First Dogs: tutti i cani del Presidente

di Giada Barbarani
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In politica bisogna sempre guardarsi le spalle. Per questo, nella vita privata, ci vuole qualcuno di cui potersi fidare ciecamente. Ne sanno qualcosa i grandi leader…

La cucciolata di Millie, la Springer spaniel di George Bush senior, protagonista di un libro e di un episodio dei Simpsons.

«Se vuoi un amico a Washington, fatti un cane», sosteneva il Presidente degli Stati Uniti Harry Truman. E così è stato per i suoi successori, salvo rare eccezioni (vedi sotto la voce Donald Trump). Da Fala, il terrier di Roosevelt, alla Springer spaniel Millie di George Bush senior, protagonista di un episodio dei Simpsons e di un libro scritto da Barbara Bush, nonché madre di numerose cucciolate (anche se rimane indimenticabile la fotografia del Labrador Sully, compagna degli ultimi anni di vita dell’ex Presidente durante la sua veglia).

Obama con uno dei suoi due cani d’acqua portoghesi corre nei corridoi della Casa Bianca.

E poi ancora: Bo e Sunny, i due cani d’acqua portoghesi di Barack Obama; il Labrador Buddy di Bill Clinton (che pare abbia fatto da paciere durante lo scandalo Lewinski) e, ultimi solo in ordine di tempo ad aver accesso allo Studio Ovale, i pastori tedeschi Major (adottato) e Champ di Joe Biden.

Dopo l’era Trump, senza animali, sono tornati i cani alla Casa Bianca: i due Pastori tedeschi di Joe Biden, ma già allontanati perché Major ha morso un agente.

Un privilegio che pare essere già terminato, a causa di un morso del trovatello a un addetto alla sicurezza sono stati allontanati dalla Casa Bianca… Il tutto documentato da vari social: i first dogs hanno, infatti, una seguitissima pagina su Instagram, @FirstDogUsa, mentre tutti gli animali dei Presidenti si possono trovare sul sito www.presidentialpetmuseum.com.

Il Bracco tedesco di Mario Draghi, di cui non si conosce neanche il nome. Massima privacy come per il suo padrone.

Tutt’altro profilo, decisamente low, per il Bracco ungherese di Mario Draghi: di lui non si conosce nemmeno il nome, figuriamoci se ha un account su Instagram! Solo pochi scatti rubati a Villa Borghese mentre gioca e corre con il Presidente del Consiglio. Riservato e schivo come il suo padrone: d’altronde si sa, i cani ne rispecchiano le caratteristiche.

Nemo, incrocio tra un Griffone e un Labrador, adottato nel 2017, scende le scale dell’Eliseo con Emmanuel Macron.

Nemo, invece, incrocio tra un Griffone e un Labrador, adottato nel 2017 e diventato protagonista di una campagna contro l’abbandono in Francia, si sente perfettamente a suo agio nel ruolo di vice e riceve capi di stato nelle stanze dell’Eliseo. Forse fin troppo a suo agio: il pet di Emmanuel Macron è stato, infatti, protagonista di diversi incidenti imbarazzanti, dimostrando che è un cane a tutti gli effetti.

Sguardo preoccupato della Cancelliera tedesca Angela Merkel verso il Labrador Konei di Vladimir Putin.

Non fanno sfigurare il loro proprietario, e chi avrebbe il coraggio di farlo, Buffy, Yume, Verny e Pasha. Gli amici a quattro zampe di Vladimir Putin, quasi tutti ricevuti in dono da capi di stato, sono perfettamente addestrati, non solo per posare per servizi fotografici, ma anche per incutere soggezione agli ospiti: pare che il Presidente russo, conoscendo la paura di Angela Merkel per i cani, durante un incontro, abbia fatto entrare in stanza la sua Lab Konei, sotto lo sguardo preoccupato della Cancelliera tedesca.

Parte della dinastia reale dei Corgi della Regina Elisabetta. 14 cucciolate a partire dalla capostipite Susan.

Capitolo a parte merita la dinastia reale dei corgi della Regina Elisabetta: dalla capostipite Susan, ricevuta in dono per i 18 anni, compagna di viaggi e anche della Luna di miele, sono nate 14 generazioni per un totale di non si sa più quanti cani, fino all’ultimo Willow, morto nel 2018 (protagonista della celebre scena con lo 007 Daniel Craig nei corridoi di Buckingham Palace per dare il via alle Olimpiadi di Londra del 2012).

Nel 2015 la Regina ha deciso di interrompere le cucciolate perché, come hanno riportato i tabloid inglesi, «era preoccupata che un cucciolo avrebbe potuto sopravviverle, e non voleva lasciarlo da solo». Ma, è notizia di pochi giorni fa, l’arrivo di due nuovi Corgi a corte: un regalo inaspettato per fare compagnia alla Regina in questo periodo un po’ burrascoso a causa della Meghanexit.

L’account di Twitter di Larry the Cat, @Number10cat, che cinguetta, con humor inglese, dal numero 10 di Dowing Street.

Tagliente anche Larry, che non è nessun nipote espatriato, ma il gatto che da 10 anni abita al numero 10 di Dowing Street: entrato per cacciare i topi, da lì non si è più mosso e dal suo account di Twitter (Larry the Cat, @Number10cat) racconta ai suoi 450mila followers gli incontri di Stato che avvengono nella residenza del Primo Ministro del Regno Unito e nella sede del Governo del Regno Unito, dimostrando anche un certo fastidio quando Boris Johnson ha portato a casa Dylin, un simpatico Jack Russell adottato con la compagna Carrie Symonds. Inutile dire che alla notizia dell’allontanamento dei cani di Biden dalla Casa Bianca abbia commentato con il suo classico aplomb inglese: poche parole, ma semplici «Dogs gone»

Boris Johnson ha adottato Dylin, un simpatico Jack Russell.

Alla fine, che siano giochi di potere, effetto simpatia o pet teraphy, i cani non hanno preferenze politiche, e, soprattutto, non votano…

gentleman editoraile aprile 24

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