Classifica – Le dieci rarità

di Redazione

La macchina one-off realizzata su misura come un abito Haute couture e il cavallo nero arabo. Le dieci rarità, creazioni straordinarie, da scoprire.

«Occorre sbarazzarsi del cattivo gusto di voler andare d’accordo con tutti. Le cose grandi ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze ai sottili e le rarità ai rari»,

sosteneva Friedrich Nietzsche. Ma l’esser raro non significa per forza non avere prezzo (anche se alcune rarità sono oggettivamente preziose). Può essere qualcosa di antico, come la Divina Commedia del 1500, in carta fabbricata a mano con setacci foglio per foglio, acquistata dal nonno in un mercatino a Parigi e dimenticata in cantina. Qualcosa che diamo per scontato, come il miele: da sempre in dispensa, ma che, se non si proteggono le laboriose api, diventerà un prodotto più unico che raro. Ma anche qualcosa di semplice e meraviglioso, come la bellezza naturale di un’orchidea.

Ecco qui le dieci rarità, secondo la Scelta di G.

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Petali di eleganza

Quello delle orchidee è un mondo meraviglioso, ricco di mistero e denso di bellezza, tra nuove scoperte, rarità, forme, colori e profumi inaspettati. Rispondono a un bisogno dell’anima, non materiale. La Miltoniopsis Herr Alexandre, di particolare fascino ed eleganza, è un ibrido creato nei giardini reali di Herrehausen a Hannover per lo scrittore francese Alexandre Dumas, autore della Signora delle Camelie. Dal leggero profumo di miele, in unico esemplare possono sbocciare contemporaneamente anche più di cinquanta fiori.

La Miltoniopsis è un genere dell’America tropicale e progenitrice degli ibridi orchidea-pansé, così chiamate per la somiglianza con le viole del pensiero. Si distinguono per i petali vellutati e arrotondati in colori che vanno dal bianco al rosa e al viola.

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Nel blu dipinto di blu

Il blu è la vera musa di tutti gli artisti. Il blu è mistero, infinito, è cielo e acqua allo stesso tempo. «Quanto il blu è più profondo, tanto più fortemente richiama l’uomo verso l’infinito, suscita in lui la nostalgia della purezza e infine del sovrasensibile», sosteneva Wassily Kandinsky. Tutti prima o poi nella loro vita, di blu, colorano le pareti di casa, una business suit, una macchina… O un gioiello, magari scegliendo una delle gemme più rare, quella tanzanite dal blu così intenso che già di per sé è un capolavoro della natura.

Una meraviglia che ha stregato anche i più grandi gioiellieri di tutto il mondo. Uno su tutti, l’iconico Tiffany & Co. che, nel lontano 1968, non ha solamente coniato il nome (tanzanite da Tanzania), ma le ha dedicato diverse creazioni. Come questo anello in oro giallo e bianco, con tanzanite centrale da 23.03 carati, circondata da diamanti taglio brillante.

 

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La quadratura del cerchio

Come scrive Flaubert, nel Dizionario dei luoghi comuni: «La quadratura del cerchio. Non si sa che cosa sia, ma bisogna alzare le spalle quando se ne parla». In alternativa si potrebbe lasciarsi rapire da questo jukebox, creato dal reparto su misura della Maison Hermès. Un oggetto capace di trasformare la geometria in poesia: con il suo cerchio di legno rivestito di pelle Swift intarsiata che poggia sul piedistallo quadrato in vetro giallo.

Come se ogni elemento fosse sospeso tra passato e futuro. Davanti a lui si perde, infatti, la cognizione del tempo: siamo in un episodio di Happy Days o in un modulo abitativo su Marte, ascoltando il nostro vinile prediletto? Forse la risposta giusta non esiste… Meglio, allora, alzare le spalle come Flaubert.

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Scoperte divine

«Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita». Questa frase, attribuita erroneamente ad Albert Einstein, è emblematica dell’importanza delle api per la biodiversità. Dagli insetti impollinatori, poi, proviene il nettare divino. Tra questi, il raro Miele Elvish (costa 5mila euro al barattolo): scoperto nel 2009 da un apicoltore sulle montagne a Nord-Est della Turchia che, seguendo gli insetti, scese fino a oltre mille metri nel ventre di una montagna e trovò un’enorme camera in cui il miele colava da ogni anfratto.

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One-off

Rolls-Royce Sweptail è il simbolo della rarità e il manifesto dei Coachbuilder del marchio più lussuoso al mondo nel realizzare esemplari unici. Una one-off nata dal desiderio di un cliente, collezionista di super-yacht e aerei, di farla progettare a sua immagine: più di una Rolls-Royce a due posti, è quindi una visione diventata realtà.

