Le regine d’Oltremare

di Elena Bianco

Resort su isole private, baie incontaminate e bungalow affacciati su una barriera corallina infinita: le British Virgin Island sono il rifugio perfetto per moderni navigatori 

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Tortola, Brewers Bay.

Un signore sorridente in bermuda esce dalla farm di Aragorn Dick-Read, dopo aver pranzato con i prodotti biologici che questo ceramista delle Isole Vergini Britanniche e sua moglie Federica coltivano con passione alla loro Good Moon Farm, sulle colline di Tortola, British Virgin Islands. L’ospite prende il motoscafo e torna a casa, sulla sua isola privata, Necker Island.

Il signore in questione è sir Richard Branson, fondatore della Virgin e, da imprenditore visionario, è stato uno dei primi a credere nel turismo del lusso in questo angolo di Caraibi, all’estremo nord delle Isole Sottovento, acquistando Necker Island nel 1979, a 120mila dollari, e trasformandola in un resort privato, destinato a ospiti del calibro di Barack Obama. Sull’onda di Branson, anche la vicina Eustatia Island pare sia di proprietà di Larry Page co-fondatore di Google.

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Oil Nut Bay, il rifugio per happy few dove sono in vendita ville realizzate dai migliori architetti e designer.

Oggi, poi, aldilà del braccio di mare che separa queste isolette da Virgin Gorda, terza per grandezza nell’arcipelago, si sta realizzando una nuova idea di comunità happy few.

La punta estrema ospita, infatti, una delle enclave più esclusive dei Caraibi, Oil Nut Bay, raggiungibile solo in barca o in elicottero. Questa località si estende per 400 acri su colline incontaminate circondate da baie di mare sfolgorante e barriera corallina.

Work in progress, Oil Nut Bay offre la possibilità di costruire su misura residenze progettate da studi famosi, come Montgomery Townsend Architecture Design, o prenderle in affitto, come la Beach House, epitome di eleganza sostenibile di 540 mq, interpretata da archistar e designer.

La mente di questo Eden esclusivo è David Johnson, presidente di Victor International Corporation, società americana che ha messo l’ambiente naturale al centro del progetto, con il 50% del terreno non edificato, l’uso di energia solare e il recupero delle acque. Come Laurence Rockfeller, proto-ecologista visionario che regalò l’isola di St John (US Virgin Islands) agli stati Uniti, purché fosse preservata.

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Il Rosewood Little Dix Bay.

Fu lui a realizzare il Rosewood Little Dix Bay, resort dove si gira in bicicletta pedalando fra le fragranze di frangipane, zenzero, vaniglia, e, al tramonto, si prende l’aperitivo sulla spiaggia, dondolandosi nelle amache. È un luogo dove lusso e wilderness si conciliano perfettamente, aiutati da una natura che poco più a sud regala meraviglie.

The Bath National Park, sulla punta estrema dell’isola, è una costa con formazioni vulcaniche di colossali graniti tondeggianti, da oltre 12 metri di diametro. Un sentiero scende nel verde e s’insinua fra le rocce nelle viscere dell’isola che rivelano colori straordinari. Con uno spettacolare effetto ipnotico si viene attirati verso guadi in acque trasparenti, ripide risalite con l’ausilio di corde, aperture sulle sabbie candide e il mare turchese di Devil’s Bay.

L’Isola di Anegada

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La spiaggia di Anegada.

La natura prevale su tutto anche ad Anegada, l’isola più discosta, quasi una figlia illegittima di un arcipelago vulcanico e collinare, perché è corallina e piatta. Le strade sono sterrate, le case lontane fra loro, gli incontri con altri umani rari. Sulla pista verso il nulla s’incontra il Vanessa S. Faulkner Botanical Garden, piccolo recinto con piante che danno un po’ di ombra resistendo sotto un sole giaguaro (per dirla con Italo Calvino).

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Vista dal bungalow dell’Anegada Beach Club.

Le attrattive, oltre alle spiagge di un bianco sfolgorante, sono le iguane autoctone, preservate in un centro con nurseries e la barriera corallina atlantica di 29 km, la quarta più lunga al mondo. Anche l’ospitalità è wild: all’Anegada Beach Club i bungalow di legno sbiancato dalla salsedine, alti su una spiaggia infinita, hanno il fascino del rifugio per moderni navigatori e sono privi di aria condizionata. Non serve, bastano le brezze marine.

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Relax sulla spiaggia di Anegada.

Il santuario ambientale

Serve invece un kayak o un sup per visitare uno dei luoghi più segreti delle Isole Vergini Britanniche: Hans Creek Cove è un santuario ambientale, fatto di lagune cristalline e mangrovie, perfetta nursery per gli squali. Basta però un miglio marino da qui perché la natura tropicale si trasformi in fulgida cornice all’opera dell’uomo.

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In kayak ad Hans Creek Cove.

Scrub Island, scoperta da Colombo e covo di pirati, è un’isola resort privata firmata Autograph Collection by Marriott. Un’elegante marina con 55 posti barca, una Spa specializzata, non a caso, negli scrub, sentieri per trekking, un hot spot a North Drop per la pesca del tonno e del marlin fra i più ricchi dei Caraibi, la scuola di vela e escursioni di snorkeling e diving. Tutto molto attraente, ma forse ancora di più è l’otium in una delle 13 ville con piscina e, perché no?, con spiaggia privata. Per stare via dalla pazza folla.

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La marina di Scrub Island.

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