Una cena all’aperto a Milano: gli indirizzi da provare

I ristoranti milanesi con terrazza e giardino dove pranzare e cenare in tutta sicurezza. Tra sapori tradizionali ed esotici, ecco i migliori indirizzi

Il Paper Moon Giardino, un indirizzo nel cuore di Milano.

Un nome storico per tutti i milanesi, il Paper Moon, già dagli anni 80, ritrovo per una pizza dopo il cinema. Oggi la sede di via Bagutta ha chiuso, ma ha aperto a pochi metri un indirizzo che non fa rimpiangere nulla del vecchio ristorante.

Il Paper Moon Giardino, all’interno di un cortile di un antico palazzo, accoglie gli ospiti con la stessa gentilezza e calore, in una location curata ed elegante. Il menù è improntato sul mare (da provare il Risotto con ragù di polipo, cappero in fiore e bottarga di tonno e la catalana di astice), con richiami alla tradizione meneghina (un must, la Milanese alta impanata con battuto di erbe aromatiche e grissini croccanti piemontesi). Ottima la cantina.

Una delle sale del ristroante Al Garghet.

Paralumi di stoffa, tovaglie floreali, pianoforte, arredi rustici, un grande giardino: così si presenta Al Garghet, storica trattoria alle porte di Milano, punto di riferimento per gli amanti della cucina tradizionale.

Molte le sale, ma questo non significa rinunciare alla qualità e a un’atmosfrea intima. Imperdibile, con la bella stagione, lo spazio all’aperto, dove si sente ancora il gracidare delle rane (da qui il nome del ristorante, in dialetto).

Il menù, scritto su un quaderno a righe dalla figlia dei proprietari proprio per ricalcare lo stampo familiare, non può prescindere dal classico risotto, monghelini, cotoletta, ossobuco, per finire con crema di mascarpone e ris e lat. Una nota in più: da anni Al Garghet, per evitare sprechi, hanno introdotto la Doggy Bag.

La veranda de Il Vecchio Porco, nel cuore di Chinatown.

Dalle rane ai maiali, precisamente quelli che decorano le sale interne del ristorante Al Vecchio Porco, in via Messina, nel cuore di Chinatown. Alla guida dell’indirizzo amato dai vip (grazie anche alla vicinanza con la sede della Rai), Gerry: di origini sarde, porta in tavola materie prime eccellenti, una ricerca che si trova anche nelle etichette del menù dei vini, che spaziano dai Supertuscan alle bollicine più pregiate.

Il richiamo alla Sardegna si ritrova in alcuni piatti, come l’insalata di pere e pecorino sardo o il maialino al forno, ma non mancano i grandi classici: dall’Ossobuco di vitello in gremolada con risotto alla milanese al vitello tonnato.

Il tutto in un’ambiente rilassato e familiare, che fa venire voglia di tornare più e più volte, soprattutto con la bella stagione, quando si riapre la veranda esterna.

Il giardino dello Shambala d’impronta Zen.

Alle porte di Milano, in via Ripamonti, esiste da molti anni un giardino Zen che porta subito alla memoria luoghi esotici: è il ristorante Shambala. Uo spazio enorme, suddiviso in zone, con ruscelli e cascate, arredato in stile asiatico per far capire appena si entra che qui il mood è 100% asian.

Dalla musica che si diffonde ai sapori thailandesi e vietnamiti che si ritrovano in ogni piatto. Dalle zuppe Tom yam kung o vegan agli involtini Po piah sod, dal Khao phad sap lot, riso fritto con anans e gamberi in tempura, ai noodles Pad thai. Un’esperienza esotica che sollecita tutti i sensi: da provare.

Location unica anche per Il Chiostro di Sant’Andrea, all’interno dei Chiostri di San Barbara, in pieno centro a Milano. Ideale per aperitivi ed eventi privati, non tradisce le aspettative per una cena romantica a lume di candele.

Il menù rispetta la tradizione culinaria del Nord Italia, con escursioni in Liguria, Piemonte, Trentino e Veneto. L’attenzione è alle materie prime, che arrivano tutte da produttori a filiera corta, seguendo quindi il ritmo delle stagioni.

Andando verso il caldo, un must la panzanella estiva, così come i fiori di zucca ripieni. Interessante la carta dei vini che comprede anche vitigni inconsueti, vini di vitigni noti, ma coltivati in zone diverse da quelle classiche.

Il giardino de La Brisa.

