La storia reinterpretata

di Nicola D. Bonetti

Alfa Romeo 33 Stradale. L’origine del mito: nel 1967 c’è un’Alfa Romeo che corre e vince già dall’esordio, la Tipo 33. Nata da un progetto per il ritorno del Biscione alle competizioni. Con una lunga carriera, coronata conquistando il Campionato Marche nel ’75 e nel ’77.

Da questo modello è derivata la versione omologata: la 33 Stradale. Poi prodotta in piccolissima serie per i privati, quasi una fuoriserie che combinasse le prestazioni della Tipo 33 da competizione con la possibilità di essere guidata anche non in pista.

Alfa Romeo 33 Stradale 1967.

Design di Franco Scaglione, che crea un capolavoro in cui l’innovazione di stile si fonde con la ricerca dell’aerodinamica e della funzionalità.

Il design della 33 Stradale del 1967, quintessenza della bellezza in un’automobile, è quasi impossibile da descrivere: a esprimerlo sono l’equilibrio delle forme, la purezza delle linee, l’eleganza di ogni minimo dettaglio. Diventando una delle più belle auto al mondo.

Alfa Romeo 33 Stradale. 2023

Tra il 1967 e il 1969 ne sono stati prodotti solo 18 esemplari, uno dei quali si può ammirare al Museo di Arese. Inoltre, altra particolarità, sei chassis della 33 Stradale furono utilizzati per realizzare altrettanti prototipi, che anticiparono di almeno due decenni il design automobilistico: Carabo e P33 Roadster GS del 1968), 33/2 Coupé Speciale e Iguana del ’69, Cuneo del ’71 e Navajo nel 1976.

Un modello leggendario, oggi reinterpretato con l’attesa supercar, come racconta Alejandro Mesonero-Romanos, capo del design Alfa Romeo Design: «Il progetto 33 Stradale ha preso vita grazie alla passione e alla dedizione di un ristretto gruppo di personaggi del Centro Stile.

Si ispira al capolavoro di Franco Scaglione del 1967 con audace sguardo alle linee dei futuri modelli Alfa Romeo. Il risultato è il frutto delle competenze e della migliore tradizione del design italiano. Un vero e proprio manifesto di bellezza essenziale: poche linee, sensuali e allo stesso tempo potenti capaci di suscitare desiderio e forti emozioni».

Alfa Romeo 33 Stradale. 2023

Coupé a due posti, realizzata in collaborazione con la carrozzeria Touring Superleggera, ha linee sinuose anche se da metabolizzare: troppo difficile la missione con un’antenata che si può definire icona assoluta, facendo risultare inspiegabili gli elementi futuribili.

Rispetto all’originale mantiene però elementi caratterizzanti come le portiere a elitra, gli interni minimalisti e il motore posteriore. Che non è più l’otto cilindri Alfa, ma il Nettuno V6 3.0 biturbo da 620 cavalli di Maserati: condivide infatti la splendida base tecnica con MC20. Dichiara 0-100 km/h in meno di 3” e 333 km/h.

L’affinamento tecnico è avvenuto con il team Sauber F1. Prodotta in soli 33 esemplari a un prezzo non rivelato (oltre 1,5 milioni?), offre ai selezionati acquirenti la possibilità di scelta anche in versione al 100% elettrica (su base Maserati Folgore) con potenza di oltre 550 kW. Ma sembra che pochi rinuncino al ruggito.

L’origine del mito: nel 1967 c’è un’Alfa Romeo che corre e vince già dall’esordio, la Tipo 33, nata da un progetto per il ritorno del Biscione alle competizioni. Con una lunga carriera, coronata conquistando il Campionato Marche nel ’75 e nel ’77.

Dalla quale è derivata la versione omologata: la 33 Stradale, prodotta in piccolissima serie per i privati, quasi una fuoriserie che combinasse le prestazioni della Tipo 33 da competizione con la possibilità di essere guidata anche non in pista.

Design di Franco Scaglione, che crea un capolavoro in cui l’innovazione di stile si fonde con la ricerca dell’aerodinamica e della funzionalità.

Il design della 33 Stradale del 1967, quintessenza della bellezza in un’automobile, è quasi impossibile da descrivere: a esprimerlo sono l’equilibrio delle forme, la purezza delle linee, l’eleganza di ogni minimo dettaglio. Diventando una delle più belle auto al mondo.

Alfa Romeo 33 Stradale. 2023

Tra il 1967 e il 1969 ne sono stati prodotti solo 18 esemplari, uno dei quali si può ammirare al Museo di Arese. Inoltre, altra particolarità, sei chassis della 33 Stradale furono utilizzati per realizzare altrettanti prototipi, che anticiparono di almeno due decenni il design automobilistico: Carabo e P33 Roadster GS del 1968), 33/2 Coupé Speciale e Iguana del ’69, Cuneo del ’71 e Navajo nel 1976.

