Capitale umano

di Giada Barbarani

Fonte di ispirazione per artisti, pittori e registi. Simbolo di fedeltà, antidepressivo naturale, dal potere tranquillizzante, il cane rimane il migliore amico dell’uomo

gentleman vita da G il cane rimane il migliore amico dell’uomo Freud

Non ci sarebbe bisogno di scomodare Freud per spiegare l’importanza, a livello emotivo, di avere un cane e il rapporto che si crea tra il padrone e il suo animale. L’iconografia basta e avanza.

Ultima, in ordine di tempo, la foto che ritrae Harry, durante il saluto alla folla dopo la morte della regina Elisabetta, chinarsi e accarezzare un Labrador. Un gesto che esprime senza bisogno di parole non solo l’amore ereditato dalla nonna per i pet, ma anche quanto gli animali possano dare conforto in situazioni di grande dolore.

E allora sì, scomodiamo il padre della psicoanalisi e il suo migliore amico Jofi, un Chow Chow regalatogli dalla principessa, e sua paziente, Maria Bonaparte, pronipote di Napoleone. Già il nome è esplicativo: in ebraico, Jofi significa «bene, va bene» e proprio con lui Freud riusciva a staccare e liberare la mente.

Come descrive in una lettera. «Le ragioni per cui si può in effetti voler bene con tanta singolare intensità a un animale come Jofi, sono la simpatia aliena da qualsiasi ambivalenza, il senso di una vita semplice e libera dai conflitti difficilmente sopportabili con la civiltà, la bellezza di un’esistenza in sé compiuta.

E, nonostante la diversità dello sviluppo organico, il sentimento di intima parentela, di un’incontestabile affinità. Spesso, nel carezzare Jofi, mi sono sorpreso a canticchiare una melodia che io, uomo assolutamente non dotato per la musica, ho riconosciuto essere l’aria dell’amicizia nel Don Giovanni: «Voglio che siamo amici… del cuore (con molta modestia ed umiltà, mi permetto di aggiungere personalmente)…».

Jofi per Freud non rappresentava solamente un amico, ma anche un valido supporto durante le sedute di terapia: il Chow Chow, infatti, riusciva a capire gli stati d’animo dei pazienti e li comunicava al suo padrone. Se il paziente era in ansia, si accucciava di fianco al suo papà-dottore; al contrario, se era sereno e disponibile ad aprirsi, andava a mettersi al suo fianco, tranquillizzandolo ancor di più e anticipando così di qualche decennio gli studi, e i benefici, della pet therapy.

gentleman vita da G il cane rimane il migliore amico dell’uomo Clint_Eastwood

Gli esempi celebri sono molteplici: dal filosofo Arthur Schopenhauer e il suo Barboncino Atma (in sanscrito: essenza, anima del mondo), per il quale non valeva la sua filosofia del velo di Maya; alla jazzista Billie Holiday, che non si separava mai da Mister, il Boxer che la aspettava in camerino mangiando una bistecca durante i concerti.

Lump, il Bassotto tedesco di Picasso, è stato musa e fonte d’ispirazione per l’artista (è lui ritratto nel quadro Las meninas), così come Archie, un altro Bassotto, nano, soggetto di molte delle opere di Andy Wahrol. 

Famosi gli oltre 50 gatti di Hemingway, ma non tutti sanno che al suo fianco, mentre scriveva, c’era anche un dolicissimo Labrador a fargli compagnia, con il quale andava anche a caccia.

Per non parlare dei meravigliosi quattro Seayham Terrier di Alfred Hitchcock: Mr. Jenkins, Geoffrey, Stanley e Sarah, protagonisti di un cammeo, in compagnia del regista, in Uccelli. Tanto amati quanto viziati: regolari le visite in macelleria per comprare loro la miglior carne trita.

Un cane, poi, può essere consolatorio per la fine di un amore. O almeno così sperava Frank Sinatra quando regalò il Maltese bianco Mafia Honey a Marilyn Monroe. E diventa protagonista anche delle visite di Stato: innumerevoli le storie dei cani dei Presidenti.

gentleman vita da G il cane rimane il migliore amico dell’uomo Sinatra

Certo, se si chiede adesso a qualche collega di Freud che cosa ne pensa di questo rapporto, che è quasi andato a sostituire quello tra genitori e figli, la risposta non farebbe piacere ai tanti padroni.

Ma, senza scomodare il complesso di Elettra o di Edipo, non rimane che goderci e viziare i nostri pet. Perché alla fine, il cane rimane il migliore amico dell’uomo.

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gentleman editoraile aprile 24

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