Giovanni Soldini un uomo d’acqua salata

di Stefania Cubello

Per il velista dei record Giovanni Soldini il mare è vita, dalle transoceaniche al porto di casa. Ed è una missione: proteggerlo

Giovanni Soldini
Giovanni Soldini a bordo del suo Maserati Multi70.

Con alle spalle 25 anni di regate oceaniche, tra cui due giri del mondo in solitario, sei Québec-Saint Malo, sei Ostar, tre Transat Jacques Vabre, più di 40 transoceaniche e un salvataggio epico (la velista Isabelle Autissier), Giovanni Soldini è il navigatore italiano (classe 1966) che vola sugli oceani. Basta dare un’occhiata ai record conquistati a bordo del suo Vor70 Maserati dal Cadice-San Salvador e alla New York-San Francisco Gold Route. Suo anche il primato della Rotta del Tè, stabilito sulla tratta San Francisco-Shanghai. Dal 2016 Soldini ha iniziato la sfida con Maserati Multi70 ma, allo stesso tempo, s’impegna a promuovere la cultura del mare come nel progetto Sea on words-Parole da aMare promosso dal brand RRD impegnato a divulgare il legame tra l’oceano e la letteratura.

1. Le Baleari

La prima volta non si scorda mai e la mia è stata qui avevo 16 anni e, vedendo molti equipaggi Usa che si preparavano ad attraversare l’oceano fino ai Caraibi, chiesi un passaggio. Mi accolse a bordo un capitano di 75 anni. È stato l’inizio di tutto.

2. L’Ottocento

È stata un’epoca straordinaria per la storia della navigazione. Un’epoca in cui le navi a vela muovevano il mondo. Basti pensare alle rotte marittime commerciali che, come quella tra San Francisco e Shanghai, i clip per dovevano percorrere il più in fretta possibile per trasportare le merci da un continente all’altro. L’obiettivo del velista oggi è stabilire nuovi record su quelle rotte antiche. Sono le nostre radici.

3. La rotta del tè

È uno dei percorsi che amo di più: il tragitto va da Hong Kong a Londra ed è la terza circumnavigazione più lunga al mondo. Sono 13mila miglia che, nel 2018, ho percorso con il trimarano Maserati Multi 70 in 36 giorni, 2 ore e 38 minuti, conquistando così il record.

4. La Stupefacente

Ho trovato un’anima in ogni barca con cui ho navigato, ma lei resta quella del cuore. Rappresenta l’esperienza umana che mi ha segnato per la vita, non solo perché è il 50 piedi con cui ho fatto il mio primo giro del mondo in solitario. La sua storia continua a emozionarmi. Ero giovane, sconosciuto e senza sponsor, però volevo fare l’Around Alone che, all’epoca, metà degli anni 90, si chiamava Boc Challenge. Così ho riunito un gruppo di soci e amici e con un sistema di crowdfunding ci sono riuscito: ho coinvolto una comunità di ex tossicodipendenti coordinati dal capo cantiere Stefan Falcon. È stato molto di più che costruire una barca.

5. La tecnologia

Ha rivoluzionato le nostre vite in tutto, inclusa la navigazione. Uno degli aspetti interessanti della vela è per me proprio la parte di sviluppo. Tutte le barche che ho avuto sono state dei laboratori. La mia Maserati Multi 70 è quasi autonoma dal punto di vista energetico. Utilizziamo pannelli fotovoltaici flessibili, fonti rinnovabili che per di più rendono la barca più efficiente perché più leggera. M’interessano da sempre le alternative ai combustibili fossili. Sogno di realizzare una barca a vela completamente autonoma. Ho messo Maserati Multi 70 a disposizione del programma Ocean Decade dell’Unesco ed è diventata un laboratorio oceanografico per l’analisi dell’anidride carbonica presente nella superficie marina.

6. Il mare

È vita, ma per chi naviga la prima cosa che salta all’occhio è la grande quantità di oggetti di plastica e reti che si trovano in acqua. Nel Pacifico e nel Mar Cinese in particolare, tra tifoni, tsunami e la cultura che permette di buttare tutto in mare, la situazione è drammatica. Tanto che la navigazione è ormai pericolosa. In acqua trovi di tutto, alle Hawaii una volta abbiamo trovato un boiler. Con Maserati abbiamo rotto il timone diverse volte per collisioni con oggetti del genere. Anche il Mediterraneo è messo male. Dobbiamo fare molto di più, rifiutando nella nostra vita ogni plastica possibile. Per esempio, uso il desalinizzatore anche a casa e l’acqua non la prendo in bottiglia.

7. Sarzana

È casa, è il porto dove mi piace tornare dopo mesi passati in mare. Quando sono in giro per gli oceani con attraversate interminabili, ci sono momenti in cui penso a mia moglie, ai figli, a questo posto meraviglioso dove vivo. Sul mare, naturalmente. Comodo per la barca, sul Golfo di Spezia.

gentleman editoraile aprile 24

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