L’alchimista delle forme

di Damiano Bolognini-Cobianchi

Unire arte e scienza. Estetica e funzionalità. fino a creare dei sogni su quattro ruote. A realizzarli, da 25 anni, Horacio Pagani

Un quarto di secolo di emozioni, di record, di genialità a quattro ruote corre veloce sulle ali della voce profonda ed emozionale di Mario Biondi. Il brano che verrà suonato a Modena è unico, come lo sono le fonti per tale composizione, un giovane Horacio Pagani che da ragazzo, musicista autodidatta nell’argentina Casilda, sognava di tornare in Italia, nella terra dei suoi avi, per costruire l’auto più bella del mondo.

E anche l’occasione è unica: il cantante è l’ospite dell’evento 25 anni – 25 Hypercars, e sarà in concerto venerdì 16 giugno. Evento storico di Pagani Automobili in programma dal 16 al 18 giugno, in piazza Roma a Modena. Un nome, un brand aperto a nuove strade, ad altre espressioni della creatività: interni per yacht, aerei ed elicotteri, interior design per un nuovo concetto di lifestyle dedicato a chi ama circondarsi di cose uniche e belle. E Pagani Arte è la divisione che sviluppa questi settori, grazie anche alla spinta del fondo sovrano saudita Pif che, dal 2021, detiene una quota minore della Pagani.

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Cinque lustri sono passati da quando, con umiltà e determinazione, il patron dell’azienda realizzò la sua prima creatura, la Zonda C12, presentata al Salone di Ginevra del 1999. In principio fu Zonda, appunto, poi Huayra, oggi Utopia: tre modelli declinati nel tempo, ma senza tempo; oggetti di design in ognuna delle sue varianti, una più esclusiva dell’altra e tutte ambite dagli appassionati di motori high spending del pianeta.

Oggetti d’arte tecnologica da milioni di euro che diventano da collezione. Oggi, per esempio, una delle 5 Zonda Cinque Roadster, nel 2010 venduta a 1,3 milioni di euro, vale oltre 20 milioni di euro. E non si tratta della vettura con le quotazioni più elevate.

Gioielli diversi l’uno dall’altro che da sempre hanno la Stella nel cuore. Grazie anche all’amicizia tra Horacio Pagani e Juan Manuel Fangio, leggendario pilota delle Frecce d’argento: da sempre le vetture assemblate a San Cesario sul Panaro montano i 12 cilindri Mercedes-AMG ufficiali, divenuti negli ultimi quattro anni Pagani V12, un unicum fuori dal gruppo di Stoccarda (qui sotto).

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Ma non solo. Le Pagani sono caratterizzate da soluzioni tecnologiche molto avanzate nel campo dei materiali compositi. Si tratta di applicazioni sviluppate internamente e studiate per ottimizzare leggerezza e rigidità: dal particolare utilizzo della fibra di carbonio, sulla prima Zonda, ai carbo-Triax HP62 e al Carbo-Titanium HP62 G2, impiegati per la Huayra Roadster e Utopia.

Gentleman. Nelle Pagani c’è più passione o più esclusività?

Horacio Pagani. Produciamo un’auto la settimana e vendiamo in tutto il mondo, ciò che realizziamo diventa desiderato ed esclusivo. Si parte sempre dalla passione e dal desiderio del cliente, che accende tutto in ogni mestiere.

G. Da dove trae le sue ispirazioni?

H.P. È fondamentale la curiosità. Tutto quello che guardi può dare ispirazione: la natura, i colori, le piante. Oltre alla Motor Valley, dove si respira la storia dell’automobile sportiva, mi piace la magia di Milano. Lì Leonardo ha vissuto per oltre 20 anni. L’arte, il design e il fashion di questa città mi danno molta energia e voglia di fare. Ispirazione ovunque, devi essere capace di coglierla.

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G. È vero che lei parla alle sue auto?

H.P. Sì, l’ho sempre fatto, lo facevo anche quando ero in Lamborghini.

