I rifugi di montagna più high tech

Design, tecnologia, comfort, sostenibilità: sono le nuove super baite. O meglio i rifugi di montagna più high tech distribuiti sulle Alpi. Luoghi furturistici sorti su vecchi bivacchi che trasudano storia e avventure. Ecologicamente autosufficienti.  Accolgono, coccolano e offrono ai visitatori viste che tolgono il fiato.

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Monte Rosa Hütte

La chiamano Cristallo di Roccia , perché la sua struttura brilla tra le vette. È la capanna Monte Rosa, o meglio il rifugio Monte Rosa Hütte. Situato a 2883 metri di quota sul ghiacciaio di Garnergrot, sul massiccio del Monte Rosa nel territorio di Zermatt. La vista  è mozzafiato e spazia dal Monte Rosa al Cervino e sulla parete nord dei Lyskamm.

La struttura moderna ed ecocompatibile è in legno rivestita in alluminio lucido. I materiali impiegati sono completamente riciclabili, o facilmente smaltibili e non causano l’immissione nell’atmosfera e nel sottosuolo di agenti dannosi per l’ambiente. Il rifugio rappresenta un esempio unico, sia dal punto di vista architettonico sia per l’impostazione energetica e impiantistica, le dotazioni garantiscono un’autosufficienza energetica del 90%, raggiunta sfruttando le risorse naturali del sole e della neve.

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Rifugio Oberholz

Ai pendii del Patrimonio Mondiale Dolomiti, il rifugio Oberholz, quota 2096 m, si affaccia sulle più alte ed importanti cime e catene montane delle Alpi Centrali tra cui la Catena del Lagorai, il Gruppo delle Dolomiti di Brenta, il Gruppo dell’Ortles.

Un piccolo gioiello di architettura perfettamente integrata nel paesaggio, l’esterno porta alla mente l’immagine di un albero coricato eppure in crescita, con ramificazioni che dal versante si spingono sempre più in fuori. L’intera facciata esterna é in larice, mentre la struttura portante e il rivestimento interno sono realizzati in legno di abete rosso.

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Caban du Vélan

Situato a il Caban du Vélan di proprietà del Club Alpino Svizzero, è situato sulla morena della riva sinistra del Glacier de Tseudet, a una quota di 2642 metri nel territorio di Bourg-Saint-Pierre, nel Basso Vallese.

La costruzione in legno rivestita in metallo, si presenta come una moderna capanna la cui pianta ricorda la forma tipica della prua di una nave, si innalza sopra la strada del passo del Gran San Bernardo. La disposizione delle finestre sottolinea l’architettura futuristica.

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Sasso Nero

Costruito a a 3.026 m sul livello del mare, il rifugio Sasso Nero è una grande sfida architettonica e un luogo magico perché la vista sul paesaggio circostante è unica.  Situato a Valle Aurina, in valle Aurina, nelle Alpi della Zillertal, da qui lo sguardo si estende sulle Alpi della valle di Ziller attraverso gli Alti Tauri e il gruppo del Rieserferner fino alle cime dolomitiche della Marmolada.

Il progetto ispira ad una cima di roccia sottile, concepita come segno forte nel paesaggio e come punto di riferimento per gli escursionisti che arrivano da tutte le direzioni. L’intera struttura è stata realizzata in pannelli prefabbricati con tavole incrociate di abete rosso e dispone di un impianto fotovoltaico di 90 metri quadrati.

La «stube» è realizzata quasi interamente in legno di abete ed è arredata in modo semplice con una panca che si sviluppa lungo le pareti esterne, con tavoli grandi e sgabelli, da qui si ha l’impressione di essere  sul ponte di comando di un gigante dell’oceano.

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Rifugio del Goûter

Tra i rifugi di montagna più high tech non si può non citare il Goûter. Il più alto di Francia, a 3835 m di altitudine, sta sul famoso itinerario della Via Reale per andare al monte Bianco.  quasi completamente indipendente dal punto di vista energetico.

L’involucro esterno è costituito da pannelli in inox, resistenti a venti di 240 km orari e alle forti escursioni termiche, sopra i quali sono montati pannelli fotovoltaici e solari che producono il 20% del fabbisogno di energia elettrica e l’80% di quella termica tramite un impianto a biomassa. Un sistema combinato consente di recuperare al 100% le acque reflue. La struttura interna invece è realizzata con pannelli isolanti di fibra di legno riciclato, fatti arrivare dal vicino comune di Saint Gervais per ridurre al massimo l’impatto ambientale.

Rifugio Gonella

Il rifugio Gonella è un avamposto per la  selvaggia salita al Monte Bianco lungo la normale italiana, anche conosciuta come la Via del Papa. Situato nel comune di Courmayeur, in val Veny, nel massiccio del Monte Bianco, a 3071 metri di quota, è edificato su uno sperone roccioso posto sopra il ghiacciaio del Dôme ai piede dell’Aiguilles Grises.

L’intera struttura è in legno lamellare, i solai sono in legno, così come i serramenti esterni con vetrocamera termoacustica e antisfondamento.

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Rifugio Col Gallina

La Star Ligfht Room del rifugio Col Gallina a pochi chilometri da Cortina d’Ampezzo è realizzata in legno di abete e vetro con un esclusivo sistema mobile alimentato a pannelli fotovoltaici che consente alla camera di girare su sé stessa, di 360 gradi, e cambiare panorama. regalando a chi vi soggiorna indescrivibili cieli stellati e viste a perdita d’occhio sulle cime Dolomitiche del Lagazuoi, Sass de Stria e le 5 torri.

L’intera struttura della Starlight Room Dolomites 360 è stata realizzata a km0, nel rispetto dei principi ecosostenibili, dalla scelta dei materiali provenienti dalle montagne circostanti alle maestranze, giovanissimi artigiani locali. L’intera struttura è stata montata in soli 28 minuti ed è  inclusa tra i dieci hotel più spettacolari del mondo.

gentleman editoraile aprile 24

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