Definita l’equivalente automobilistico dell’Haute couture, è stata, infatti, cucita su misura del cliente che ambiva far creare una Rolls mansardata con tetto panoramico in vetro, attraverso un viaggio nella storia del marchio, con la caratterizzazione della coda spazzata (swept-tail) presente su alcune auto degli anni 20 e 30 ed elementi del mondo nautico. (Nicola D. Bonetti)

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L’ora del mito

Come ogni mito che si rispetti, anche il Rolex Daytona Paul Newman si porta dietro una storia leggendaria. Si narra, infatti, che Joanne Woodward, la moglie dell’attore (e pilota automobilistico) dagli occhi di ghiaccio, scelse un Ref. 6239, con quadrante Exotic, cronografo studiato per il mondo delle corse (il nome Daytona è, infatti, un omaggio a Daytona Beach, la spiaggia che all’inizio del XX secolo è stata teatro delle sfide più famose).
È bastato che Newman lo indossasse per renderlo non solo uno degli orologi più famosi, tanto da prendere il nome stesso dell’attore, ma anche quello più ricercato dai collezionisti. Il modello regalato dalla moglie con la scritta «Drive Carefully – Me», nel 2017, è stato battuto all’asta di Philips per la cifra record di oltre 15 milioni di euro. Mentre alle aste un Daytona Paul Newman facilmente supera 1 milione di euro.

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Il valore del passato

Chissà in quale cantica e in quale girone o cielo Dante Alighieri inserirebbe oggi gli influencer e gli iperconnessi… Sicuramente, per riveder le stelle, bisogna uscire dal mondo digital e riscoprire i piaceri reali. Come quello di andare per mercatini o rovistare in soffitta alla ricerca di oggetti preziosi collezionati dai nostri nonni.

Come questa Divina Commedia, edita nel 1554, a circa 80 anni dall’invenzione della stampa a caratteri mobili, quando la stampa avveniva foglio per foglio. E ogni foglio era torchiato a mano. Non si può che restare stupiti per la diligenza e la pulizia nell’esecuzione del lavoro. A margine, i commenti scritti a matita, che probabilmente diminuiscono il valore economico del Poema, ma sicuramente aumentano quello affettivo. Un pezzo unico da tramandare di generazione in generazione. O da ricercare alle aste di libri antichi.

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Flashback

La moda è un viaggio che non smette mai di stupire. Tutto torna, si evolve, si trasforma. T.S. Eliot scriveva: «Non smetteremo mai di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta». Così, nel 2021, è tornato anche lo spirito ribelle degli anni 70. Quella voglia di evadere, di vivere senza porsi alcun limite, di viaggiare senza una meta ben precisa.

Magari indossando un poncho come questo, in pura lana vergine, ispirato alla cultura folcloristica che rese celebri proprio quegli anni. Lo ha sognato, pensato e creato Piacenza Cashmere dandogli, non a caso, il nome «Flashback». Un omaggio al passato e alle tradizionali stoffe dell’America latina rivisitate, in chiave contemporanea, grazie alle moderne tecniche jacquard di Maison. Flashback o Flashforward?

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Il cavallo alato

Ancora oggi un proverbio arabo dice: «Se ti racconteranno di aver visto un cavallo volare, chiedi il colore del suo mantello. Se ti diranno nero, allora puoi crederci».
Si narra che, dopo la traversata di un deserto, la mandria di cento cavalli arabi condotta da Maometto si precipitò verso un abbeveratorio. Il Profeta li richiamò all’ordine, ma solo cinque ubbidirono: cinque purosangue dal mantello nero come la pece, che divennero i prescelti. Storie che avrebbero dovuto favorire la diffusione di purosangue morelli.

Ma la leggenda raramente va d’accordo con la scienza: il mantello equino deriva dalla combinazione di 11 elementi con altrettanti processi genetici, che determinano colori e sfumature. Il nero integrale si ha solo per la combinazione di due elementi in un cavallo omozigote, cioè geneticamente puro. Condizione rarissima, sia in natura, sia in fase di produzione. L’arabo nero è quindi un affascinante oggetto dei desideri.

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In sella ai sogni

Spirit of Passion BMW R 18, maxi cruiser della casa bavarese che monta il motore più grande della storia (1802 cc di cilindrata), trasmette carattere e fascino. È una limited edition creata dal genio artigianale del motociclista e designer Dirk Oehlerking (Kingston Custom) rispettandone l’anima strutturale, già perfetta.

Vestita con una carenatura in stile anni 30 che culmina nel doppio rene come il frontale della rarissima 328, ha manubrio, parafango, sella, luci, verniciatura e decorazioni che richiamano l’Art déco. È poi possibile arricchire la cruiser BMW con il controllo di trazione Msr, la frenata assistita Hill start control e la retromarcia assistita. (Nicola D. Bonetti)

gentleman editoraile aprile 24

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