Il gusto dell’Italia secondo Stanley Tucci

di Giuliana Di Paola

Il gusto dell’Italia di Stanley Tucci? Da scoprire nella sua trasmissione Searching for Italy: una dichiarazione d’amore per il gusto italico

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Cercando l’Italia, Stanley Tucci ha trovato l’America. Il celebre attore italo-americano non ha mai fatto mistero del suo amore per il Bel Paese e per la cucina in generale. Ma in Searching for Italy le due passioni hanno trovato la sintesi perfetta, e la trasmissione, ora in onda la seconda stagione su Cnn, ha avuto un successo clamoroso. Anzi, planetario. Tanto da cogliere di sorpresa persino la produzione e lo stesso Tucci.

Premessa, le prime puntate erano andate in onda in un periodo in cui viaggiare non era un’opzione molto praticabile (le registrazioni sono state a cavallo della pandemia), così l’invito a scoprire l’Italia con la guida d’eccezione dell’interprete di Big Night e Il diavolo veste Prada era irresistibile.

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Stanley Tucci mentre prepara la carbonara nella sua cucina.

Chiusi in casa per il lockdown, mentre in Italia s’impastava come pazzi, tutto il resto del mondo era incollato al televisore a seguire Tucci su e giù per lo Stivale che assaggiava la pizza fritta a Napoli e discettava di carbonare a cacio e pepe a Roma.

Dalla sua amata Firenze, dove ha trascorso un anno da ragazzino, al Lago di Como, dove dice vivrebbe per sempre. Uno spot per il Bel Paese dal valore inestimabile. E per di più a costo zero.

In Italia sorprende poco: il fascino del Bel Paese è chiaro fin dai tempi del Grand Tour e di Goethe e si sa bene quanta parte abbia la cucina in questo ascendente verso l’estero. A spanne se ne può avere un’idea prendendo i numeri dell’export di prodotti tipici e aggiungendo la grossa cifra in nero del mercato dell’Italian Sounding, quello che italiano non è, ma che italiano vuol sembrare.

Ma questa dichiarazione d’amore per il gusto italico scritta all’estero e registrata a puntate tra piatti della tradizione, folklore e chef stellati è arrivata dritta al cuore anche in Italia. E questo sì può sembrare spiazzante.

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Napoli ha ospitato la prima puntata di Searching for Italy. Qui Stanley Tucci e Felicity Blunt, in Costiera Amalfitana, imparano la ricetta della pasta con le zucchine dello chef Tommaso.

Generosi per natura e accoglienti con i turisti per mestiere, gli Italiani sono sempre distaccati per non dire diffidenti, verso chi cerca di spiegare da fuori la loro cultura, soprattutto culinaria. Tucci fa eccezione perché è orgoglioso delle sue origini italiche ed è preparato, e anche molto, sull’argomento, come dimostrano i suoi ricettari (The Tucci Cookbook e The Tucci Table) e la recente autobiografia Taste. My life through food.

In Italia si parla di cibo più di quanto si mangi e la cultura enogastronomica media è diffusa e alta dappertutto.

Logico che si abbia un pregiudizio in favore di chi, come Tucci, conosce la differenza tra guanciale e pancetta nell’amatriciana e sappia riconoscere cicoria e puntarelle. Non solo, non lo fa cadere dall’alto come ormai si è abituati da chiunque s’intenda minimamente di cucina.

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Stanely Tucci durante le riprese del programma con Nicola Salvadori della Bocca di Lupo di Parma.

No, Stanley ha quel suo modo signorile e autoironico di porgere le cose, quelle che scopre e quelle che sa.

Ecco perché ascoltarlo è un incanto anche per gli Italiani e i locali. Anzi, Tucci ha quell’atout che dà la distanza: la capacità di sintesi e semplificazione che spesso a chi è del posto manca perché vede le cose troppo da vicino. Come amava dire Enzo Biagi, più a lungo restava in un luogo e più corto era il reportage; se invece il soggiorno era breve, allora ne veniva fuori un libro. A parte il gusto per la boutade, davvero è allontanandosi dall’oggetto che se ne ha la migliore prospettiva.


Ecco allora la top ten che racconta il gusto dell’Italia secondo Stanley Tucci.

  1. Espresso con maritozzo, tanto traboccante da essere servito con un cucchiaino.
  2. Cicchetti veneziani, dalla pizza ai pizzoccheri della Valtellina, che hanno entusiasmato l’attore.
  3. La prosaica mortadella al nobile tartufo bianco d’Alba, «il pranzo più costoso che abbia mai cucinato», commenta l’attore dopo averlo preparato per la troupe.
  4. La cotoletta alla milanese del Ratanà.
  5. La fiorentina coi trucchi imparati da Fabio Picchi.
  6. Spaghetti alla Nerano dello Scoglio di Amalfi.
  7. Spaghetti alla bottarga de I Pupi di Tony Lo Cocco a Bagheria.
  8. In mancanza di pasta, ci sono i risotti.
  9. Spritz venezian. Naturalmente nel suo giro d’Italia non si è fatto mancare l’aperitivo, rito italico per eccellenza, in tutte le sue declinazioni.
  10. Negroni fiorentino. Con la solita cavalleresca nonchalance, lui che ha sostenuto il Martini test del maestro Ago Persone, director of Mixology del Connaught di Londra, per due anni consecutivi in cima ai World’s 50 Best Bars, e Stanley l’ha passato a pieni voti.

gentleman editoraile aprile 24

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