L’eco del mare

di Fabio Petrone

Ridurre l’impatto ambientale con nuove soluzioni tecnologiche senza rinunciare alla creatività stilistica. Ecco Seadeck, la prima Serie ibrida di motoryacht Azimut

Il Seadeck 7.

«Sostenibilità è una parola diventata di moda negli ultimi anni, alle volte fin troppo abusata. Ma per il nostro Gruppo è ormai la base da cui partire per realizzare nuovi progetti». Con queste parole Giovanna Vitelli, presidente di Azimut|Benetti, racconta il percorso che da decenni vede il Gruppo nautico sempre più impegnato verso il green.

E l’occasione è quella giusta: la presentazione, lo scorso mese a Milano, della nuova serie Seadeck di Azimut Yacht, una gamma di motoryacht ibridi da crociera che il cantiere di Avigliana ha aggiunto alle proprie collezioni. «La serie Seadeck rappresenta un nuovo capitolo nella nostra storia di sviluppo dei prodotti», racconta Giovanna Vitelli.

«È la sintesi del know-how del gruppo e della tecnologia all’avanguardia che abbiamo sviluppato per ridurre l’impatto ambientale dei nostri yacht, è un nuovo punto di partenza per le generazioni future.

Desideriamo tracciare una rotta che sia di ispirazione per tutta l’industria, perché il tema del rispetto dell’ambiente sia interpretato con un approccio concreto fatto di investimenti, ricerca tecnologica e coraggio di introdurre un nuovo stile di vita che abbracci il mare».

Giovanna Vitelli, presidente di Azimut|Benetti, con Antonio Rodriguez e Matteo Thun, interior designer degli yacht Seadeck Azimut.

A firmare il progetto, Alberto Mancini, per il design esterno e il layout, e, per la prima volta, l’architetto Matteo Thun e il designer Antonio Rodriguez per gli interni, mentre architettura e ingegneria navale sono a cura dell’ufficio tecnico e del Centro di ricerca e sviluppo di Azimut|Benetti.

Il primo modello, il Seadeck 6, debutterà al Salone nautico di Düsseldorf nel gennaio 2024, a cui seguiranno Seadeck 7 e Seadeck 8 tra il 2024 e il 2025.

Tutti dall’anima green: saranno, infatti, in grado di ridurre le emissioni di C02 fino al 40% rispetto a un tradizionale flybridge di dimensioni simili, considerando l’utilizzo medio che gli armatori potranno farne in un anno.

Il salone del Seadeck 6.

Questo contenimento è reso possibile combinando tre fattori: riduzione del peso grazie all’uso estensivo della fibra di carbonio, design efficiente dello scafo e propulsione basata sull’utilizzo di sistemi di motorizzazione ibridi.

Partendo proprio da quest’ultimo aspetto, la gamma Seadeck sarà dotata di un sistema ibrido Volvo Penta IPS, una novità assoluta commercializzata dal costruttore svedese, per mirare a una riduzione del 30% del consumo di carburante.

Inoltre, il 40% delle parti che compongono questi nuovi motoryacht, sarà in fibra di carbonio e gli scafi avranno delle carene plananti, le più efficienti mai costruite dal cantiere di Avigliana.

Con motori e generatori spenti, il pacco batterie installato a bordo sarà in grado di fornire l’energia necessaria per il funzionamento di tutti i servizi, compresa la stabilizzazione e persino l’aria condizionata, per un massimo di 4 ore durante il giorno, quando la barca è all’ancora, o 8 ore di notte, amplificando in maniera significativa anche il comfort di bordo.

Invece del teak, nella serie Azimut Seadeck è stato utilizzato il sughero, come nella Fun Island del 7 (sopra).

Per aumentare l’efficienza delle batterie, i Seadeck saranno anche dotati di pannelli solari in grado di contribuire alla loro ricarica, mentre, per ridurre le necessità energetiche di bordo, verranno installati dei sistemi di produzione dell’acqua calda basati sul recupero del calore generato dai motori in sala macchine.

Sempre nell’ottica di contenere lo spreco di energia a bordo, per il rivestimento dei ponti esterni, invece del teak, è stato utilizzato il sughero, che ha un coefficiente di coibentazione superiore.

Seadek è un’isola galleggiante

per vivere in totale contatto col mare

«Preferiamo parlare di consapevolezza piuttosto che di sostenibilità», commentano Matteo Thun e Antonio Rodriguez. «Una filosofia che determina il nostro modo di fare architettura. Noi cerchiamo di lavorare per sottrazione, perché ridurre significa durabilità, sia tecnica sia estetica. E una barca deve durare nel tempo ed essere bella per sempre».

E poi, per offrire un’esperienza immersiva nella natura, la Fun Island, la lounge a poppa totalmente aperta, che quasi abbraccia il mare.

gentleman editoraile aprile 24

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