Breguet Type 20 e Type XX: sulle ali della storia

di Davide Passoni

Torna in collezione uno degli orologi che hanno contribuito a creare il mito di Breguet: il Type 20 si presenta nella sua versione militare, il Type XX veste l’abito civile

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Ci sono pochi segnatempo al mondo per i quali si può dire che hanno segnato la storia dell’orologeria. Uno di questi è il Type 20 di Breguet, che quest’anno il marchio ha rilanciato con un evento internazionale che si è svolto a Parigi ai primi di giugno. Non una ma due nuove referenze, che arricchiscono e rinvigoriscono un’avventura iniziata a metà del secolo scorso.

Da dove nasce il Type 20

Nei primi anni ’50, Breguet fu tra i primi marchi a rispondere a un bando dell’aeronautica militare francese che richiedeva per i propri piloti un cronografo da polso robusto, dotato di caratteristiche particolari. Le principali di esse erano: quadrante nero, indici e lancette luminescenti, movimento capace di resistere alle sollecitazioni date da un aereo militare (variazione di pressione e accelerazioni improvvise, in primis), lunetta girevole, funzione flyback.

Il Ministero dell’Aeronautica chiamò Type XX il futuro orologio e siccome al bando risposero diverse manifatture, troviamo orologi con questo nome prodotti da più marchi. A quelli che furono selezionati per gli appalti pubblici fu consentito di vendere gli orologi anche ai clienti privati. Per questo motivo, col tempo si adottò la denominazione Type 20 per i segnatempo destinati ai militari e Type XX per quelli destinati ai civili.

Breguet presentò i prototipi nel 1952 e l’anno successivo furono omologati. Nel 1954, l’Aeronautica militare commissionò 1100 Type 20 militari che furono consegnati tra il 1955 e il 1959. Erano orologi che non avevano il logo sul quadrante, che invece ospitava il contatore dei 30 minuti.

Tra il 1956 e il 1957 furono consegnati 80 pezzi al Centre d’Essais en Vol, che riuniva i migliori piloti collaudatori. Quegli orologi avevano il contatore dei 15 minuti e 50 di essi anche quello delle 12 ore a ore 6. Nel 1958 fu la Marine Nationale a commissionare 500 esemplari per i piloti e i marinai dell’Aéronautique Navale, orologi consegnati in blocco il 13 gennaio 1960. Avevano il contatore dei 15 minuti situato in un cerchio dal diametro ingrandito. In virtù di poche modifiche sul quadrante, sulle lancette e sulla lunetta, l’estetica del Type 20 di Breguet rimase invariata fino al 1970.

La seconda e la terza generazione del cronografo

Nel 1971 fu la volta della seconda generazione di Type XX, con la cassa grande in acciaio lucido, le anse spesse e la lunetta nera. Il modello era disponibile con o senza il contatore delle 12 ore ma sempre con quello dei 15 minuti. Gli ultimi pezzi furono venduti nel 1986.

Per vedere la terza generazione del cronografo di Breguet bisognerà aspettare fino al 1995, con le referenze 3800 “Aéronavale”, priva di datario, e 3820 “Transatlantique”, con datario. Il Type XX riprendeva i classici codici con il quadrante nero, la lunetta rotante e la funzione “flyback”, oltre che il movimento a carica automatica. L’estetica si distingueva per la cassa con carrure zigrinata.

Nel corso degli anni le referenze furono declinate con metalli preziosi e quadranti cromaticamente vari, oltre che in un modello con sveglia e in uno da donna. Nel 2004 entrò in collezione il Type XXI (ref. 3810) e nel 2010 il Type XXII (ref. 3880), dove alla tecnologia ad alta frequenza si aggiunse l’uso del silicio antimagnetico per la realizzazione di alcuni componenti del movimento.

