I bracciali, simbolo di libertà e oggetto da collezione, donano leggiadria e luce. Quindi più sono, meglio è
Era il 1962 quando il presidente John. F. Kennedy regalò a sua moglie Jackie il bracciale Croisillon in smalto paillonné e oro giallo, disegnato da Jean Schlumberger.
I capolavori in smalto del designer francese, realizzati oggi da Tiffany & Co., punteggiati con oro e gemme colorate, sono tra i più grandi disegni di gioielli di tutti i tempi, espressione di un’estetica visionaria e contemporanea.
I bangles, ovvero i bracciali, sono tra i gioielli preferiti dalle donne, oggetti da collezione perché, almeno in questo caso, la regola del less is more viene stravolta: più se ne indossano, meglio è. Quale donna, infatti, non ama sentire l’armonia musicale data dal semplice movimento del braccio vestito di bangles?
A confermarlo, Ippolita Rostagno, cultrice dei bangles, artista-designer che ha fondato negli Stati Uniti il brand di alta gioielleria che porta il suo nome, oggi al debutto in Italia con l’apertura del negozio in via Montenapoleone, a Milano.
«Ho costruito il mio marchio sui bracciali», racconta. «Sono disegnati per essere mescolati, in tutte le sfumature dell’oro, con diamanti e pietre preziose. Sembrano richiamare i ritratti delle donne egiziane, ma sono di grande contemporaneità».
I gioielli Ippolita sono realizzati a mano e l’irregolarità rispetta alcune regole, dal taglio delle pietre alla volontà di valorizzare tutte le materie prime, rare e meno rare, perché le risorse non sono infinite. «Sono gioielli modellati sul corpo femminile», suggerisce la designer.
