God dress the King

di Claudio Costa - Illustrazione di Chris Burke

Indiscutibile e indiscusso: Carlo d’Inghilterra è la massima icona dell’eleganza britannica.

gentleman Carlo d'inghilterra icona dell'eleganza Basta scorrere l’elenco dei suoi fornitori insigniti sino a ieri dello stemma Royal Warrant concesso dal principe del Galles, tre piume di struzzo che d’ora in poi saranno rimpiazzate dalla corona del monarca. I sarti? Campbell’s of Beauly, Johnston of Elgin, Anderson & Sheppard e il preferito, Gieves & Hawkes, al numero 1 di Savile row. Calzature? Lobb, Benson & Clegg, Tricker’s e Crockett & Jones. Per i cappelli ovviamente Lock & Co. Hatters, comprese le berrette di tweed che Carlo abbina all’outdoor Barbour e Burberry. Altrettanto ovvia, per le camicie, la scelta di Turnbull & Asser.

Si dividono la maglieria Johnstons of Elgin e John Smedley (lieve preferenza per quest’ultimo, grazie alla filiera green). Quanto all’oreficeria (collezionista di gemelli, porta uno chevalier al mignolo sinistro), i suoi warrant premiano Dents, Bentley & Skinner, Mappin & Webb e l’intramontabile Asprey.

Eppure l’eccellenza dei fornitori non basta a spiegare l’allure di Carlo d’Inghilterra.

Nell’annosa questione se l’eleganza sia innata o acquisita, il nuovo re può vantare anche un Dna dinastico: da Giorgio IV (amico e imitatore di lord Brummel), a Edoardo VII (bon vivant che lanciò la stoffa principe di Galles), sino al prozio Edoardo VIII (dandy capace di rinunciare al trono per amore).

La maestria quasi trasformista con cui Carlo ha indossato abiti d’ogni genere, cerimoniali, formali, country, divise militari, kilt, sahariane, nonché costumi locali nelle visite a paesi esotici, mostra una pulsione naturale: vestirsi per il piacere di vestire. Qualche volta overdressed, un po’ troppo azzimato, criticano i giovani leoni della City. Tutta invidia. Carlo d’Inghilterra è la massima icona dell’eleganza britannica.

gentleman editoraile aprile 24

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