L’onda lunga del gin mediterraneo

di Giuliana Di Paola

L’onda lunga del gin mediterraneo arriva in Italia dove le etichette super premium sono riuscite a distillare La Dolce Vita

l'onda lung del gin mediterraneo

Distillare e imbottigliare il Mediterraneo per esportarlo in tutto il mondo era l’ambizioso progetto di Gin Mare fin dal primo lancio. A distanza di tre lustri si può affermare con certezza che la distilleria spagnola c’è riuscita. Anzi, l’onda partita dalla chiesetta secentesca di Vilanova, piccolo villaggio di pescatori sulla costa fuori Barcellona, è inarrestabile. E gli effetti si sono fatti sentire soprattutto in Italia con una serie di referenze da Malfy a Portofino, da Caprisius a Panarea, fino al Grand Tour che già dall’etichetta portano come valore aggiunto tutto l’incanto del Bel Paese.  

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Le quattro referenze di Malfy Gin, da sinistra: con arancia. con limone, gin rosa, con pompelmo, e l’originale.

L’onda lunga del gin mediterraneo non poteva che portare nella penisola con 8mila chilometri di costa. E non c’è bisogno di scomodare la storia secolare della liquoristica nei monasteri medioevali per averne una riprova. Nonostante si pensi al gin come a un affare molto british, infatti, il 90% del re dei White spirits, London Dry compresi, è fatto a partire da bacche di ginepro italiano.  

Il ginepro italiano, toscano in particolare, è tra i migliori al mondo

Più rotondo e profumato, il ginepro made in Italy è, infatti, tra i migliori al mondo per stessa ammissione di Desmond Payne, Master distiller di Beefeater e gin guru con 50 anni di esperienza nel settore. Lo dimostrano i molti riconoscimenti internazionali ricevuti negli anni da etichette come Ginepraio, il biologico di Barberino Val D’ Elsa che si è fatto conoscere nel mondo, o l’altro toscano Sabatini, distillato presso le Thames Distillers.

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Mother’s Ruin Mediterraneo è stato scelto come miglior London Dry italiano ai World Gin Awards 2021.

Sempre dalle distillerie londinesi arriva il miglior London Dry italiano ai World Gin Awards del 2021. Creato dall’aretino Tommaso Maria Gamurrini il Mother’s Ruin Mediterraneo ha profumi che abbracciano, come dice il nome, tutto il bacino tirrenico dalla Provenza fino al Nordafrica, passando per le colline toscane, naturalmente.    

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Portofino gin.

Così il «popolo di navigatori» si è trasformato in patria di distillatori in modo del tutto naturale. Anche perché lo è sempre stato. E non c’è da stupirsi se la Gin Craze si regge, come tutto in Italia, sulla piccola e media impresa virtuosa in questo caso della grande tradizione liquoristica di Piemonte, Veneto e Trentino. 

La Gin Craze mediterranea ha solide basi nella tradizione liquoristica italiana.

Dietro Panarea Island Gin, per esempio, c’è la famiglia Inga con stabilimento nell’Alessandrino ed esperienza in produzione di grappe, amari e distillati fin 1832, ma di origine siciliana, da qui l’omaggio alla più mondana delle Eolie e al suo tramonto con l’etichetta Sunset. 

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Panarea Island Gin distillato dalla famiglia Inga originaria della Sicilia. .

Lo stesso vale per Portofino Gin prodotto dalla Distilleria Quaglia, storico marchio piemontese di bitter e vermouth, e Marconi 46 e 42 Stile Mediterraneo arrivano dalla nota distilleria veneta Poli (in via Marconi, appunto). E lo stesso vale per Malfy lanciato a Moncalieri dalla famiglia Vergnano abituati a distillare con l’acqua pura di sorgente del Monviso e passati dalle montagne ai limoni di Amalfi e ai pompelmi rosa e arance rosse di Sicilia.  

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Marconi 42 Stile Mediterraneo è il gin prodotto dalla distilleria veneta Poli.

Per sua stessa natura, il distillato a base di ginepro ha la capacità di ricreare un particolare genius loci attraverso il mix di botaniche che l’accompagnano. Ma la nuova Gin Craze mediterranea va oltre la perfetta alchimia. Perché non si tratta più soltanto di riprodurre profumi e sapori del mare nostrum, ma di condensare La Dolce Vita, quel fattore unico e immateriale in cui si condensa lo stile italiano del sapersi godere ogni attimo, in un’eterna estate fatta di ritmi lenti e rilassati, di convivialità e condivisione.  

Il valore aggiunto del made in Italy ha un peso soprattutto all’estero

La mediterraneità è uno stato mentale, prima ancora di una definizione geografica. Non a caso quando Pernod e Ricard ha perfezionato l’acquisizione di Malfy, due anni fa, una nota spiegava l’investimento sul settore super premium, quello che continua a crescere di più, con “l’appeal universale della sua origine italiana”. Considerato che il Gin Hub della multinazionale francese vanta etichette come Beefeater, Plymouth e Seagram’s, c’è di che riflettere.  

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O’ndina gin è stato lanciato dal Gruppo Campari nel 2018.

Mentre il settore degli spirits reggeva durante la tempesta perfetta, l’onda lunga del settore super premium continuava addirittura a crescere a doppia cifra. E il valore aggiunto dell’italianità ha il suo peso soprattutto all’estero come ha confermato Campari lanciando, nel 2018, la sua O’ndina partendo dai paesi anglofoni, dove l’aperitivo all’italiana è diventato un rito diffuso. E al gruppo mancava proprio un premium gin per chiudere la triangolazione del Negroni perfetto, con vermouth Cinzano e Campari, appunto. Nome ed etichetta volutamente richiamano in versione moderna il glamour dei manifesti anni 50-60.  

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Caprisius Gin è l’unico distillato ufficiale dell’Isola di Capri.

Legato a doppio filo alla dolce vita è Portofino, dry gin dedicato a Klaus Pudel, nonno del fondatore Ruggero Raymo e anima negli anni 50 e 60 della cittadina ligure. I 21 ingredienti alla base della ricetta sono raccolti a mano nel giardino di famiglia, sulle colline della cittadina ligure che, grazie alla posizione arroccata sul mare gode di un clima temperato tutto l’anno.  Caprisius Gin è l’unico distillato ufficiale dell’isola di Capri, Luca Stabile, fondatore fa parte di una storica famiglia dell’isola un nome noto agli habituées della Piazzetta.  

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Gin Gil con a base di ginepro calabrese doc, aromatizzato poi con infusi di limoni Igp di Rocca Imperiale, aloe, Bergamotto di Pellaro, arance amare di Bisignano e origano di Paola.

C’è anche chi ha scelto di non sbandierare le proprie origini in etichetta, nonostante il fascino della destinazione: come Gentù, gin sardo cristallino come le acque di Porto Cervo, o Gil, a base di ginepro calabrese doc, angelica, assenzio e sambuco, aromatizzato poi con infusi di limoni Igp di Rocca Imperiale, aloe, Bergamotto di Pellaro, arance amare di Bisignano, origano di Paola. Un discorso a parte si può fare per il Grand Tour, dietro l’espressione evocativa si nasconde tutto lo splendore di Taormina. Il gin nasce infatti dall’esperienza di Christian Sciglio al suo Morgana, storico cocktail bar della perla della costa iconica siciliana.           

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Grand Tour è il gin creato da Christian Sciglio, patron e bartender del Morgana di Taormina.

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