Billy Berlusconi: alla conquista del metaverso

di Giada Barbarani - Foto di Alfonso Catalano/SGP

Nel mondo virtuale le esperienze sono sempre più reali. Grazie agli avatar. Alter ego digitali con applicazioni in ogni campo della vita vera, dalla medicina alla sartoria, come racconta Billy Berlusconi, fondatore di Igoodi

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Billy Berlusconi, classe 1984, fondatore e ceo di Igoodi, all’interno di The Gate.

The gate, la porta d’accesso al mondo virtuale. Potrebbe essere il titolo di un film di fantascienza, invece è il nome della macchina che permette grazie alla creazione del proprio alter ego fatto di bit di entrare in un’altra dimensione, quella digitale, oggi più che mai predominante.

Avatar, Metaverso e NFT un tempo erano termini solo per nerd e addetti ai lavori.
Oggi, invece, fanno parte del vocabolario comune di finanza ed economia insieme a bitcoin e cryptovalute, ma anche di arte e ricerca, moda e wellness.

Dalle parole si è passati ai fatti con le Avatar Factory. La prima, 100% made in Italy, si chiama Igoodi e l’ideatore, nonché ceo, è Billy Berlusconi.

Gentleman l’ha incontrato nello showroom di Milano, in via Negri, a due passi dalla Borsa, dov’è possibile creare il proprio alter ego digitale.

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The Gate, l’uovo che simboleggia la nascita digitale, dove si realizza il proprio alter ego fatto di bit.

«Qui, come nello spazio che abbiamo aperto a Torino all’interno di Green Pea, si può vivere un’esperienza futuristica», racconta Billy Berlusconi, fondatore di igoodi.

«Basta entrare in The Gate, macchina a forma d’uovo (per simboleggiare la nascita digitale) e, in pochi minuti, attraverso un body scanner con 180 fotocamere che scattano in simultanea, viene creato il proprio avatar identico in tutto e per tutto all’originale fisico, che si ritroverà poi all’interno dell’App di Igoodi».

ph. Alfonso Catalano/SGP

Classe 1982, sposato con due figli, all’anagrafe dal papà Paolo Berlusconi era stato iscritto come Davide Luigi, «ma il mio nome ormai è Billy, come il bimbo del film Kramer contro Kramer, se mi chiamano Davide non mi giro».

Dopo gli studi in economia in Bocconi, esperienze nel marketing nell’azienda di famiglia sia in Italia, sia all’estero, e nell’economia dei servizi al pubblico in una società di servizi aeroportuali, come molti ragazzi della sua generazione si è avvicinato alla tecnologia blockchain.

«Ma non a scopo speculativo, ero spinto dalla curiosità e attratto dall’innovazione tecnologica. Una curiosità che mi ha porato, nel 2015, a creare, insieme a tre miei amici, oggi soci, una start-up, Igoodi, un lab di ricerca e innovazione nel campo della digitalizzazione del corpo umano, la prima Avatar Factory italiana».

Come nelle storie di successo legate alla tecnologia (anche se in questo caso è più opportuno parlare di Avatar Economy), tutto è nato in un garage, a Genova, città dove Billy vive con la famiglia.

«L’idea era, ed è, quella di semplificare e migliorare la vita, reale e virtuale. Le nuove generazioni sono sempre più connesse, un dato che poi è aumentato durante la pandemia: online lavoriamo, giochiamo, compriamo, ci informiamo, socializziamo…

Portare il nostro ego di bit nel mondo digitale può aiutarci a svolgere alcune attività senza bisogno di spostarci fisicamente e quindi risparmiando del tempo che può essere utilizzato nel mondo reale per dedicarsi ad altro.

Tutti adesso investono nel Metaverso: è un’ottima opportunità per la formazione e l’educational, ma bisogna sempre stare attenti all’utilizzo e a non perdere contatto con la realtà».

I campi di applicazione, infatti, sono molteplici, e non solo social e di entertainment.

«Grazie allo Smart body, un dataset comprensivo di misure del corpo e relativa tabella taglie e relativi dati antropometrici, l’avatar si può utilizzare nel mondo dello sport e del wellness, e in quello medicale e di prevenzione.

Per esempio nel settore dermatologico creando la mappatura dei nei o come supporto alla realizzazione di protesi stampabili in 3D», racconta Billy Berlusconi, fondatore di Igoodi.

«Ma anche nel campo delle patologie, come l’anoressia: abbiamo visto che attraverso le dinamiche dei neuroni a specchio, l’anoressico in questo contesto ha un’altra percezione del proprio corpo.

Siamo a disposizione della ricerca e delle università e speriamo di mettere a punto collaborazioni importanti.

E poi la moda, un mondo che sta subendo una vera e propria digital transformation:
si può scegliere il capo giusto online o addirittura mandare il proprio avatar dal sarto (telesartoria). In questo modo, non solo si risparmia tempo e si evitano gli spostamenti, ma si riduce il consumo ambientale innescato dai resi».

Il tema sostenibilità è, infatti, prioritario per Billy così come per tutti i Millennials.

«E cosa c’è di più green di un Avatar che ti fa risparmiare tempo, energia e risorse materiali?», s’interroga aprendo un nuovo capitolo dell’Umanesimo, quello digitale, dove la tecnologia è lo strumento per migliorare la vita dell’uomo. In questo universo e nel metaverso.

gentleman editoraile aprile 24

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