Javier Bardem: ballando con Penélope

di Roberto M. Croci

Javier Bardem è nell’Olimpo di Hollywood, ma ha un sogno nel cassetto: fare un musical con la moglie Penélope Cruz. Inaspettato come le sue passioni: E.T. e l’heavy metal

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Nato a Las Palmas, ma cresciuto a Madrid, Javier Bardem ha iniziato a recitare a cinque anni. Lanciato da Pedro Almodóvar, ha recitato con tutti i più grandi registi, da Mike Newell a Woody Allen, a Sam Mendes.

Ma ad aprirgli le porte di Hollywood sono i fratelli Coen che l’hanno scelto come killer psicopatico in Non è un paese per vecchi (2007), ruolo che gli è valso il primo Oscar. Quest’anno alle nomination era accanto alla moglie Penélope Cruz (sesta coppia a essere nominata nello stesso anno). I due si erano conosciuti da ragazzi sul set di Prosciutto prosciutto (1992) di Bigas Luna e da allora hanno recitato in nove film insieme. Alla recitazione alterna l’impegno per l’ambiente (è ambasciatore di Greenpeace, per la salvaguardia dell’ecosistema antartico).

Tra i suoi prossimi impegni ci sono il sequel di Dune e La Sirenetta e non ha intenzione di rallentare: «Recitare è nel mio Dna: mia madre, Pilar, recitava come lo zio, i nonni e i bisnonni, mio fratello e mia sorella. Ho studiato pittura perché il mestiere d’attore mi spaventava, vedevo mamma senza lavoro quando si rifiutava di accettare ruoli di propaganda durante la dittatura franchista e faceva le pulizie per mantenerci. Ho sempre pensato che gli attori siano dei pazzi».

1. E.T.

Piango ogni volta che lo vedo, è il mio film preferito. L’avrò visto almeno 30 volte al cinema e ho il dvd in varie lingue. È un capolavoro, una delle storie d’amore più belle e commoventi. Ogni volta che lo vedo mi si spezza il cuore, perché tratta di una relazione tra due esseri che sono stati entrambi abbandonati, uno dagli alieni, l’altro dal padre, e scoprono che il concetto di amore è universale e non ha frontiere.

2. Al Pacino.

Amo Il Padrino 2, soprattutto la scena girata al ristorante: è piena di energia, di scambi intensi senza parole. Pacino non fa niente, dice pochissime battute, eppure si capisce quello che sta per accadere solo guardando i suoi occhi. Sono una persona spirituale, non credo in Dio, ma credo in Al Pacino.

3. Il cibo.

Sono una buona forchetta e mi piace chiacchierare a tavola con gli amici. Quando ho nostalgia di mia madre, faccio le Huevos de Oro Estrellados, un piatto di uova strapazzate con chorizo. Lo servivamo anche nel ristorante che avevano a Madrid, La Bardemcilla, che purtroppo abbiamo dovuto chiudere. Un ruolo che mi piacerebbe fare sarebbe quello di Ferran Adrià, uno degli chef più geniali che conosco, patron di El Bulli, ristorante numero 1 al mondo per me che ha fatto conoscere al mondo la cucina molecolare.

4. La musica.

Amo l’heavy metal (ride, ndr), da bambino rubavo i dischi di mio fratello Carlos e li sparavo ad altissimo volume. Iron Maiden, Metallica, Judas Priest. Ho visto in concerto diverse volte i Black Sabbath e sono un fan scatenato degli Ac/Dc, grazie a loro ho imparato l’inglese e tutte le parolacce che conosco. Penélope invece preferisce la musica classica.

5. La famiglia.

Invecchiando ho capito che è importante dare tempo e attenzione alle persone che ami, perché il tempo è prezioso ed equivale alla qualità di vita che vogliamo ottenere da anziani. Non c’è niente di più importante della famiglia. Voglio essere un buon marito, un padre attento, voglio essere un uomo che impara tutti i giorni perché solo così posso educare i miei figli a diventare degli essere umani sensibili e rispettosi.

6. Sbagliare.

Non rimpiango alcune scelte sbagliate nella mia carriera perché mi hanno fatto diventare l’uomo che sono diventato, dagli errori ho sempre imparato una lezione importante, sono diventato più tollerante e meno critico nei confronti di gente con opinioni diverse dalle mie. Meryl Streep, una delle attrici che ammiro di più al mondo, dice sempre che il successo di un attore dipende da quante volte rifiuta un ruolo, non da quelli che accetta incondizionatamente.

7. La danza.

Sogno di fare un musical con mia moglie, per cantare e ballare con lei. Penélope ha studiato danza classica per vent’anni ed è anche una grande interprete nel moderno. Ballare per lei è un’arte completa, forse più del cinema e farlo insieme mi piacerebbe davvero molto.

gentleman editoraile aprile 24

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