La Regina Elisabetta II festeggia il Giubileo di platino: 70 anni di regno e uno stile tutto suo. Riconoscibile, impeccabile, a volte persino sorprendente. E con quei cappellini che solo lei…
A suo malgrado la Regina Elisabetta II rimarrà nella storia anche come icona della moda. Sui suoi pop-tailleur firmati prima da sir Hardy Amies, poi da sir Norman Hartnell e, infine, dalla stilista reale Angela Kelly si sono scritte intere librerie, compreso il nuovo libro di Luisa Ciuni ed Elena Mora Elisabetta l’ultima regina (Cairo Editore).
Le sue 200 borse tutte uguali, tutte create da Launer London, sono diventate un oggetto di culto tanto che il modello Royale del brand, in vendita a 3.510 euro, è una It-bag dal 1968 (anno in cui Sam Launer l’omaggiò della prima borsetta).
Così come i suoi mitici 5mila copricapo, quasi tutti opera del cappellaio matto Philip Somerville. Sua maestà non esce mai senza, se non per sostituirli con la corona o, al massimo, con un foulard annodato sotto il mento quando si trova nel suo amato countryside.
Ogni capo ha le sue regole e la sua funzionalità. Per esempio, i suoi cappelli: «Non devono nasconderle il viso, non devono essere né troppo piccoli, né troppo grandi per permetterle di entrare e uscire dalla Rolls lasciando sempre intravvedere il viso», aveva precisato in un’intervista Philip Somerville.
Così come le sue scarpe, oggettivamente brutte e sgraziate, seppur fatte a mano dal calzolaio londinese Anello e Davide, devono permetterle di camminare senza, sia mai, ondeggiare, inciampare o provocare.
Ma, visto che l’eccezione conferma sempre la regola the queen, in gioventù, nutriva un particolare amore anche per le scarpe iper femminili di Roger Vivier. Le indossò il giorno della sua incoronazione e, pare, in tante altre occasioni.
Sempre le stesse, perché Elisabetta II resterà anche nella storia come antesignana della moda circolare: ebbene sì, la regina molto prima di Kate Middleton, ha sempre riciclato vestiti e accessori.
Persino il leggendario abito dell’incoronazione, fatto fare da Hartnell, bianco con ricamati i simboli floreali inglesi e di tutte le nazioni del Commonwealth. A suo dire troppo caro e troppo prezioso da sfoggiare una sola volta, lo indossò in svariate occasioni, in Parlamento e persino durante una visita in Canada. God save the Queen…