Con Altagamma alla scuola del fare made in Italy

di Giuliana Di Paola

Il 15 aprile è la giornata del made in Italy, che vale 144 miliardi di euro, dà lavoro a 2 milioni di persone ed è sempre alla ricerca di professionisti

 

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Per la prima volta si celebra la Giornata nazionale dedicata al made in Italy: «È una proposta di Fondazione Altagamma», racconta Stefania Lazzaroni che della fondazione è direttore generale dal 2013, «recepita dal ministro Urso e avrà come logo l’Uomo Vitruviano di Leonardo. L’idea è di Alfonso Dolce (ceo di Dolce&Gabbana), che fa parte del nostro board, per focalizzare l’attenzione sul tema, ogni anno».

Il made in Italy è un tema molto concreto e facile da trasformare in cifre, come sanno in Altagamma, fondazione unica per trasversalità che, dal 1992, riunisce 115 imprese, dalla A di Acqua di Parma alla Z di Zegna, di moda, design, gioielleria, ​​​​​​motori, nautica, ospitalità e l’alimentare, una galassia infinita in una nazione dove la tavola è stile di vita. Tutto il comparto vale 144 miliardi di euro, rappresenta il 7,4% del pil, e dà lavoro a 2 milioni di persone. Ma soprattutto ne cerca e fatica a trovarne.

Gentleman. L’intelligenza artigianale di cui si parla tanto oggi è la chiave per affrontare il domani?

Stefania Lazzaroni. È questa la vera sfida, ancora più di sostenibilità e digitalizzazione, la ricerca di talenti nel mondo della manifattura. Nello studio di Altagamma con UnionCamere, la domanda è di 346mila profili tecnico-professionali fino al 2026, con un aumento dell’8-10%.

G. E tanta domanda non trova risposta, sembra paradossale, no?

S.L. Paradossale, sì, con la disoccupazione giovanile in crescita costante, siamo oltre il 20%, secondo Istat. Da qui è partito il nostro progetto Adotta una scuola, arrivato alla quarta edizione, che riguarda 38 istituti per la formazione e vede coinvolti 33 brand parte di Altagamma.

G. Questa fame cronica di talenti ha spinto, negli anni, le aziende a creare delle corporate academy interne. C’è conflitto?

S.L. Il 35% dei soci ne ha una, una realtà importante ma, lo dicono anche loro, non può supplire alla carenza di formazione professionale e sostituirsi alla scuola.

G. Serve una visione a lungo termine?

S.L. Sono quattro i fattori per la cronica mancanza di personale: la crisi demografica, non solo in Italia ma a livello europeo, la perdita di vocazioni nei ragazzi che si orientano verso altre carriere, la poca visibilità delle scuole professionali e il percepito delle famiglie.

G. Manca di appeal?

S.L. Ragazzi e famiglie faticano a vedere in questo tipo di percorso l’opportunità che è anche dal punto di vista retributivo con stipendi anche superiori a quelli dei colletti bianchi. Adotta una scuola, grazie alla fama delle aziende coinvolte, è un progetto pilota per stimolare l’effetto emulazione.

G. Il richiamo quantificabile del brand?

S.L. L’intangibile è molto tangibile nel campo dell’altagamma, è uno dei fattori che contribuisce di più al successo, lo stesso vale per questi lavori. Per farli guardare con occhi diversi, basta pensare alla definizione europea di Métiers d’art.

G. La comunicazione è importante?

S.L. Cruciale, anch’io prima di visitare le aziende non avevo idea della ricchezza e varietà di questi talenti del fare. Ecco perché abbiamo prodotto un kit d’orientamento per le scuole medie, per raccontare alle nuove generazioni questa particolarità italiana che va protetta e tutelata.

G. Quel che si dice l’Italian touch…

S.L. Sì, legato alla nostra storia, ai distretti artigianali che risalgono al Medioevo e hanno contribuito a forgiare il carattere libero anche nel pensiero e nella progettazione, una predisposizione alla soluzione dei problemi che è alla base del nostro successo in settori come la meccatronica, il design. Una storia che vale la pena far conoscere ai ragazzi di oggi con tutti i mezzi, c’è in progetto anche un programma tv, forse con la Rai…

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gentleman editoraile aprile 24

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