Un’oasi di pace, perfetta anche in questo caso per cene romantiche, è quella del Ristorante La Brisa, nell’omonima via, all’ombra di un antico palazzo imperiale di età romana, a pochi passi da Corso Magenta.

Tra la veranda e il giardino interno sembra di non essere nel pieno centro di Milano. La cucina è semplice, ma creativa, e pesca dalla tradizione culinaria italiana. Il menù cambia ogni mese (ma il maialino arrosto rimane sempre in carta!) e si possono trovare piatti sia di pesce sia di carne e una selezione per i vegani.

 

L’osteria moderna Ratanà, all’ombra del Bosco Verticale.

Oggi è un quartiere di tendenza, merito del Bosco Verticale e del progetto di Gae Aulenti, ma c’è chi ci aveva già scommesso più di un decennio fa. È il caso del Ratanà, osteria moderna e di design, realizzata in un edificio storico dei primi 90, un tempo deposito delle ferrovie Garibaldi, e circondata da un’enorme giardino, dove i bambini possono giocare.

La cucina è tipicamente milanese e lombarda, rivisitata secondo la creatività dello chef Cesare Battisti e della sua brigata,  e interpreta la tradizione gastronomica regionale seguendo l’espressione più libera della cucina moderna.

Ed ecco, allora, apparire in tavola il pesce d’acqua dolce, poco conosciuto ma molto saporito, da provare nel risotto con guazzetto o in un secondo piatto come il Luccioperca del Lago Maggiore.  Oltre 600 le etichette presenti nella carta dei vini.

In zona Savona, il Ristorante Al Fresco.

Da zona Isola ci si sposta all’atrettanto vivace Savona-Tortona, dove si trova Al Fresco, un «luogo di incontro con cucina», come recita l’insegna. Tra le novità del ristorante ricavato da un vecchio showroom di mobili da giardino, oltre al classico giardino, una bellissima terrazza.

Prodotti di stagione e sapori mediterranei vengono preparati nella cucina a vista dallo chef Andrea Mangiaracina, in un’atmosfera country-chic e un po’ bohémien.  Il menù soddisfa i gusti di tutti, con proposte sia di pesce sia di carne, e molte vegane; così come la carta dei vini. La clientela è giovane: anche un aperitivo Al fresco merita una visita.

La parte esterna del ristorante Da Noi.

Sempre in zona Tortona, in questo caso in via Forcella, nel magico giardino interno del Magna Pars, l’Hotel à Parfum, ha riaperto il ristorante Da Noi In. Alla guida, l’executive chef Andrea Alfieri che propone due menù diversi per soddisfare i desideri di tutti gli ospiti.

Per quelli più esigenti, un pranzo e una cena dove la cucina di mare si affianca alle ricette della tradizione italiana all’interno di Da Noi In (imperdibile  i Tagliolini in fondo al mare Da Noi In, con pasta fatta in casa, ragù di scorfano, gallinella e triglia, così come il Filetto di manzo al Marsala, tartufo nero, bouquet di verdure glassate e millefoglie di patate alla crema di latte).

Una clientela più easy può sedersi al lounge bar Liquidambar per gustare il classico clubsandwich, una piadina vegana,  pizza e insalate, ma anche piatti più strutturati. Il tutto accompagnato da classici della mixology e dagli Aperitivi Olfattivi, Signature Cocktails ispirati ai profumi che contraddistinguono l’ Hotel à Parfum.

Il nuovo ristorante Dal Milanese di Luca Guelfi.

Ultimo, ma solo perché ha appena inaugurato, il Dal Milanese, in viale Premuda 16, nuova avventura di Luca Guelfi, storico nome del Shimokita, del Canteen e dell’Oyster Bar. L’imprenditore ha voluto reinventare una nuova idea di trattoria, un luogo informale con una cucina tradizionale ma con un’ambientazione internazionale.

Ecco allora neon e insegne storiche sui muri di mattoni, lampade di Venini, stampe di pubblicità, quadri originali e un giradischi con musica italiana, da Battisti a Mina, dalla Vanoni a Vecchioni, con un forte richiamo alla Milano da Bere degli anni 80.

La milanesità si respira anche in cucina, con l’executive chef Emanuele Gasperini, già alla guida di Saigon a Milano e Big Surin Costa Smeralda. Piatti tipici lombardi che variano in base alla stagione, con i grandi classici della tradizione: Mondeghini con Salsa Tartara dello Chef, riso al salto e l’immancabile cotoletta. Da provare seduti nella veranda che ospita 40 coperti.

gentleman editoraile aprile 24

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