Non chiamatele più navette

di Fabio Petrone

Poppa tonda, prua slanciata, per decenni le navette sono state l’emblema del panfilo a motore. Oggi tecnologia e design esasperano e innovano, ma le ville sull’acqua offrono sempre massimi comfort e relax in navigazione

Una piccola nave anche nelle forme, in acciaio, dislocante, fra i 20 e i 35 metri di lunghezza, sviluppata su due ponti coperti più ponte sole esterno. Le navette sono state le prime ville galleggianti, i primi superyacht su cui navigare in pieno comfort. Dalla nave hanno ereditato la robustezza, la carena per andare lontano e soprattutto gli spazi.

Il Rossetti Superyachts 38m Explorer

Di costruzione per lo più olandese e italiana, per decenni questo tipo di yacht ha rappresentato il concetto di nave da diporto di lusso, l’emblema del panfilo a motore che ha segnato un’epoca. Oggi, le abitudini e i gusti degli armatori sono cambiati.

La comparsa della vetroresina nelle costruzioni navali ha sciolto le briglie alla fantasia e alle capacità di cantieri e yacht designer, che hanno declinato il concetto di panfilo a motore in fogge e modi diversi. Di navette a poppa tonda e prua slanciata non se ne fanno più o quasi.

Le necessità di spazio e comfort sempre crescenti hanno fatto aumentare le dimensioni degli scafi e in qualche caso raddoppiato il numero dei loro ponti. Le poppe, così come le prue, hanno cambiato connotazione, divenendo sempre meno slanciate le prime e sempre più improntate alla vivibilità le seconde, larghe e squadrate per trasformarsi in esclusive beach area.

L’upper deck del Rosetti Superyachts

La tendenza degli armatori è quella di volere barche più veloci oltre che più voluminose, dunque sono proposte navette anche con carene semidislocanti che, all’occorrenza, possano navigare anche oltre 20 nodi. Le ville sull’acqua, i superyacht sono quindi oggi più grandi e veloci. È stato introdotto il concetto di navetta stile explorer, sono comparse quelle con linee più sportive, altre con layout che richiamano il motoryacht, fino ad arrivare alle navette che guardano al futuro sia in termini di layout che di stilemi.

Anche il mercato è diventato affollato di proposte da suddividere in due grandi famiglie: semi-custom, in vetroresina e/o materiali compositi, pensati dai cantieri per poter intercettare quanto più possibile il gusto di ogni armatore, qualsiasi sia la propria cultura e il suo modo di andare in mare; modelli custom, sempre in metallo per poter essere meglio plasmabile alle necessità e ai gusti del singolo, per chi invece ha un’idea precisa di ciò che deve essere il proprio yacht e lo vuole fatto apposta per sé.

Gentleman ne propone una rapida carrellata, scelti fra quelle di produzione Made in Italy, i più ambiti: nel mondo quasi un armatore di yacht e superyacht su due, compra italiano. Innanzitutto, il Rosetti Superyachts 38 m Explorer, prima unità messa in acqua dal brand ravennate, nato da una shipyard che ha fatto fortuna nel naviglio commerciale, la Rosetti Marino.

Varata nel 2021 con il nome di Emocean, l’RSY 38 m EXP è realizzata con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio, è lunga 37,83 metri per 8,85 di baglio, e ha una stazza lorda di 410 GT giustificata dai volumi di cui dispone, ragguardevoli, da barca più grande.

Progettato dallo studio Hydro Tec per una navigazione di lungo raggio (in un anno ha già completato due traversate atlantiche) sul ponte inferiore, con beach club a poppa, accoglie quattro confortevoli cabine ospiti, due matrimoniali e due con letti gemelli, oltre al quartiere equipaggio con tre cabine, tavolo pranzo e cucina.

La suite armatoriale è invece a pruavia del ponte principale, dopo una zona lounge e un’area pranzo, dotata di ufficio, spazioso bagno «lui e lei» con doccia centrale, capiente cabina armadio e balcony sul lato di dritta. Il salone principale è sul ponte superiore dove ci sono anche la cabina del comandante e la timoneria dotata di plancia integrata.

C’è una barca decisamente avanti in termini di design, il cui concept porta una delle firme più creative e visionarie del settore, Luca Bassani, che sa coniugare forma e funzione attraverso tratti estetici distintivi e altamente riconoscibili. Per chi cerca la barca spaziosa, dislocante, la sua proposta è wallywhy200.

Il Wallywhy200 firmato da Luca Bassani

Che piaccia o meno, è anch’essa rivoluzionaria, come lo sono stati altri Wally in passato, per il layout esterno che veste interni molto spaziosi, secondo il cantiere più grandi anche del 50% rispetto a unità di pari lunghezza: in soli 27 metri c’è lo spazio di un 33 metri. Pezzo forte degli interni è la suite armatoriale, posizionata all’estremità della prua, che è vetrata: l’esperienza di vita a bordo è immersiva con il mare, oltremodo spettacolare quando si naviga.

Di grande impatto visivo è anche l’upper deck, contraddistinto dall’avveniristico cupolino in vetro e carbonio in puro stile Wallypower. Sempre sul ponte superiore, il top allungato e strutturale, senza montanti, è un capolavoro di design e ingegneria per le sue eccezionali doti di stabilità e robustezza.

L’upper deck del Wallywhy200

Anche il Sanlorenzo SD96, che a breve sarà affiancato dal SD90, il nuovo modello d’ingresso alla linea di yacht semidislocanti Sanlorenzo, è una barca che guarda al futuro. Linee esterne curate dallo studio Zuccon International Project, interni firmati da Patricia Urquiola, nella versione SD96s ha infatti una propulsione «sustainable hybrid» progettata in collaborazione con Siemens.

Gli interni del Sanlorenzo SD96s disegnati da Patricia Urquiola

Può operare in 4 diverse modalità. Enhanced Comfort, ideale per la crociera notturna e in costa; Eco Cruise/hotel mode, un sistema che fa navigare o sostare in rada ad emissioni zero; Extendend Range, un’opzione che si rende utile per trasferimenti molto lunghi, garantendo riduzione di consumi; Eco Transfer, la scelta che consente allo yacht di navigare con un solo motore, ma facendo lavorare entrambi gli assi, a vantaggio della riduzione delle ore motore e di un migliore rendimento.

DOM133 Baglietto Attitude

È studiata per garantire un’effettiva riduzione dei consumi, limitando l’emissione di gas nocivi. Baglietto Attitude è un 41 metri semidislocante della linea DOM capace d’interpretare il concetto di nave/ dimora dove trascorrere il proprio tempo libero, con lo stile e la tecnologia di oggi.

«La linea DOM di Baglietto », dice Stefano Vafiadis, lo yacht designer che la firma, «deriva il suo nome dalla parola latina Domus. È proprio l›idea di una casa lontano da casa alla base di questa serie di cruiser in alluminio, modellati sulle esigenze e sugli stili di vita degli armatori. Le linee esterne sono ispirate al design automobilistico, i volumi interni generosi e gli spazi all’aperto ampi».

gentleman editoraile aprile 24

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