioia di essere se stessi. «Tiffany è un marchio moderno, elegante, energetico, socialmente consapevole. Tutte queste donne sono la somma di queste parti».

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