Il nuovo Breguet Type XX ref. 2067

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Oggi siamo dunque arrivati alla quarta generazione del Type 20 che, come abbiamo scritto all’inizio, è stato presentato in due referenze: la 2057 di ispirazione militare, Type 20 appunto, e la 2067 di ispirazione civile, ossia la Type XX. Partiamo da quest’ultima.

La sua estetica richiama molto da vicino quella dei Type XX civili degli anni ’50 e ’60, nello specifico la referenza 2988 del 1957. Il quadrante della moderna ref. 2067 ha tre contatori: quello dei 15 minuti a ore 3, quello delle 12 ore a ore 6, quello dei secondi a ore 9. Il diametro dei contatori è differente, per rendere il quadrante più mosso e leggibile.

La cassa è in acciaio, misura 42 mm di diametro, ha una lunetta graduata bidirezionale e scanalata e una corona dalla forma classica, dritta. I numeri arabi degli indici, le lancette e il triangolo sulla lunetta a ore 12 hanno un trattamento luminescente avorio. A ore 4:30 c’è la finestra del datario.

È possibile variare l’estetica dell’orologio alternando un cinturino in vitello marrone con un cinturino NATO nero aggiuntivo, contenuto nel cofanetto. Il sistema d’intercambiabilità dei cinturini consente di sostituirli in modo facile e autonomo, senza ricorrere a strumenti.

Il nuovo Breguet Type XX ref. 2057

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Il Type 20 di ispirazione militare, la ref. 2057, richiama invece i 1100 esemplari consegnati all’Aeronautica francese tra il 1955 e il 1959, di cui abbiamo scritto sopra. Breguet interpreta in chiave moderna il quadrante nero di quell’orologio, pur mantenendolo fedele all’identità del Type 20 originale. A differenza della referenza civile 2067, qui i numeri arabi e il triangolo sulla lunetta hanno una colorazione verde menta come le lancette.

Sul quadrante, i contatori sono due: quello dei 30 minuti, situato a ore 3, è ora più imponente del contatore dei 60 secondi, situato a ore 9. Anche qui, come nel Type XX, è presente il datario a ore 4:30. Anche questa cassa è in acciaio e ha un diametro di 42 mm.

Diversamente dalla ref. 2067, qui non abbiamo la lunetta graduata; rimane però bidirezionale e scanalata, a richiamare gli orologi d’epoca realizzati per i piloti delle forze aeree militari. La corona non è dritta ma oversize e a forma di pera, per una migliore maneggiabilità.

Come nella referenza civile, anche qui è disponibile un cinturino NATO in tessuto, da alternare a quello in pelle di vitello (questa volta nero), grazie al sistema di sgancio facilitato.

Un nuovo movimento

Le due nuove referenze hanno richiesto quattro anni di lavorazione prima del lancio, soprattutto per la necessità di sviluppare un nuovo movimento. Alla fine, Breguet ha realizzato il nuovo calibro a carica automatica 728 per la versione civile e il calibro 7281 per quella militare, che vantano entrambi molteplici brevetti. Il movimento cronografico ha la ruota a colonne, l’innesto verticale e lavora a una frequenza di 5 Hz.

La spirale, la ruota dello scappamento e le anse dell’ancora sono in silicio, un elemento resistente alla corrosione e all’usura e, soprattutto, amagnetico. Il che significa che i campi magnetici non inficiano il movimento e la sua precisione di marcia ne beneficia. Il calibro ha una autonomia di 60 ore e ha la funzione flyback su entrambe le versioni.

Questa funzione, chiamata retour en vol in francese, consente l’azzeramento e l’immediata attivazione di una nuova misurazione cronografica. Il pulsante situato a ore 2 aziona il cronografo mentre quello a ore 4 azzera e attiva immediatamente la rilevazione dei nuovi tempi con una semplice pressione. Si tratta di una funzione molto utile per i piloti: prima che fosse ideata, erano necessarie tre manovre anziché una per cronometrare diversi eventi, mettendo a rischio l’incolumità di chi era ai comandi di un aereo.

 

gentleman editoraile aprile 24

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