Belvedere Vodka lancia Heritage 176, la vodka che non è una vodka, ma un distillato di malto, un prodotto tutto nuovo nato recuperando il patrimonio di tecniche antiche.

Chi dimentica il proprio passato non ha futuro. Vale per le persone e i popoli, ma anche per i brand. In Belvedere Vodka ne sono così consapevoli che, come diceva Victor Hugo, hanno aperto la porta del futuro con la chiave del passato. In un momento delicato per i mercati, il distillato super premium fiore all’occhiello del portfolio spirits del Gruppo Lvmh ha rilanciato con Heritage 176: un distillato di malto di segale, un prodotto tutto nuovo che nasce recuperando tradizioni antiche.

Vodka Next Generation: Belvedere lancia Heritage 176, la vodka che non è una vodka. Heritage 176 è un prodotto nuovo ma che, come anticipa il nome, nasce recuperando il proprio glorioso retaggio e tecniche di produzioni antichissime. Quando si dice malto, si pensa subito a birra e whisky. Chi è cresciuto guardando il Carosello forse ricorda pure la colazione che dava forza ai bambini. Ma, di solito, ci si ferma lì.

In realtà, il malto è un elemento che, insieme all’acqua, dà vita a un’infinità di cibi e bevande, più o meno spiritose. Poco noto, ma molto efficace, è l’elemento che rende le torte soffici, la focaccia dorata e le pizze croccanti. Ed è anche l’ingrediente segreto dei mastri distillatori: la maltazione è un processo usato, fin dalla notte dei tempi, per dare corpo e carattere ai cereali, prima della fermentazione.
La tecnica della maltazione, mantenuta viva per bionde e brown spirits, era anche alla base della produzione della vodka in Polonia.
In Polonia, il paese che conserva la prima testimonianza scritta della parola vodka (il termine appare in un registro ufficiale del 1405), per secoli i Rye Distillers esaltavano il gusto unico della segale estraendone il più ampio spettro di sapori possibile attraverso la maltazione della segale e la sua tostatura in forno. Da qui i 176 gradi Fahrenheit richiamati nel nome.

Le note di degustazione di Heritage 176 presentano, al naso, un intenso profumo di pane di segale e noci con note di caramello, pasta frolla e spezie. Al palato, una trama ricca e vellutata si apre con un audace mix di segale tostata, noce di macadamia e miele. Il finale ricco e morbido bilancia il sentore leggermente bruciato della segale.

«È un prodotto molto particolare, di carattere e versatile in miscelazione», racconta Livio Morena, bar manager del Drink Kong di Roma che ha ospitato l’anteprima esclusiva di Heritage 176 per il Belvedere collective, gruppo che riunisce il meglio della miscelazione italiana da Milano a Sorrento, da Firenze a Taormina, che l’ha poi provato e interpretato in cocktail originali. Il suo Nexus 176 è un omaggio alla prima drink list, con il Kong Cordial, ottenuto con lime, limoni e pompelmi spremuti, secondo la filosofia Zero Waste che si ripropone il locale di Patrick Pistolesi.

Sulle note fresche e agrumate hanno giocato anche i milanesi Gabriele Tammaro dell’Octavius Bar del The Stage e Luca Angeli, Bar & Lobby manager del Four Seasons con il suo Heritage Gimlet «per mostrare la duttilità di questo spirito nordeuropeo abbinandolo a profumi mediterranei. Ha un livello qualitativo eccellente, come tutti i prodotti Belvedere, e lo vedo bene in cocktail che mettono in evidenza la tostatura, la sua parte morbida, saporita e profumata, che non lo coprano, ma anzi ne esaltino la struttura».

A conferma della sua versatilità, Matteo Di Ienno del Locale di Firenze l’ha proposta in un Heritage Negroni, mentre a Daniele De Angelis, ha ispirato un Twist sul Vieux Carré, di solito realizzato con Rye Whiskey, perché, come spiega il barman dell’Argot di Roma: «Si presta ai drink classici strutturati, come alla miscelazione più fresca, come fizz, sour, highball».

Anche il packaging di Heritage 176 è molto attraente. : «Fa la sua figura in bottigliera», sottolinea Daniele De Angelis. «Differisce molto dalle altre della linea già nella forma che anticipa il contenuto. Anche se per il 98% è Belvedere Vodka Pure, il restante 2% fa la differenza e lo colloca a livello gustativo, tra un Rye whiskey e un Polugar (antenato della vodka realizzato a partire dal pan di segale, ndr)».

Heritage 176 non si può definire vodka non solo per quel 2% di distillato di malto di segale, ma perché, al contrario della sua tradizionale definizione, è tutto l’opposto di «liquore neutro, inodore e incolore». Ha carattere ed è questo il marchio di fabbrica di Belvedere, coerente con il progetto di valorizzazione di tradizioni e materie prime, ossia la pregiata Polska Rye, iniziato due anni fa con le due Single Estate (Smogóry Forest e Lake Bartežek), che estendono alla vodka il concetto di terroir.

«È un profilo unico», sintetizza Riccardo Soncini, «fosse per me avrei accentuato ancor di più il profilo bruciato di questo fantastico prodotto», dice entusiasta il proprietario del The Craftsman di Reggio Emilia che consiglia: «Per apprezzarla al meglio è berla straight con ghiaccio o in un magnifico Martini».

Proprio al Martini e a uno dei suoi più celebri cultori è ispirato l’After 67 years: un omaggio al Vesper Martini di 007 a base di Heritage 176, tributato da Dario Serra del Ceresio 7 di Milano. O come il Coffee Break, Twist sul classico Espresso Martini, proposto da Lucrezia Fulvio e da bere sulla terrazza dello Zuma che, dalla cima di Palazzo Fendi (ossia Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur), domina Roma.
