Whisky tales: Glenmorangie goes to Tokyo

di Giuliana Di Paola

Glenmorangie A Tale of Tokyo è un whisky sofisticato e sorprendente come la capitale giapponese con tanto di finitura in botti Mizunara

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Glenmorangie A Tale of Tokyo con l’iconico alambicco alto quanto il collo delle giraffe.

Con A Tale of Tokyo il direttore della creazione di Glenmorangie si è superato. Il Dr Lumsden, com’è rispettosamente chiamato in distilleria, è un alchimista in grado di restituire nel bicchiere ogni cosa. L’ha dimostrato negli anni catturando gli aromi delle torte appena sfornate e i profumi della foresta.

Tutti per questa limited edition parleranno delle finitura in botti Mizunara, il prezioso rovere giapponese usato per la prima volta nella distilleria scozzese nota per gli alambicchi lunghi come il collo delle giraffe (così si chiude un cerchio di tre continenti), ma non è solo questo il punto.

Il Dr Lumsden, come chiamano rispettosamente il direttore della creazione di Glenmorangie, è un alchimista in grado di distillare e restituire nel bicchiere ogni cosa. L’ha dimostrato negli anni catturando gli aromi delle torte appena sfornate e i profumi della foresta.

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L’astuccio di Glenmorangie A Tale of Tokyo con l’illustrazione di Yamaguchi Akira.

La magia di Tokyo

Tale of Tokyo è riuscito nel difficile compito di bilanciare ogni elemento e restituire la complessità dell’insieme. E per una metropoli come quella giapponese, tra postmoderno e antichi riti, scritte al neon e ciliegi in fiore del sakura, e bilanciarle non è cosa da poco.

Il fatto che Tokyo sia una delle città preferite dal globetrotter Lumsden si capisce al primo sorso. Le ciliegie ci sono, naturalmente, ma c’è anche pepe, mou e miele, insieme alle note citriche di yuzu, scorza d’arancia e mandarino, mandorla e marzapane, tipici di Glenmorangie. Il tutto in un whisky virile dall’elevato grado alcolico (46%).

Glenmorangie invecchiato in botti di bourbon e sherry e finitura nelle mitiche Mizunara, appunto. Il rovere giapponese negli ultimi due decenni è diventato un oggetto del desiderio sempre più ricercato dai produttori, così come il whisky del Sol levante per appassionati.

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Elena Airaghi guida la degustazione di Glenmorangie A Tale of Tokyo alla Bentoteca di Milano.

Le botti Mizunara

A differenza del rovere bianco made in Usa, la quercia mongolica è più porosa e trattiene più liquido, Mizunara letteralmente significa proprio quercia d’acqua e necessita di più tempo per l’essiccazione e preparazione.

In più c’è la difficoltà di lavorazione per la natura nodosa dei rami di questi alberi tradizionali delle foreste del Nord nell’Hokkaido. La sua diffusione è dovuta, al fare di necessità virtù.

Si iniziò a usarle per fare fronte, nel secondo dopoguerra, alla scarsità di botti per l’invecchiamento del distillato tanto amato dagli occupanti americani. Solo dopo si scoprì l’effetto Mizunara sul whisky con le sue caratteristiche note di sandalo, cocco e miele di castagno che negli anni hanno reso famoso la finitura in Mizunara.

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Glenmorangie A Tale of Tokyo con l’illustrazione creata da Yamaguchi Akira per astuccio ed etichetta.

L’illustrazione di Yamaguchi Akira

L’illustrazione della confezione che si ritrova anche nell’etichetta dell’artista giapponese Yamaguchi Akira rende perfettamente l’idea di ricchezza e contrasti. Noto per le opere d’arte pubblica in aeroporti e metropolitane dallo stile massimalista, come in questa veduta aerea di Tokyo nella palette aranciata di Glenmorangie.

Tra gli indizi nascosti in bella vista nell’illustrazione di Yamaguchi Akira si possono trovare una quercia Mizunara, una bancarella di caramelle mou, e per le note olfattivo-gustative ci sono anche arance, mandorle, miele e arnie.

Ma chi più ne sa più ne trova. Qualche esempio? La torre dell’orologio segna le 18:43, data di fondazione della distilleria, nella fontana c’è rappresentato uno dei famosi alambicchi e le mitiche giraffe appaiono più volte come il Dr. Lumsden.

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Floral Highball cocktail a base di Glenmorangie A Tale of Tokyo, bitter alla ciliegia e fiori di Sambuco.

Consigli di degustazione

Il modo migliore per provare Glenmorangie A Tale of Tokyo? Liscio direte voi, ma se ben maneggiato questo prezioso whisky ha una grande versatilità anche in miscelazione come ha dimostrato all’anteprima stampa, svolta non a caso alla Bentoteca di Milano, la Brand Ambassador Spirits Moët Hennessy Italia Elena Airaghi.

Tre cocktail proposti da Elena Airaghi a base di Glenmorangie A Tale of Tokyo si richiamano al gusto nipponico. Tokyo Sour, con sciroppo allo Yuzu e Aquabafa. Lost in Translation (omaggio al film di Sofia Coppola, che ha appena compiuto vent’anni, ma non li dimostra), con the verde aromatizzato allo zenzero. Floral Highball, con bitter alla ciliegia e tonica ai fiori di Sambuco, perfetto per il pairing del locale di via San Calocero.

 

 

gentleman editoraile aprile 24

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