G. Qual è il suo rapporto con ciò che plasma?

H.P. Sono molto critico con quello che creiamo e cerco sempre di rimanere distaccato per individuarne eventuali difetti. Se te ne innamori, fai fatica a cambiarle…

G. Che cosa accomuna i clienti Pagani?

H.P. La comune passione e il senso di appartenenza a una piccola famiglia. C’è chi le compra per guidarle, chi per ammirarle, chi per portarle in pista. Un cliente italiano ha percorso 110mila km con una Zonda F prima che noi la ricomprassimo: oggi è esposta nel museo. Uno di Hong Kong possiede, invece, quattro Zonda con zero chilometri sul cruscotto: sono posteggiate in una serra di vetro fatta costruire di fronte alla sala da pranzo: ama guardarle. Per chi predilige correre sui tracciati, poi, abbiamo creato un programma specifico dedicato a Huayra R, Arte in Pista.

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G. Per lei, che ha sempre dichiarato di ispirarsi a Leonardo Da Vinci, è più importante il design o la tecnica?

H.P. Direi 50 e 50. Da noi la ricerca della bellezza completa la conoscenza scientifica e viceversa. Arte e scienza devono correre sullo stesso binario. È possibile creare delle cose funzionali che siano anche belle.

G. Vale anche per il mondo fashion, per le capsule collection che realizzate per la moda?

H.P. Non abbiamo la presunzione di essere un brand di moda, progettiamo le nostre capsule per gli appassionati. Un nostro team lavora a questi progetti spesso insieme ad altri brand, come nel caso delle ultime collezioni realizzate con Bape e La Martina. Non tutti possono comprarsi una delle nostre vetture ma, anche con un cappellino, un ragazzo può condividere il nostro sogno e far parte della nostra famiglia. Una famiglia che comprende i 200 ragazzi che lavorano con noi, qui a San Cesario sul Panaro.

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G. Quanto è importante per lei la famiglia?

H.P. La famiglia è la cosa più importante in assoluto, le fondamenta sono il rispetto, l’amore, l’amicizia, la libertà, gli obiettivi condivisi. E questo vale per la famiglia allargata dei miei colleghi. Mia moglie Cristina e i miei figli Christopher e Leonardo (a sinistra) lavorano in azienda in diverse aree. Nella vita privata sono come mio padre: poca vita sociale, famiglia, casa e lavoro.

G. Come si immagina la Pagani del futuro?

H.P. Un sogno che va avanti, come adesso. Sono passati 25 anni e c’è stata un’evoluzione… lenta. Abbiamo investito e conquistato il nostro piccolo spazio in questa Regione che offre tanto. Qui c’è la storia di Maserati, Ferrari, Lamborghini e la nostra responsabilità è di essere un’azienda che mantiene la sua unicità, sempre nel rispetto della Motor Valley. Dobbiamo lavorare in team con umiltà e disciplina, volando con l’immaginazione e mantenendo i piedi ben saldi per terra. Investire tanto in ricerca e sviluppo, nella formazione nel nostro territorio. In azienda l’età media è di 32 anni, il futuro lo fanno i giovani.

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G. E le sue hypercar, come cambieranno in futuro?

H.P. Credo siano oggetti senza tempo, questo ci dicono i nostri clienti e appassionati. La Zonda continuano a chiederla anche adesso: se tornassimo a fabbricarla la venderemmo. Con la Huayra è lo stesso, ne proporremo ancora nuove versioni nei prossimi anni. Se poi in passato abbiamo fatto per Zonda e Huayra la serie speciale Tricolore, la riproporremo anche per Utopia. Magari rifaremo la Cinque e la Coda lunga, perché questo si aspettano i nostri clienti e noi vogliamo accontentarli. Poi, nei prossimi anni, quando verranno definite al 100% le future normative anche per i piccoli costruttori, decideremo che cosa fare per quanto riguarda l’alimentazione. I 12 cilindri Pagani rispettano le norme sull’inquinamento più severe al mondo, quelle della California. Ad oggi i clienti ci chiedono una macchina semplice, leggera, con motore termico e cambio manuale, anche se questo può essere in controtendenza.

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