Brian Eno: la teoria del caos

di Stefania Cubello

Tra musica, bellezza, sostenibilità e futuro, il produttore e compositore Brian Eno festeggia i 50 anni di carriera. Con due installazioni in Trentino.

gentleman le 7 meraviglie Brian Eno - photo 03 © Shamil Tanna
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In mezzo secolo di carriera Brian Eno ha attraversato da protagonista la storia della musica, dell’arte e della cultura, portandola sempre a livelli alti, e altri. Fra gli artisti che ha prodotto, Talking Heads, Nico, U2: il gotha del rock più all’avanguardia. E ha suonato anche con David Bowie, John Cale, Grace Jones. Per festeggiare, è in produzione ENO, documentario sull’attività del compositore visionario, con la regia dell’americano Gary Hustwit. In anteprima, Gentleman l’ha intervistato.

«Credo che gli artisti abbiano il compito di creare dei mondi altri. Cioè di portare le persone che fruiscono dell’arte in un mondo diverso dal loro», racconta Eno. «È come se le opere fossero dei simulatori che consentono di fare esperienze nuove senza esporsi ad alcun pericolo».

Esperienze che si potranno vivere anche in Italia con le due opere che il compositore inaugura, il 19 agosto, in Trentino: Audio Installation for Buonconsiglio, al Castello del Buonconsiglio di Trento (fino al 6 novembre), installazione audio e site-specific che si compone di opere realizzate sulla base degli spazi per creare un flusso dinamico di suoni, e 77 Million Paintings for Beseno, a Castel Beseno (fino al 10 settembre), installazione audiovisiva su larga scala che occuperà le maestose mura della struttura fortificata come se fossero la tela di un quadro.

1. Castelli.

Sono inglese, fanno parte del mio Dna. Per questo preparare le due installazioni multimediali nei castelli in Trentino non è stato difficile. Concepisco un’installazione come un luogo in cui possiamo abbandonarci, arrenderci, esporci indifesi a quello che ci succede, aprirsi a ciò che non si conosce. È un’esperienza che non molte altre cose possono offrire.

2. Anthony Stafford Beer.

È stato uno scienziato molto importante e ho avuto la fortuna di diventarne amico negli ultimi anni della sua vita. Ho letto tutti i suoi libri e in uno di questi ho trovato un pensiero che mi rimarrà impresso per sempre: quando cerchi di sviluppare un sistema, non specificarne tutti i dettagli, ma soltanto alcuni. Lascia che la dinamica del sistema stesso ti porti nella direzione che ti auspichi. E così mi abbandono, lasciando che il sistema si sviluppi ed evolva con naturalezza. Non voglio sapere prima quello che accadrà. Tutto ciò è naturalmente correlato alla teoria del caos, alla cibernetica, alla teoria della rete.

3. A garden from a hundred packets of seed.

Il libro di James Fenton, che consiglio a tutti di leggere, è un testo di giardinaggio, ma con tanta teoria del caos. Invece di immaginarmi come architetto, preferisco considerarmi un giardiniere: pianto semi che crescono, ma in realtà non ho il controllo del loro sviluppo. Posso semplicemente monitorare la situazione in cui questa crescita avviene.

4. L’ambiente.

Mi sta a cuore da sempre, per questo ho creato Earth/Percent, l’organizzazione benefica che individua e supporta, grazie a donazioni che arrivano dal mondo della musica, le migliori associazioni che affrontano l’emergenza climatica.

5. Un albero per la vita.

15 anni fa ho piantato in un sito 6mila alberi. Di recente sono andato a visitarlo e ne ho trovati alcuni enormi, alti 15 metri. Ma mi sono chiesto: se adesso piantassi di nuovo degli alberi, riuscirei a vedere un altro bosco, prima di morire? Sto cominciando a cronometrare la mia vita in relazione a quanti altri boschi posso piantare.

6. Lentezza.

Prendersi del tempo è l’invito che rivolgo al pubblico con le mie installazioni in Trentino. Forse non è un messaggio rivoluzionario, ma di sicuro radicale: viviamo in un’epoca dove siamo sempre attaccati ai nostri cellulari, il mio messaggio invita le persone a rimanere in un luogo per mezz’ora, un’ora…

7. Jerusalema.

La hit musicale partita dal Sudafrica, suonata da un cantante sconosciuto, che durante il lockdown ha fatto il giro del mondo, con tanto di challenge in rete di chef famosi, hostess della British Airways e preti… mi ha riempito di ottimismo perché, ho pensato, c’è una possibilità di avere un mezzo di comunicazione globale. E questa è la musica.

gentleman editoraile aprile 24

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