Con Glenrothes 34 yo, presentato alla Trattoria contemporanea, la distilleria di Speyside conferma il suo savoir faire nell’arte del cooperage
A Rothes si distilla whisky fin dal 1879 e con i dieci alambicchi in rame la distilleria di Speyside può produrre fino a 5,6 milioni di litri di distillato d’orzo maltato ma solo il 2% diventa lo scotch single malt The Glenrothes.
Per oltre un secolo e mezzo la sua produzione è stata infatti diretta a dare forza e carattere ai blended whisky più noti come Cutty Sark e The Famous Grouse. Solo a partire dagli anni 80 The Glenrothes ha iniziato a utilizzare la propria etichetta.
La distilleria di Speyside
Tra le poche distillerie scozzesi ad avere la propria fonte d’acqua sorgiva, nella tenuta di Glenrothes si eseguono tutti i passaggi di produzione compreso il cooperage, ossia la manutenzione e preparazione delle botti, che chiudono la triangolazione del sacro trio di elementi che compone lo scotch: acqua, cereali e legno, appunto.
Dal 2018 la distilleria è entrata a fare parte di Edrington Group come altri due icone scozzesi come The Macallan e Highland Park. E come gli altri fiori all’occhiello del gruppo è distribuito in Italia da Velier.
La gamma di The Glenrothes
Da allora i Single Malt Glenrothes hanno una gamma di imbottigliamenti costanti, la serie “Soleo” che segue per lo più gli anni di invecchiamento: 12, 18 e il rato 25 years old oltre al Maker’s Cut, senza età dichiarata, prodotto da sole botti di primo riempimento.
Oltre il quarto di secolo si passa alla Platinum Single Cask Collection, ne fanno parte solo whisky invecchiati almeno 30 anni scelti singolarmente, botte per botte. Per lo più si tratta di rovere ex sherry, prodotte secondo i rigorosi standard di Jerez, in Spagna.
The Glenrothes 34 yo
Nel caso di The Glenrothes 34 anni, o meglio della botte numero 9032 riempita nel 1987, si trattava invece di un ex Bourbon Hogshead. Qui è intervenuta la quarta dimensione dell’alchimia dello scotch, ossia il tempo. La cui delicata gestione è tra le responsabilità dei master distiller e delle magie che praticano nelle warehouses.
A loro la decisione dell’estrazione dalla botte per continuare l’invecchiamento in bottiglia, raggiunto il massimo grado di maturazione e della sua pienezza espressiva. Nel caso di The Glenrothes 34 anni è stato a settembre del 2022 che il single cask ha dato vita a 218 bottiglie riservate al solo mercato europeo.
Art performance
Per la presentazione in anteprima di una tale opera d’arte Velier ha scelto di allestire una cornice adeguata: la Fabbrica di co-working aperto in un ex cotonificio a Lomazzo che ospita la stellata Trattoria contemporanea.
Qui è stata allestita una live performance curata da Lets IT Art e Licia Fusai, l’artista che lavora sul concetto del “siamo ciò che mangiamo”, che ha interpretato su tela il whisky attraverso gli elementi naturali che lo compongono.
Trattoria contemporanea di Lomazzo
Il testimone è poi passato a Davide Marzullo, chef della Trattoria contemporanea e alla sua squadra di ventenni (per arrotondamento perché alcuni non lo sono ancora) che ha creato un menù in pairing con le due release 12 yo e Maker’s Cut accompagnando il palato fino alla degustazione della preziosa bottiglia di The Glenrothes 34 anni 143/218, come si usa dire nelle opere d’arte numerate.
Tra le portate alcuni dei piatti caposaldi gli sono valsi una stella Michelin e due forchette del Gambero Rosso, come i nuggets di cervella o lo spiedino di cuore del menù degustazione Coraggio, caratterizzato dalla scelta di puntare sulle interiora, o il cavolo cinese con salsa kimchi, burro di arachidi e olio al cipollotto del menù Istinto, più vocato al vegetale.
Note di degustazione
Al naso pesche bianche, gelato alla vaniglia e zucchero filato, per rendere la nota riportato la nota del master distiller sull’etichetta con cream soda, una specie acqua aromatizzata alla vaniglia che ancora non è arrivata sul mercato italiano.
Mentre lo si degusta e si avvertono le potenti note di legno, sentori di frutta tropicale, caramello e pera candita, viene da pensare che, quando The Glenrothes è entrato nella warehouse nel 1987, nessuno tra i sorridenti ragazzi della brigata di Marzullo era ancora nato. E se ne apprezza ancora più a fondo la magia.