Al Ristorante Suinsom dell’Hotel Tyrol,
capitanato dallo chef Alessandro Martellini,
è arrivata la prima Stella Michelin
Suinsom, che in ladino vuol dire in cima, è l’esclusivo fine dining dell’Hotel Tyrol, dagli anni 60 punto di riferimento dell’hôtellerie della Val Gardena.
Con il riconoscimento della Stella Michelin, porta i propri ospiti sulle vette del gusto accompagnandoli in un viaggio gourmet tra creatività e tradizione, con un pizzico di innovazione.
«Un traguardo importante che è frutto di un percorso gastronomico, e non solo, fatto di passione e dedizione che abbiamo supportato sin dall’inizio», raccontano Bibiana Dirler e Maurizio Micheli, proprietari dell’hotel.
Due stube del 1700 dall’atmosfera intima e raccolta, con pochissimi tavoli, arredate con sobrietà, eleganza e preziosi pizzi e tessuti sono il regno dello Chef Alessandro Martellini.
Originario di Orbetello nella Maremma Toscana, porta in tavola la sua filosofia fatta di tecnica, personalità e passione con lo sguardo puntato alla cultura ladina.
Sono stati formativi per lui gli incontri con gli chef stellati: Enrico Crippa, Stefano Baiocco e Antonio Guida, il cui legame si traduce in esclusive cene a quattro mani al Suinsom.
Lo Chef Alessandro Martellini è riuscito, negli anni, a costruire un itinerario culinario interessante, guidato dalla curiosità di chi non è mai stanco di sperimentare, creare, affascinare con variazioni di gusto sempre nuove, mai banali.
Mettendo insieme una squadra molto affiatata, dalla brigata di cucina a quella di sala, con il prezioso supporto della sommelier, Marika Rossi, che ha saputo esaltare i piatti dello chef con le eccellenti etichette della cantina. Oltre 750 tra cui numerosi biologici, biodinamici, tanto Alto Adige e Toscana.
La cucina dello chef Martellini richiama il territorio attraverso una continua ricerca di prodotti e produttori virtuosi. Appassionato di natura, si pone l’obiettivo di trasformarla in gustosi piatti dal connubio unico di colori, profumi e sapori.
Tra tutti, lo spaghetto con burro all’aringa, pastinaca, tartare di astice e polvere di cavolo nero; i pici verdi con ragout d’agnello; il manzo con tarassaco, jus di capperi e midollo affumicato; o il dentice, un sorprendente sashimi agli agrumi, caviale e dente di leone. Da assaporare in un percorso à la carte da 2 o 3 portate e dessert.

Il perfetto mariage tra cibo e vino è frutto di meticolosi tasting quotidiani tra sala e cucina, fondamentali per la riuscita dei piatti. Belli da vedere, ottimi da gustare.