Alfa Romeo Stradale 33. 1967

Un modello leggendario, oggi reinterpretato con l’attesa supercar, come racconta Alejandro Mesonero-Romanos, capo del design Alfa Romeo Design: «Il progetto 33 Stradale ha preso vita grazie alla passione e alla dedizione di un ristretto gruppo di personaggi del Centro Stile.

Si ispira al capolavoro di Franco Scaglione del 1967 con audace sguardo alle linee dei futuri modelli Alfa Romeo.

Il risultato è il frutto delle competenze e della migliore tradizione del design italiano. Un vero e proprio manifesto di bellezza essenziale: poche linee, sensuali e allo stesso tempo potenti capaci di suscitare desiderio e forti emozioni».

Alfa Romeo Stradale 33. 1967

Coupé a due posti, realizzata in collaborazione con la carrozzeria Touring Superleggera, ha linee sinuose anche se da metabolizzare: troppo difficile la missione con un’antenata che si può definire icona assoluta, facendo risultare inspiegabili gli elementi futuribili.

Rispetto all’originale mantiene però elementi caratterizzanti come le portiere a elitra, gli interni minimalisti e il motore posteriore. Che non è più l’otto cilindri Alfa, ma il Nettuno V6 3.0 biturbo da 620 cavalli di Maserati: condivide infatti la splendida base tecnica con MC20. Dichiara 0-100 km/h in meno di 3” e 333 km/h.

Alfa Romeo 33 Stradale. 2023

L’affinamento tecnico è avvenuto con il team Sauber F1. Prodotta in soli 33 esemplari a un prezzo non rivelato (oltre 1,5 milioni?), offre ai selezionati acquirenti la possibilità di scelta anche in versione al 100% elettrica (su base Maserati Folgore) con potenza di oltre 550 kW.

Ma sembra che pochi rinuncino al ruggito. L’origine del mito: nel 1967 c’è un’Alfa Romeo che corre e vince già dall’esordio, la Tipo 33, nata da un progetto per il ritorno del Biscione alle competizioni.

Con una lunga carriera, coronata conquistando il Campionato Marche nel ’75 e nel ’77. Dalla quale è derivata la versione omologata: la 33 Stradale.

Prodotta in piccolissima serie per i privati, quasi una fuoriserie che combinasse le prestazioni della Tipo 33 da competizione con la possibilità di essere guidata anche non in pista.

Alfa Romeo 33 Stradale. 2023

Design di Franco Scaglione, che crea un capolavoro in cui l’innovazione di stile si fonde con la ricerca dell’aerodinamica e della funzionalità. Il design della 33 Stradale del 1967, quintessenza della bellezza in un’automobile.

E’ quasi impossibile da descrivere: a esprimerlo sono l’equilibrio delle forme, la purezza delle linee, l’eleganza di ogni minimo dettaglio. Diventando una delle più belle auto al mondo.

Tra il 1967 e il 1969 ne sono stati prodotti solo 18 esemplari, uno dei quali si può ammirare al Museo di Arese.

Inoltre, altra particolarità, sei chassis della 33 Stradale furono utilizzati per realizzare altrettanti prototipi, che anticiparono di almeno due decenni il design automobilistico: Carabo e P33 Roadster GS del 1968), 33/2 Coupé Speciale e Iguana del ’69, Cuneo del ’71 e Navajo nel 1976.

Alfa Romeo 33 Stradale. 2023

Un modello leggendario, oggi reinterpretato con l’attesa supercar, come racconta
Alejandro Mesonero-Romanos, capo del design Alfa Romeo Design: «Il progetto 33 Stradale ha preso vita grazie alla passione e alla dedizione di un ristretto gruppo di personaggi del Centro Stile.

Si ispira al capolavoro di Franco Scaglione del 1967 con audace sguardo alle linee dei futuri modelli Alfa Romeo.

Il risultato è il frutto delle competenze e della migliore tradizione del design italiano. Un vero e proprio manifesto di bellezza essenziale: poche linee, sensuali e allo stesso tempo potenti capaci di suscitare desiderio e forti emozioni».

Coupé a due posti, realizzata in collaborazione con la carrozzeria Touring Superleggera, ha linee sinuose anche se da metabolizzare. Troppo difficile la missione con un’antenata che si può definire icona assoluta, facendo risultare inspiegabili gli elementi futuribili.

Rispetto all’originale mantiene però elementi caratterizzanti come le portiere a elitra, gli interni minimalisti e il motore posteriore.

Che non è più l’otto cilindri Alfa, ma il Nettuno V6 3.0 biturbo da 620 cavalli di Maserati: condivide infatti la splendida base tecnica con MC20. Dichiara 0-100 km/h in meno di 3” e 333 km/h. L’affinamento tecnico è avvenuto con il team Sauber F1.

Prodotta in soli 33 esemplari a un prezzo non rivelato (oltre 1,5 milioni?), offre ai selezionati acquirenti la possibilità di scelta. Anche in versione al 100% elettrica (su base Maserati Folgore) con potenza di oltre 550 kW. Ma sembra che pochi rinuncino al ruggito.

gentleman editoraile aprile 24

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